PESCARA / LE CONSEGUENZE DELLA CRISI E DELLA PANDEMIA
Garage al posto dei negozi sfitti: si spegne il cuore commerciale
In via Carducci e via Piave, il Comune concede il cambio di destinazione d’uso ai proprietari dei locali. Regge solo il settore food: caffetterie e ristoranti aprono i battenti dove un tempo c’erano boutique
PESCARA. I negozi sfitti diventano box auto. Le vetrine di un tempo, ampie e luminose, si trasformano in porte basculanti. Succede in molte strade del centro, come via Carducci e via Piave, dove i proprietari degli immobili hanno chiesto e ottenuto dal Comune il cambio di destinazione d’uso da locale commerciale a garage.
È l’altra faccia della crisi dei consumi che in pochi anni sta cambiato la geografia e l’anima di Pescara: da città dello shopping e dei grandi marchi di abbigliamento e calzature a luogo di divertimento e aggregazione, grazie all’ampia offerta di attività di ristorazione (spesso multietniche e internazionali) che si concentrano nel quadrilatero pedonale. Il settore “food and beverage”, letteralmente cibo e bevande, al momento è l’unico che non conosce crisi e che continua a registrare nuove aperture. L’ultima in ordine di tempo è “Margherita in centro” che da un paio di settimane ripropone nel cuore della movida pescarese le ricette del locale storico tra Città Sant’Angelo ed Elice, proprio a pochi passi dalle vetrine vuote di un’altra attività storica che invece ha alzato bandiera bianca prima del lockdown, interrompendo una tradizione durata 55 anni: la gioielleria Elvio Seta. «Ogni storia, anche la più bella, ha la sua parola fine», si legge sul cartello affisso accanto all’annuncio con i numeri dell’agenzia immobiliare. «Il nostro principale desiderio», prosegue il messaggio lasciato dai proprietari, «è quello di ringraziare tutti i clienti che in questi lunghi anni, di generazione in generazione, ci hanno scelto con fiducia e amore». Lungo la strada sono decine e decine le vetrine rimaste sfitte anche a causa dei prezzi esorbitanti chiesti dai proprietari, che fino a qualche anno fa ospitavano negozi rinomati ma che adesso sono in attesa di ricollocazione anche attraverso la trasformazione delle vetrine in garage. Invece un’altra caffetteria sta per aprire i battenti lì vicino, all’angolo tra via Cesare Battisti e via Mazzini, prendendo il posto della boutique Pinko. Si tratta di Posa caffè, la stessa insegna che si trova nel centro commerciale L’Arca di Spoltore. Offrirà colazioni, e non solo, proprio di fronte alle dieci vetrine di Victor shoes, coperte a seguito della morte del proprietario Vittorio Fascina, in pieno lockdown, e mai più rialzate nonostante la lunga esperienza nel settore calzaturiero che la famiglia portava avanti dal 1973.
«Se negli anni scorsi il saldo tra aperture e chiusure è sempre stato positivo», rileva il direttore provinciale di Confesercenti Gianni Taucci, «in questo momento difficilmente si trovano imprenditori disposti a investire, questo sia a causa della crisi economica e sia per le incertezze legate all’emergenza sanitaria. Adesso stiamo assistendo a diverse chiusure, ma tante altre arriveranno a fine anno quando i titolari delle imprese tireranno le somme e decideranno se proseguire o meno le attività». Come rimarca Enzo D’Ottaviantonio della Confcommercio, il commercio pescarese ormai «sta cambiando volto» perché «i negozi di abbigliamento si possono contare, sono rimasti pochi fatta eccezione per le catene e per gli outlet, un’altra tipologia a cui i clienti si stanno approcciando». In ogni caso, ristorazione a parte, gli effetti del post Covid si conosceranno tra qualche mese. In base all’analisi di Taucci, il settore della vendita dei prodotti alimentari regge ancora, ma c’è un grosso punto interrogativo che avvolge la somministrazione «poiché i dati positivi di quest’estate devono essere raffrontati con le conseguenze della riduzione degli orari e dei nuovi blocchi degli alcolici dovuti all’aumento dei contagi che hanno inferto un altro colpo a questo settore».
Intanto, sotto i portici di piazza della Rinascita, un messaggio di speranza arriva da Luca Bosone, 46 anni, titolare del negozio di abbigliamento che porta il suo cognome e che riaprirà proprio oggi pomeriggio dopo la ristrutturazione. «Non lo so se è speranza o follia», sorride, «ho ridotto la superficie commerciale perché i costi di gestione erano diventati insostenibili, ma allo stesso tempo ho deciso di rilanciare con un grosso investimento economico. Se noi commercianti ci fermiamo allora la città si spegne e si riduce a un deserto di garage in fila. Invece le persone devono essere incentivate a venire a fare acquisti. Dico ai pescaresi di sostenerci, non avere paura di uscire ed entrare nei negozi, in cambio noi commercianti garantiremo la massima sicurezza adottando tutte le misure anti contagio».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
È l’altra faccia della crisi dei consumi che in pochi anni sta cambiato la geografia e l’anima di Pescara: da città dello shopping e dei grandi marchi di abbigliamento e calzature a luogo di divertimento e aggregazione, grazie all’ampia offerta di attività di ristorazione (spesso multietniche e internazionali) che si concentrano nel quadrilatero pedonale. Il settore “food and beverage”, letteralmente cibo e bevande, al momento è l’unico che non conosce crisi e che continua a registrare nuove aperture. L’ultima in ordine di tempo è “Margherita in centro” che da un paio di settimane ripropone nel cuore della movida pescarese le ricette del locale storico tra Città Sant’Angelo ed Elice, proprio a pochi passi dalle vetrine vuote di un’altra attività storica che invece ha alzato bandiera bianca prima del lockdown, interrompendo una tradizione durata 55 anni: la gioielleria Elvio Seta. «Ogni storia, anche la più bella, ha la sua parola fine», si legge sul cartello affisso accanto all’annuncio con i numeri dell’agenzia immobiliare. «Il nostro principale desiderio», prosegue il messaggio lasciato dai proprietari, «è quello di ringraziare tutti i clienti che in questi lunghi anni, di generazione in generazione, ci hanno scelto con fiducia e amore». Lungo la strada sono decine e decine le vetrine rimaste sfitte anche a causa dei prezzi esorbitanti chiesti dai proprietari, che fino a qualche anno fa ospitavano negozi rinomati ma che adesso sono in attesa di ricollocazione anche attraverso la trasformazione delle vetrine in garage. Invece un’altra caffetteria sta per aprire i battenti lì vicino, all’angolo tra via Cesare Battisti e via Mazzini, prendendo il posto della boutique Pinko. Si tratta di Posa caffè, la stessa insegna che si trova nel centro commerciale L’Arca di Spoltore. Offrirà colazioni, e non solo, proprio di fronte alle dieci vetrine di Victor shoes, coperte a seguito della morte del proprietario Vittorio Fascina, in pieno lockdown, e mai più rialzate nonostante la lunga esperienza nel settore calzaturiero che la famiglia portava avanti dal 1973.
«Se negli anni scorsi il saldo tra aperture e chiusure è sempre stato positivo», rileva il direttore provinciale di Confesercenti Gianni Taucci, «in questo momento difficilmente si trovano imprenditori disposti a investire, questo sia a causa della crisi economica e sia per le incertezze legate all’emergenza sanitaria. Adesso stiamo assistendo a diverse chiusure, ma tante altre arriveranno a fine anno quando i titolari delle imprese tireranno le somme e decideranno se proseguire o meno le attività». Come rimarca Enzo D’Ottaviantonio della Confcommercio, il commercio pescarese ormai «sta cambiando volto» perché «i negozi di abbigliamento si possono contare, sono rimasti pochi fatta eccezione per le catene e per gli outlet, un’altra tipologia a cui i clienti si stanno approcciando». In ogni caso, ristorazione a parte, gli effetti del post Covid si conosceranno tra qualche mese. In base all’analisi di Taucci, il settore della vendita dei prodotti alimentari regge ancora, ma c’è un grosso punto interrogativo che avvolge la somministrazione «poiché i dati positivi di quest’estate devono essere raffrontati con le conseguenze della riduzione degli orari e dei nuovi blocchi degli alcolici dovuti all’aumento dei contagi che hanno inferto un altro colpo a questo settore».
Intanto, sotto i portici di piazza della Rinascita, un messaggio di speranza arriva da Luca Bosone, 46 anni, titolare del negozio di abbigliamento che porta il suo cognome e che riaprirà proprio oggi pomeriggio dopo la ristrutturazione. «Non lo so se è speranza o follia», sorride, «ho ridotto la superficie commerciale perché i costi di gestione erano diventati insostenibili, ma allo stesso tempo ho deciso di rilanciare con un grosso investimento economico. Se noi commercianti ci fermiamo allora la città si spegne e si riduce a un deserto di garage in fila. Invece le persone devono essere incentivate a venire a fare acquisti. Dico ai pescaresi di sostenerci, non avere paura di uscire ed entrare nei negozi, in cambio noi commercianti garantiremo la massima sicurezza adottando tutte le misure anti contagio».
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