Guerra all'estate col silenziatore

Francavilla, gli operatori turistici assaltano il consiglio: «Vergogna»

FRANCAVILLA. Ombrelloni e uno striscione che recita: «Giù le mani dai balneatori e dai commercianti». Sono i simboli della protesta delle categorie commerciali che accolgono i consiglieri all'ingresso del municipio, ieri pomeriggio, per la seduta del consiglio. I toni si accendono e l'argomento delle discussione diventa subito la contestata ordinanza sui limiti all'intrattenimento serale.

La prima polemica è sull'orario di inizio della seduta: «Non si può fare l'appello 8 minuti più tardi per aspettare i consiglieri di maggioranza», attacca Daniele D'Amario e con lui i colleghi del Pdl. Costume e infradito, qualcuno addirittura scalzo: la sala Filippo Masci si riempie subito. Gli operatori sono arrabbiati. Strillano invettive: «E' una vergogna», «Tornate a casa, buffoni». La riunione consiliare procede a fatica tra continue interruzioni, tanto che il presidente facente funzioni Francesco Todisco invita più volte le forze dell'ordine a intervenire per ripristinare la tranquillità.

«Non siamo quattro gatti», rileva il balneatore Mauro Cioffi, «siamo contro la politica turistica attuale e coesi tra categorie diverse». «L'unità è totale e lo faremo vedere», aggiunge con forza Nicola Di Nardo.  Il punto in questione è l'ordinanza emessa pochi giorni fa: intrattenimento concesso nei pubblici esercizi cittadini fino alle 2, con limite per la somministrazione degli alcolici all'una; mentre per gli stabilimenti balneari i tempi si restringono di un'ora: mezzanotte per la vendita degli alcolici, l'una per lo stop alla musica. «Ci dicono questa cosa a luglio, a stagione praticamente iniziata», tuona Pierluigi Chiarieri, «questo è il ringraziamento per aver fatto tre anni di intrattenimento tranquillo». «Gli investimenti sono già stati fatti e il sindaco ci aveva promesso altre cose», gli fa eco Luca Falcone

I balneatori non ci stanno: «Questo gesto del sindaco denota un odio per la categoria più volte anticipato. Lavoriamo, creiamo posti, e salviamo vite umane», puntualizza Francesco Primavera, titolare di una concessione ed ex segretario personale di Nicolino Di Quinzio. In mezzo a chi protesta c'è anche il coordinatore cittadino dell'Italia dei Valori, Mario Giangiacomo, mentre i consiglieri dell'Idv sono assenti e non partecipano alla seduta. «Così i ragazzi sono costretti a spostarsi in macchina verso altri lidi, con un problema in più per le famiglie».

Tra le grida di disapprovazione, il consigliere Carlo De Felice chiedere di discutere l'argomento caro ai balneatori, che non è all'ordine del giorno. «Se non mi dai la parola salgo sui banchi e urlo», grida, notando il disappunto del presidente, che sospende la seduta per 5 minuti. I lavori riprendono e viene votato un nuovo ordine del giorno per discutere della cosa. Nel frattempo arriva anche il primo cittadino, in ritardo per un impegno improrogabile.

E' il gruppo Pdl a rappresentare l'istanza degli operatori turistici.  «Di certo non mi farò mai intimidire da queste pressioni», rimarca Di Quinzio, «se ci sono i balconi sopra gli stabilimenti non posso non tenerne conto. E' ora di finirla. Bisogna sapersi assumere il rischio di impresa. Ne parlerò domani con i consiglieri che vorranno trattare la materia, per far valere le mie ragioni, e, se si potrà, trovare una soluzione».

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