Hackerato Telespazio 

Preso un 24enne che ha violato anche il sistema informatico del ministero della Giustizia

Violati i sistemi informatici del ministero della Giustizia e di altri centri strategici per la sicurezza. In particolare è stato preso di mira il centro spaziale del Fucino, Telespazio, che si occupa di comunicazioni satellitari, servizi di navigazione, posizionamento e di osservazione della Terra. È una delle due joint venture della space alliance tra il gruppo della difesa e aerospazio italiano Leonardo (67%) e la società francese Thales (33%). La violazione informatica stavolta però non è stata messa in atto da una banda di criminali informatici internazionali o sponsorizzati da organizzazioni che fanno capo a Stati "canaglia", ma da un giovane originario di Gela. Si tratta di un 24enne domiciliato a Roma, impiegato informatico, che aveva le competenze per bloccare i sistemi. È anche riuscito ad acquisire fascicoli di indagine coperti da segreto investigativo.
L’HACKER
L'autore dell'attacco cibernetico a istituzioni e aziende del settore sicurezza è stato arrestato a Roma dalla polizia postale al termine di una indagine coordinata dalla Direzione nazionale antimafia e dal pool reati informatici della procura di Napoli. Su di lui pendeva già da un mese un ordine di cattura firmato dal procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, al lavoro con il coordinatore del pool reati informatici, Vincenzo Piscitelli. La polizia giudiziaria ha eseguito una perquisizione la notte scorsa durante la quale è stata scoperta una ingente mole di dati. Tra i sistemi informatici, oltre a Telespazio e al ministero, sono stati violati anche quelli di Tim, operatore tlc la cui rete (da poco ceduta al fondo Kkr) è un asset strategico per la sicurezza nazionale oltre che snodo principale per la digitalizzazione del Paese.
LE ACCUSE
Il 24enne è accusato di accesso abusivo aggravato alle strutture e diffusione di malware e programmi software in concorso con ignoti. Insieme a lui per gli stessi reati sono indagate altre tre persone. «L’hacker aveva la possibilità di controllare ogni contenuto dei sistemi informativi della giustizia», ha spiegato il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, «è stata una minaccia grave e sono stati verificati danni seri ai sistemi di sicurezza».
L’INDAGINE
L’inchiesta è durata diversi anni e ha coinvolto diverse procure. Tra i fascicoli coperti da segreto investigativo non compaiono quelli relativi a indagini antiterrorismo, ma l’hacker utilizzando cinque identità fittizie si è appropriato di dati sensibili riguardanti la criminalità organizzata. Le prime violazioni sono emerse a Napoli. Il primo accesso ai server del ministero della Giustizia risale a quattro anni fa. Un arco temporale nel quale, bucando ripetutamente i sistemi di cyber sicurezza della cittadella giudiziaria partenopea, il giovane è entrato in possesso in maniera fraudolenta di decine di fascicoli, soprattutto ordinanze di custodia cautelare e informative di polizia giudiziaria. Dopo aver compreso la pericolosità del soggetto arrestato, gli investigatori non hanno usato più mail, WhatsApp e altri strumenti informatici, tornando alla carta per timore che potesse intercettare gli investigatori. La decisione di tornare alle riunioni in presenza e al trasferimento degli atti pro manibus è stato adottato dopo un attacco durante il quale l’hacker ha tentato di entrare nelle mail di alcuni magistrati. Con l’ultimo attacco è scattato l’arresto da parte della polizia postale.
LA VISITA
L’attacco a Telespazio, secondo i primi accertamenti, non avrebbe messo in pericolo la navigazione satellitare o altri sistemi di sicurezza. Ma i controlli sono comunque in corso. Telespazio infatti è tra i principali operatori di servizi satellitari al mondo.
Proprio il Centro spaziale del Fucino nei giorni scorsi è stato visitato da una delegazione del Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica (Copasir) guidata dal presidente Lorenzo Guerini. Alla visita hanno partecipato anche i componenti del comitato Claudio Borghi, Enrico Borghi, Ester Mieli, Licia Ronzulli, Roberto Scarpinato e Marco Pellegrini. La delegazione è stata accolta dai vertici di Leonardo con il presidente, Stefano Pontecorvo, e il Managing director della Space Business Unit, Massimo Comparini. Per Telespazio ha partecipato all’incontro l’amministratore delegato Gabriele Pieralli.
Nel sito marsicano hanno sede anche il Centro di controllo della costellazione satellitare italiana per l’osservazione della Terra Cosmo-SkyMed e uno dei Centri di controllo che gestiscono il sistema europeo di navigazione e localizzazione satellitare Galileo.
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