Francavilla, scoperta maxi evasione all’asilo privato
Sotto accusa una scuola paritaria con sede anche a San Giovanni Teatino: 13 indagati, attività commerciale mascherata da onlus
FRANCAVILLA. Era riconosciuta come un’associazione senza fini di lucro operante nel campo della pubblica istruzione, ma in realtà dietro questa apparenza nascondeva una vera e propria attività commerciale. È questa l’ipotesi della finanza che ha indagato su una scuola paritaria con sedi a Francavilla e a San Giovanni Teatino. L’indagine, coordinata dal pm di Chieti Giuseppe Falasca, è stata svolta dagli agenti della tenenza della guardia di finanza di Ortona, al comando del luogotenente Virgilio Cornacchio. Sono 13 le persone denunciate per 250 mila euro nascosti all’erario. Sotto accusa anche 185 mila euro di contributi pubblici ottenuti dalla scuola Sant’Andrea (asilo nido e asilo).
I finanzieri, nell’ambito di attività volte al contrasto dell’evasione fiscale e degli illeciti che provocano sprechi alla spesa pubblica nazionale, sono stati impegnati in un’indagine di polizia tributaria con l’esecuzione di una verifica fiscale nei confronti di un’associazione senza fini di lucro operante nel campo della pubblica istruzione: il controllo si è concluso con la denuncia, a vario titolo, di 13 persone. I controlli della finanza hanno permesso di scoprire un presunto uso distorto della qualifica di associazione quale schermo giuridico per celare una normale attività commerciale. Di fatto le scuole, paritarie e accreditate con la Regione, avrebbero svolto una mera attività commerciale con fini di lucro attraverso, dice la finanza, l’occultamento all’erario di una massa imponibile che ammonta a circa 250 mila euro, recuperata a tassazione. Dalle indagini, inoltre, sarebbe emerso l’impiego irregolare del personale docente e ausiliario: secondo l’accusa, erano privi di regolare assunzione e le relative posizioni sono state segnalate alla competente direzione territoriale del Lavoro per il giusto inquadramento normativo. Già in passato, tuttavia, la scuola era stata condannata per utilizzo di personale in nero.
Ma c’è di più perché gli ulteriori approfondimenti investigativi avrebbero permesso di evidenziare la quasi totale mancanza dei requisiti previsti dalla normativa per il riconoscimento della parità scolastica, nonché dell’accreditamento delle strutture, riconoscimenti che danno diritto ad accedere ai contributi pubblici erogati dal Miur e dalla Regione Abruzzo per la gestione delle scuole e il miglioramento dell’offerta formativa.
La trasversalità delle investigazioni, nel settore della spesa pubblica, ha portato a individuare anche presunti comportamenti illeciti più complessi mediante ottenimento di contributi pubblici indebiti per circa 185 mila euro. Un’operazione complessa, dunque, di cui sono stati informati sia la procura regionale della Corte dei Conti che gli enti erogatori dei contributi, i quali potrebbero procedere al recupero di quanto illecitamente percepito dalle strutture e, contestualmente, alla revoca dei riconoscimenti concessi.
Tra le persone denunciate figurano i gestori dell’associazione e i funzionari pubblici preposti alla vigilanza in merito alla regolarità della gestione delle scuole. (a.s.)
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