Gli armatori: pericoloso entrare e uscire dal porto di Pescara
Cresce la preoccupazione della marineria per il mancato dragaggio dei fondali. Dopo Capodanno sfiorato l’incidente con una nave che ha rischiato di rovesciarsi
PESCARA. E dopo la denuncia dell’amministratore delegato della Società Abruzzo costiero, Sabatino Di Properzio, che recentemente aveva messo in luce tutti i rischi (non esclusa la cessazione delle attività) legati all’impossibilità, per via dei bassi fondali del porto, di far attraccare la motocisterna Galatea, noleggiata per rifornire di petrolio i depositi dell’azienda, l’allarme per l'insabbiamento del porto viene rilanciato ora dagli armatori.
Anzi, nei giorni scorsi, appena dopo Capodanno, si è sfiorato l’incidente, in quanto, riferiscono, una nave, in uscita dal molo, avrebbe corso il pericolo di rovesciarsi, anche per via del maltempo che in quei giorni imperversava. E ora, a pervadere le uscite dei pescherecci è la paura, causa le manovre in uscita e in entrata rese sempre più difficili dai fondali bassi. Ne sa qualcosa Romeo Palestini, armatore e rappresentante dell’associazione Armatori Pescara. «Quando facciamo manovra», spiega Palestini, «sia in in entrata, sia in uscita, i pescherecci toccano. Il punto è quello all’altezza della darsena commerciale», puntualizza l’armatore. «Di conseguenza», continua Palestini, «quando ci troviamo in questa fase, i danneggiamenti per le barche si potrebbero verificare sulle eliche e sulle carene». Rischi che i pescatori sono costretti a correre.
«Mica ci possiamo fermare», osserva ancora Palestini. «Ora, fino a quando ce la faremo, cioè fino a quando il tempo sarà buono, andremo avanti», rimarca l’armatore. «Ma che succederà quando il tempo sarà sfavorevole? Comunque noi ora abbiamo timore sia al momento dell’uscita dal porto, sia al momento del rientro». Timori condivisi da un altro armatore, Massimo Camplone. «Già, poiché nei giorni scorsi», fa sapere Camplone, «la nave Lupetto, che si stava dirigendo verso Manfredonia, in uscita, sia per i bassi fondali, sia per il maltempo, ha rischiato di ribaltarsi. Inoltre in questi giorni», prosegue Camplone, «la situazione di pericolo non è cambiata per niente. Poiché è vero che ci hanno fornito un percorso da seguire, in entrata e in uscita, ma il problema», sottolinea l’armatore, «ora si presenta anche per il rifornimento del gasolio. Ogni operazione che svolgiamo deve essere sempre svolta con la massima attenzione».
Problemi della marineria ribaditi dagli armatori anche all’indomani dell’annuncio che si terrà un Consiglio provinciale sul dragaggio del fiume, operazione che dovrebbe riprendere entro la fine del mese. Il 23 gennaio, infatti, nella sede della Guardia costiera di Pescara, si terrà un’assemblea provinciale straordinaria sul tema del dragaggio. La conferma è arrivata al termine di un incontro tra il presidente della Provincia, Antonio Di Marco e il comandante della Capitaneria di porto, Enrico Moretti.
In più, Di Marco ha fatto sapere che l’amministrazione provinciale, con il supporto della Regione, è riuscita a recuperare un finanziamento statale di circa un milione e 550mila euro per realizzare interventi di manutenzione straordinaria delle sponde fluviali e sugli argini, nei territori compresi fra Cepagatti, Spoltore e San Giovanni Teatino.
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