PESCARA
Guerra Russia-Ucraina, sit-in per la pace di associazioni e partiti a piazza Salotto
Mobilitazione per chiedere il rispetto della Costituzione, il cessate il fuoco immediato e la condanna dei bombardamenti in corso
PESCARA. Sit-in per la pace sabato prossimo 26 febbraio a Pescara, in piazza Salotto, a partire dalle ore 16 per manifestare "la nostra contrarietà alla guerra che si sta infiammando al confine fra Ucraina e Russia".
Le prime sette adesioni all'appello lanciato a livello nazionale da Peacelink
(http://www.peacelink.it/campagnaucraina) arrivano dalle associazioni Rete Oltre il Ponte, Mediterranea Saving Humans, Deposito Dei Segni e Arci Pescara, e dai partiti Rifondazione Comunista, Giovani Comunisti/e e Sinistra Italiana. Associazioni e partiti chiedono al governo il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione: “l’Italia ripudia la guerra”; che si adoperi per la pace, il dialogo, il multilateralismo "usando tutta la sua forza politica e diplomatica per scongiurare qualsiasi escalation militare".
"Vista l’evoluzione dello scenario occorso nella notte fra il 23 ed il 24 - si legge in una nota - chiediamo l’immediato cessate il fuoco e condanniamo fermamente i bombardamenti in corso. Rifiutiamo che in Europa, come in ogni altra parte del mondo, le problematiche ancorché complesse, si risolvano con l’uso della forza e della violenza. Violenza che colpisce sempre i meno responsabili, i più deboli: i civili inermi. Rende orfani, profughi, crea disastri ambientali, distrugge case e territori". "Riconosciamo le gravi responsabilità della Nato - proseguono partiti e associazioni - che, nonostante le sue dichiarazioni al momento della dissoluzione dell’Unione Sovietica, continua imperterrita i suoi tentativi di espansionismo ad est, divenendo la vera destabilizzatrice della pace globale. Nonché quello delle potenze europee che non hanno fatto altro che assecondare gli Stati Uniti nel loro gioco di influenze. Parimenti non tolleriamo nemmeno la politica “neo-zarista” di Putin, che agisce per interessi uguali e opposti a quelli statunitensi". "Rifiutiamo qualsiasi tipo di propaganda bellicista - concludono - riteniamo che il nostro Paese non debba offrire in alcun modo forme di collaborazione logistica e militare, compreso l’utilizzo da parte di terzi delle basi militari presenti sul territorio".
L'appuntamento è a Pescara, a piazza Salotto, sabato prossimo dalle ore 16. Per adesioni di associazioni, forze sociali e/o singoli all’appello e alla manifestazione è possibile inviare una mail a: oltreilponte.aps@gmail.com.
Anche i sindacati manifesteranno sabato mattina, alle 9.30, davanti alla prefettura di Chieti. "Cgil, Cisl e Uil di Chieti esprimono profonda apprensione per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia", si legge in una nota dei sindacati. "La vita e la sicurezza di milioni di persone sono concretamente messe a rischio da questa guerra che sta già causando morti e feriti. Manifestiamo forte preoccupazione per gli scenari futuri e per gli esiti di uno scontro bellico che sono sempre
imprevedibili e nefasti. Oltre ai risvolti negativi in termini sociali e umani cresce l’incertezza su mercati finanziari. La nostra Provincia che ha già subito pesanti ripercussioni a causa della pandemia Covid-19, potrebbe avere altrettante ingenti ricadute negative in termini economici avendo con la Russia intensi rapporti commerciali e di esportazione, oltre all’inevitabile ripercussione sul fronte dell’aumento del costo energetico che avrebbe come effetto una ulteriore ripercussione sul versante occupazionale. Ribadiamo la necessità della costruzione di una soluzione politica e negoziata che porti alla pace. Il Governo italiano e l'Unione Europea devono ribadire il rifiuto di ogni tipo di intervento militare, promuovendo un clima di distensione e cooperazione. In queste ore stiamo seguendo con particolare attenzione il susseguirsi degli eventi e all’angoscia e al dolore dei popoli coinvolti in questa terribile situazione rispondiamo mobilitandoci con tutte le associazioni e le forze democratiche per dire no alla guerra e a ogni forma di conflitto armato".