Gita fuori porta tra le macerie dell’hotel 

Centinaia di persone nel sito vietato. Il papà di una delle 29 vittime: «Ho chiamato i carabinieri, una cosa vergognosa»

FARINDOLA. La gita fuori porta tra le macerie di morte e dolore; tra le povere cose che molte delle famiglie delle vittime aspettano ancora di riprendere. Sono state centinaia, ieri, le persone che hanno scelto di passare Pasquetta lì. Come se i resti dell’hotel Rigopiano fossero il set di un reality più che il segno della valanga che il 18 gennaio 2017 ha causato 29 morti e diversi feriti tra gli 11 sopravvissuti.
Famiglie intere, con anziani e bambini al seguito: intorno a mezzogiorno di ieri, lungo la strada di Rigopiano che costeggia i resti dell’albergo abbattuto dalla valanga si è formato addirittura un ingorgo tra le auto parcheggiate malamente e quelle che si sono fermate solo per una foto. Un pellegrinaggio che loro malgrado, come se il dolore non bastasse, hanno dovuto fronteggiare il papà e la mamma di Cecilia Martella, l’estetista della Spa tra le 29 vittime del disastro. «Siamo andati verso le 11,30», riferisce Marcello Martella, componente del comitato Familiari vittime di Rigopiano, «abbiamo indossato la pettorina del Comitato e ci siamo subito accorti del viaviai di gente, con centinaia di macchine che si fermavano per fotografare, per guardare. E poi gente che da ogni versante entrava nel sito che invece doveva essere protetto e controllato. Cera perfino chi usciva dalla Spa. Tutto fotografato». Una situazione insostenibile per il genitore che aspetta ancora di recuperare, come altri familiari, la valigia della figlia. «Li ho fronteggiati personalmente, gli dicevo che li stavo fotografando, che era proibito entrare. E loro niente, rispondevano che la recinzione non c’era. Ma il cartello del divieto c’è. Quando mi chiedevano chi ero e gli dicevo che ero il papà di una delle vittime c’è chi mi ha chiesto scusa e chi invece, come un uomo sulla settantina mi ha risposto “Non me ne frega niente”. Stavo per venire alle mani, ho chiamato i carabinieri». E i carabinieri sono arrivati. «Ci hanno assicurato che faranno un rapporto sulla vicenda», spiega Marcella, «ma tanto domani (oggi ndr) qualcuno del Comitato presenterà formale denuncia nei confronti di Ecoalba, la ditta che ha la gestione della bonifica del sito e che deve garantirne la sicurezza. Al momento, chiunque può entrare e uscire portandosi via qualsiasi cosa. Per questo come Comitato chiediamo che venga rifatta la recinzione e che almeno nei giorni di festa il Comune di Farindola invii una pattuglia dei vigili a controllare. Una cosa del genere non deve più accadere».
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