Gasdotto, i testimoni raccontano: "Un boato e poi le fiamme"
Il dolore di chi ha perso l’abitazione appena ristrutturata per il figlio Una donna in ospedale: «Ho creduto fosse precipitato un aereo»
PINETO. Sdraiato a terra, sotto una pianta di ulivo, piange Enzo Romanelli: troppo forte il dolore nel vedere come è ridotta la sua abitazione. E’ stato soccorso dal personale del 118 che lo ha fatto sdraiare su una barella. Un vicino racconta: «Enzo aveva appena terminato di ristrutturare la casa per il figlio che abita fuori città, era pronta, perfetta in ogni dettaglio, aveva anche una stalla con degli animali . Deve essere stato duro per lui assistere alla scena di vedere le fiamme cancellare tutto il suo lavoro». Una donna del posto è ancora molto spaventata e racconta: «Appena abbiamo visto la nostra vicina Anna Fuschi con la mano ustionata , abbiamo capito che ci potevano essere altri feriti dallo scoppi . Udito il forte boato in un primo momento abbiamo pensato fosse un terremoto, poi abbiamo pensato ad un aereo schiantatosi a terra, le fiamme altissime ci impedivano di vedere oltre».
Andrea Di Giorgio abita nella casa distante circa mezzo chilometro dall’accaduto e dice: «E’ allucinante quello che ho visto, la condotta del gas era stata riparata circa due anni fa. Fortuna ha voluto che il vento non tirasse verso le nostre abitazioni altrimenti saremmo finiti tutti male. Lo scoppio ha addirittura rotto i vetri del nostro appartamento, poteva essere una strage». Marcello Di Giorgio, un altro residente, aggiunge: «Il calore proveniente dalla zona di combustione ha addirittura sciolto la plastica delle luci del giardino, abbiamo immediatamente chiamato i soccorsi». Uno dei vigili urbani della Polizia del Cerrano, tra i primi ad arrivare sul posto dice: «Il calore era talmente forte che non ci siamo potuti avvicinare ulteriormente nella zona».
Sul posto anche l’assessore comunale Gabriele Martella. Ha gli occhi lucidi, è ancora sconvolto per l’accaduto, e dice: «Quelle coinvolte sono tutte persone che conosco bene e non capisco come possa essere successo tutto questo».
Mentre parla rimira le foto sul telefonino allargando l’immagine su quella condotta del gas squarciata che ha lasciato a terra un cratere largo diversi metri. Gas che bruciava e che proprio grazie al vento è stato deviato verso il basso, in direzione della valle, e non verso le due case distanti poche decine di metri. Dentro le case della famiglia Ferretti 11 persone tra grandi e piccoli. Se il vento fosse spirato dal mare sarebbe stata una tragedia per tutti. «Pensavo a un uragano poi le fiamme», dice una superstite, Anna Calandra, fuggita con i figli ricoverata in ospedale. Uomini salvi, piante e animali meno: tra le vittime anche Kira, una meticcia di un anno che viveva in una delle case lesionate dalle fiamme.
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