Ex direttore perde ricorso con la Asl 

Zappalà chiedeva il reintegro e gli stipendi non percepiti dopo la fine dell’incarico

PESCARA. Perde la sua battaglia legale contro la Asl di Pescara, l’ex direttore amministrativo Paolo Zappalà che, dopo la cessazione del suo incarico, si era rivolto al giudice del lavoro chiedendo il reintegro nella posizione, gli stipendi non percepiti fino allo scadere naturale del suo contratto e anche delle differenze retributive per un totale che sfiorava i 400 mila euro. Ma il giudice Andrea Pulini ha rigettato in toto il suo ricorso, dando ragione alla Asl rappresentata in giudizio dall’avvocato Tommaso Marchese. Nessun reintegro, nessuno stipendio in più e nessuna differenza retributiva in quanto, in base alla normativa regionale, non spettano al ricorrente. Zappalà, assunto il 2 maggio del 2016 con contratto rinnovato fino al 30 aprile 2022, lamentava l’illegittimità del provvedimento del 3 agosto 2020 (deciso dal nuovo direttore Vincenzo Ciamponi che poi nominò i due nuovi direttori) con il quale era stata dichiarata la decadenza automatica del rapporto di lavoro. Ma questo meccanismo in realtà deriva da una norma regionale che lega la nomina del direttore amministrativo e di quello sanitario a quello del direttore generale: sulla base di un rapporto fiduciario. «E tanto più», scrive il giudice in sentenza, «alcuna illegittimità nella pattuizione di una causa di risoluzione del rapporto può essere ritenuta con riferimento ad un contratto di lavoro autonomo, quale è quello di specie, nel quale la libera recedibilità del committente è prevista espressamente dalla legge». Da qui il rigetto delle differenze retributive di 159 mila euro dall’agosto 2020 all’aprile 2022, data della scadenza naturale del rinnovo contrattuale. Non solo, ma il giudice, che nello spiegare la sua decisione cita analoghe sentenze del tribunale di Pescara e della Corte d’Appello dell’Aquila, ha anche ribadito come la Regione Abruzzo, negli anni, ha riequilibrato i compensi riducendoli (da qui il rigetto della richiesta di altri 200 mila euro), aggiungendo che il ricorrente non poteva dunque far riferimento ai compensi delle figure apicali del servizio sanitario nazionale che sono nettamente superiori. E dunque, un ricorso che forse andava rivolto più alla Regione che alla Asl. E comunque Zappalà rimase disoccupato solo per qualche giorno, fino a quando i primi di agosto 2020 non venne nominato dalla Regione Sicilia commissario straordinario della Asl di Trapani. (m.cir.)