Furti di rame, presi due uomini di Collecorvino
Sorpresi a rubare i cavi della linea elettrica del lago di Penne
PENNE. I ladri di rame sono tornati in azione nella naturale del lago di Penne, già presa di mira due volte, di recente. L'ultimo furto c'è stato l'altra notte, ma i carabinieri lo hanno sventato arrestando i ladri.
Si tratta di Alfio Diodoro, 36enne, e Arturo Berardinucci, 48enne, entrambi di Collecorvino, nomi già conosciuti ai carabinieri che l'altra notte li hanno bloccati quando avevano appena compiuto il furto.
In base a quanto riferiscono i militari del nucleo e della stazione di Penne, agli ordini del capitano Massimiliano Di Pietro, i due hanno tentato la fuga dopo aver visto le pattuglie dei militari, impegnati in un servizio di contrasto ai furti. Ma il loro tentativo si è rivelato inutile.
La speranza dei ladri era di riuscire a farla franca con il bottino del colpo, cioè quattro quintali di cavi di rame appena prelevati dai tralicci per la pubblica illuminazione tra la riserva naturale del lago di Penne e la contrada Collalto, per una lunghezza di un chilometro e mezzo.
Quando sono stati fermati non hanno potuto fare granché per nascondere la refurtiva, che è stata recuperata.
La perquisizione effettuata sul Fiat Scudo su cui viaggiavano ha consentito ai carabinieri di trovare anche numerosi strumenti da scasso, tutti sequestrati. E l'attenzione dei militari si è soffermata poi su un assegno bancario dell'importo di 5.500 euro, ritenuto di provenienza illecita.
L'intervento dei carabinieri e l'arresto dei due potrebbe servire a interrompere il ciclo di furti che nel recente passato ha interessato la linea di media della riserva naturalistica, presa di mira e saccheggiata già due volte, senza considerare il furto dell'altra notte. (f.buc.)
Si tratta di Alfio Diodoro, 36enne, e Arturo Berardinucci, 48enne, entrambi di Collecorvino, nomi già conosciuti ai carabinieri che l'altra notte li hanno bloccati quando avevano appena compiuto il furto.
In base a quanto riferiscono i militari del nucleo e della stazione di Penne, agli ordini del capitano Massimiliano Di Pietro, i due hanno tentato la fuga dopo aver visto le pattuglie dei militari, impegnati in un servizio di contrasto ai furti. Ma il loro tentativo si è rivelato inutile.
La speranza dei ladri era di riuscire a farla franca con il bottino del colpo, cioè quattro quintali di cavi di rame appena prelevati dai tralicci per la pubblica illuminazione tra la riserva naturale del lago di Penne e la contrada Collalto, per una lunghezza di un chilometro e mezzo.
Quando sono stati fermati non hanno potuto fare granché per nascondere la refurtiva, che è stata recuperata.
La perquisizione effettuata sul Fiat Scudo su cui viaggiavano ha consentito ai carabinieri di trovare anche numerosi strumenti da scasso, tutti sequestrati. E l'attenzione dei militari si è soffermata poi su un assegno bancario dell'importo di 5.500 euro, ritenuto di provenienza illecita.
L'intervento dei carabinieri e l'arresto dei due potrebbe servire a interrompere il ciclo di furti che nel recente passato ha interessato la linea di media della riserva naturalistica, presa di mira e saccheggiata già due volte, senza considerare il furto dell'altra notte. (f.buc.)
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