Filò, carte incomplete all’Europa
Risposte non convincenti dalla Regione all’Unione sulle procedure di partecipazione popolare
PESCARA. «Ampie discussioni sulla stampa» sostituirebbero, per la Regione Abruzzo, la mancata procedura di screening sul progetto della filovia sulla strada parco, che collega Pescara a Montesilvano. Lo screening è una procedura codificata dalla legge da fare nel momento del progetto preliminare, e comporta un rapporto ambientale, l’avviso sul Bura e la possibilità per i cittadini, nell’arco dei 45 giorni successivi, di fare osservazioni. Nel luglio del 2008, il comitato Via (Valutazione di impatto ambientale) si è riunito e ha definito che tale procedura, in questo caso, non serviva.
Una decisione che ora, alla luce dell’inchiesta della Procura e della procedura di controllo avviata dall’Unione europea sulla grande opera da 31 milioni di euro, assume una certa rilevanza. Ma ecco cosa ha risposto la Regione Abruzzo, nella persona del direttore Antonio Sorgi, alle richieste di informazioni che arrivano dall’Unione europea «utili a comprovare la realizzazione de facto di uno screening del progetto di trasporto in questione».
«Come ampiamente dimostrato dalla rassegna stampa allegata», scrive Sorgi, «all’esito dell’aggiudicazione, da parte della Gtm spa, della gara per la realizzazione dell’intervento in oggetto (12 luglio 2006) e a margine dell’affollata conferenza stampa organizzata dalla Gtm il 17 luglio 2006 per la presentazione del sistema Phileas vincitore dell’appalto, si sono sviluppate ampie discussioni tra le istituzioni pubbliche (Comune di Montesilvano, pescara, Regione), amministratori locali e associazioni di cittadini (associazione strada Parco), nonché un ampio e acceso dibattito tra il cosiddetto fronte del “no” e del “sì” sulle caratteristiche dell’innovativo sistema di trasporto pubblico locale e sui relativi impatti sull’ambiente e sulla salute pubblica ad esso ricollegabili, che è sfociato in richieste di referendum popolari e di accesso agli atti e ai documenti tecnici e amministrativi».
L’attività ispettiva dell’Unione europea si concentra su tre ambiti: caratteristiche dei lavori, impatto ambientale e dibattito pubblico. Oltre alla cronologia e ai temi del dibattito pubblico, l’Unione chiede spiegazioni sulle caratteristiche dei lavori correlati al funzionamento del progetto, con particolare attenzione all’installazione dei marker magnetici e dei pali elettrici previsti lungo il tracciato (circa 190). A quest’ultima richiesta, Sorgi risponde con spiegazioni sui marker magnetici, sulla loro posa in opera, sulla loro installazione. Ma non una parola sui pali elettrici.
Il fatto che siano in corso verifiche della commissione europea, in seguito ad un esposto del Wwf, sulla realizzazione di un progetto che fa discutere da anni emerge chiaramente anche dall’ultimo verbale del comitato Via che ha messo in mora la Gtm, imponendo di non realizzare, in attesa delle disposizioni che la Commissione adotterà, «la posa in opera e la messa in esercizio di qualunque tipo di dispositivo che farebbe configurare il sistema proposto a guida vincolata immateriale».
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