Goio: rifiuti, i lavori li paga Montedison

Il commissario ha già ottenuto 2 milioni per il “capping”, ora ne chiede oltre quattro per la posa delle barriere metalliche

BUSSI SUL TIRINO. Sono stati avviati i lavori per la realizzazione della barriera metallica progettata per isolare la mega discarica dei veleni della ex Montedison dai possibili contatti del terreno inquinato con parti sotterranee del fiume Pescara. Un appalto di circa 4,2 milioni di euro bandito dal commissario governativo Adriano Goio, assegnato con un ribasso di poco più del 17 per cento all’impresa Staller di Città Sant'Angelo.

«Un lavoro» esordisce il commissario Goio, «che sarà eseguito in danno della Montedison, responsabile di aver provocato l'inquinamento, condizione che chiederò che sia osservata anche in sede giudiziaria nel caso sia necessario». Del resto Goio ha già ottenuto il pagamento da parte di Montedison di due milioni di euro per il precedente lavoro già realizzato del "capping, la copertura della vasta area della discarica della zona Tremonti (circa 4 ettari), installata per impedire che le acque piovane, filtrando attraverso il cumulo di rifiuti, potessero trasportare le sostanze tossiche contenute nella discarica nelle falde sotterranee. Per portare a termine la bonifica dell’area inquinata, Goio dispone di 50 milioni euro, fondi prima destinati alla ricostruzione dell'Aquila e poi dirottati a Bussi con la motivazione di mettere in sicurezza i siti soggetti ad inquinamento.

Non avrebbe avuto bisogno dell'approvazione da parte del ministero dell'Ambiente per utilizzare a tale scopo parte delle somme a disposizione, «ma ho creduto», afferma, «di sottoporre il progetto alla supervisione e all’approvazione dello stesso dicastero». In ogni caso, la sua intenzione è quella di addebitare l'importo a danno della Montedison. Dunque il commissario procede deciso secondo le risultanze dei procedimenti giudiziari che impongono alla Montedison di pagare i danni causati.

Il progetto della barriera metallica, ideato da Goio ed elaborato dal professor Quintilio Napoleoni, è stato concepito per completare la messa in sicurezza di emergenza (Mise) del sito inquinato con la barriera metallica disposta lungo il perimetro dell'area con la funzione di impedire il contatto di acque e terreni contaminate. I lavori sono stati consegnati all'impresa lo scorso 7 dicembre, «e ora»,spiega il titolare della Staller Paolo D'Isidoro, «è stata eseguita la cantierizzazione, lavori di tipo preparativo alla vera esecuzione delle opere. Secondo il cronoprogramma i lavori dovrebbero essere conclusi nell'arco di sei mesi». Il progetto di Goio è stato contestato dalle associazioni ambientaliste, in particolar modo dal Wwf che ritiene che la barriera metallica che dovrà essere impiantata nel terreno a circa sette metri di profondità non sia idonea a realizzare la funzione per cui è stata progettata. Secondo il Wwf mancherebbero dati certi, anche sperimentali, sulla reale situazione idrogeologica sotterranea del sito e sulla circolazione delle acque. Motivo in più che non renderebbe sicura la messa in sicurezza del sito che del resto – secondo il Wwf – non avrebbe senso farla adesso dopo circa sei anni dalla scoperta della mega discarica di Tremonti. Il Wwf, come altre associazioni ambientaliste, chiede che si impieghino i 50 milioni disponibili per iniziare la vera bonifica del sito, unica condizione che potrebbe garantire il risanamento dell'asta fluviale del Pescara. La somma di sicuro non basterbbe per completare l'opera, ma ad operazione avviata – ritengono gli ambientalisti – non sarebbe impossibile reperire altre risorse.

Walter Teti

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