Fater, più polveri con la centrale
I dati dell'azienda: da 42 chili di emissioni all'anno si passa a 7 mila
PESCARA. Un aumento esponenziale di emissioni dannose per la salute. È quanto viene fuori comparando i dati del bilancio ambientale della Fater, che si riferisce agli anni 2008, 2009 e metà 2010, con quelli previsti a seguito della nascita della centrale a biomasse della stessa industria. L'impianto, autorizzato dalla Regione nel 2009, è in fase di costruzione in via Raiale, vicino la sede della Fater e a pochi chilometri dal centro della città. Produrrà energia per combustione, bruciando olio di palma o di jatropha, 24 ore su 24.
I lavori per la realizzazione sono iniziati lo scorso novembre e dovrebbero terminare a giugno. Fino a poche settimane fa, né il Comune guidato da Luigi Albore Mascia né la Regione hanno ritenuto opportuno informare i cittadini. Oggi, per la prima volta, la commissione Ambiente si riunirà per affrontare il problema delle emissioni di questa nuova centrale a biomasse, che vanno a sommarsi a quelle che provengono dal cementificio e dal traffico automobilistico, solo per citare alcune tra le più importanti fonti d'inquinamento da Pm10. Le polveri sottili, tanto invisibili quanto pericolose per la salute, sono responsabili di 39mila morti premature l'anno, solo in Italia. Si tratta di dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, che spiega come «l'aumento diretto della mortalità per cause respiratorie e cardiovascolari, sia circa il 2 per cento per ogni aumento di Pm10 di 10 microgrammi al metro cubo».
Secondo i dati pubblicati dalla stessa Fater sul proprio sito internet, nel 2009 l'azienda ha immesso nell'aria 42 chili di polveri da combustione, 190 di monossido di carbonio e 920 di ossidi di azoto. Stando allo studio elaborato dalla Ecoval, la società a cui la Fater ha chiesto la consulenza per valutare l'impatto delle emissioni sul territorio, con l'avvio della centrale la produzione di polveri dannose salirà a 7.520 chili l'anno (179 volte superiore), e poi 56mila chili di monossido di carbonio e 75mila di ossidi di azoto. A questo si aggiungono altri inquinanti che nel 2009 non venivano prodotti in quanto non dichiarati nel bilancio ambientale. Si tratta di aumenti esponenziali che, seppure rimangano sotto il tetto previsto, vanno ad aggiungersi ad una qualità dell'aria a Pescara e dintorni, definita «gravissima» dal Wwf.
Secondo il decreto legislativo 155/2010, il valore limite di Pm10 per la protezione della salute umana, è di 50 microgrammi al metro cubo. Lo stesso decreto non consente di superare i limiti imposti più di 35 volte l'anno. Pescara e Spoltore superano di molto questa previsione nella maggioranza dei rilevamenti. Ad esempio, via Sacco lo scorso anno ha superato i limiti di Pm10 consentiti per legge, ben 66 volte. La stessa strada si trova, secondo lo studio elaborato dalla Ecoval, proprio nella zona in cui saranno più massicciamente presenti i fumi della nuova centrale. A questo punto, non si capisce come Asl, Arta, Comune e Regione abbiano interpretato la norma che mette chiaramente tra i criteri per l'approvazione di centrali, «il carattere cumulativo degli effetti».
I lavori per la realizzazione sono iniziati lo scorso novembre e dovrebbero terminare a giugno. Fino a poche settimane fa, né il Comune guidato da Luigi Albore Mascia né la Regione hanno ritenuto opportuno informare i cittadini. Oggi, per la prima volta, la commissione Ambiente si riunirà per affrontare il problema delle emissioni di questa nuova centrale a biomasse, che vanno a sommarsi a quelle che provengono dal cementificio e dal traffico automobilistico, solo per citare alcune tra le più importanti fonti d'inquinamento da Pm10. Le polveri sottili, tanto invisibili quanto pericolose per la salute, sono responsabili di 39mila morti premature l'anno, solo in Italia. Si tratta di dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, che spiega come «l'aumento diretto della mortalità per cause respiratorie e cardiovascolari, sia circa il 2 per cento per ogni aumento di Pm10 di 10 microgrammi al metro cubo».
Secondo i dati pubblicati dalla stessa Fater sul proprio sito internet, nel 2009 l'azienda ha immesso nell'aria 42 chili di polveri da combustione, 190 di monossido di carbonio e 920 di ossidi di azoto. Stando allo studio elaborato dalla Ecoval, la società a cui la Fater ha chiesto la consulenza per valutare l'impatto delle emissioni sul territorio, con l'avvio della centrale la produzione di polveri dannose salirà a 7.520 chili l'anno (179 volte superiore), e poi 56mila chili di monossido di carbonio e 75mila di ossidi di azoto. A questo si aggiungono altri inquinanti che nel 2009 non venivano prodotti in quanto non dichiarati nel bilancio ambientale. Si tratta di aumenti esponenziali che, seppure rimangano sotto il tetto previsto, vanno ad aggiungersi ad una qualità dell'aria a Pescara e dintorni, definita «gravissima» dal Wwf.
Secondo il decreto legislativo 155/2010, il valore limite di Pm10 per la protezione della salute umana, è di 50 microgrammi al metro cubo. Lo stesso decreto non consente di superare i limiti imposti più di 35 volte l'anno. Pescara e Spoltore superano di molto questa previsione nella maggioranza dei rilevamenti. Ad esempio, via Sacco lo scorso anno ha superato i limiti di Pm10 consentiti per legge, ben 66 volte. La stessa strada si trova, secondo lo studio elaborato dalla Ecoval, proprio nella zona in cui saranno più massicciamente presenti i fumi della nuova centrale. A questo punto, non si capisce come Asl, Arta, Comune e Regione abbiano interpretato la norma che mette chiaramente tra i criteri per l'approvazione di centrali, «il carattere cumulativo degli effetti».
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