Giovane ingegnere muore per un malore 

È il pescarese Alessandro Labbate, 35 anni, ex studente del Da Vinci, dipendente di un’azienda di Chieti. Domani l’addio

PESCARA. Un malore improvviso, di notte, mentre era a casa come sempre con la compagna che adorava e di lì a qualche minuto il decesso. Aveva solo 35 anni Alessandro Labbate, ingegnere pescarese, molto noto in città. La tragedia, che ha lasciato tutti sgomenti, si è consumata nella notte fra sabato e domenica. Domani, se saranno completati gli accertamenti di rito, forse i funerali. Chiusa nel suo immenso dolore la famiglia.
Su Facebook, solo un breve e disperato post della fidanzata Ermira. Sotto di esso, una immagine di lei con Alessandro. “Amore, era la tua foto preferita, la nostra foto preferita. Non so come farò senza di te. Eravamo una cosa sola. Ti amo e ti amerò per sempre”. Una foto di Alessandro anche sul profilo della sorella Marta, a cui era legatissimo. Stavolta senza nessun commento. A parlare, il dolore.
La notizia della morte improvvisa del professionista in città si è subita diffusa tra i tanti che lo conoscevano. Da ragazzo aveva frequentato il liceo scientifico Da Vinci, poi si era trasferito a Bologna per gli studi universitari in Ingegneria, completati i quali era tornato nella sua terra, in Abruzzo. Dal 2015 lavorava per una ditta di Chieti.
Nel tempo libero, frequentava il gruppo di amici, quelli di sempre, che ora non riescono a farsi una ragione di quanto accaduto. Fra loro, Giuseppe Rossi. «Io e Alessandro», racconta commosso, «ci conoscevamo da 20 anni, dagli anni del liceo. Era un ragazzo, e oggi un professionista, eccezionale. Nel campo del lavoro era riuscito ad ottenere dei bei traguardi. Era molto preparato. A livello umano, una persona come poche. Con lui si poteva parlare di tutto. Era sempre disponibile, entusiasta e amava molto la vita. Era diretto e sincero. Era poi un grande appassionato del Pescara calcio e quando poteva andava a seguire le partite allo stadio. Oltre al calcio, gli piaceva molto anche l'automobilismo sportivo, la Formula Uno. Andavano insieme ad assistere alle gare oppure al Motorshow. Ogni tanto», va avanti l’amico, «ci recavamo anche ad Ortona, alla pista di go kart. Durante l’ultima nostra chiacchierata, ci eravamo ripromessi di riorganizzare quanto prima una gara di go kart. Ma purtroppo non abbiamo fatto in tempo. Alessandro amava la musica dal vivo e assistere ai concerti, soprattutto se in compagnia degli amici. Era, insomma, ripeto, un entusiasta della vita e allo stesso tempo era molto equilibrato e pacato. In 20 anni, non l'ho mai visto alterato». (a.d.f.)
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