I colpi on line dell’ex promotore Bonifici e ricariche per 162 mila euro

Così Florindi avrebbe svuotato conti ed effettuato movimenti dopo avere avuto i codici segreti.

PESCARA. Era riuscito a impadronirsi dei codici segreti di accesso al servizio di banking on line dei clienti Mediolanum e grazie a quei codici, attraverso la rete, Lorenzo Florindi avrebbe sottratto 162 mila euro, eseguendo bonifici per migliaia di euro, ma anche, semplicemente, avrebbe utilizzato il denaro dei conti correnti per ricaricare il proprio telefono cellulare con cifre che andavano dai 50 ai 100 euro.

Gli accertamenti informatici, secondo l’accusa sostenuta dal pm Anna Rita Mantini, sarebbero stati confermati dalle dichiarazioni delle persone a cui erano stati prosciugati i conti o che avevano subito prelievi, alcune delle quali, scrive il gip Maria Michela Di Fine nella sua ordinanza, «riferivano di non avere mai concesso a Florindi i codici di accesso ai propri conti, altre riferivano di aver messo a disposizione per fini diversi la documentazione bancaria, senza tuttavia autorizzarlo alla ritenzione di chiavi e codici segreti». Altri ancora, ascoltati dagli investigatori della guardia di finanza coordinati dal colonnello Maurizio Favia, hanno raccontato di avere consegnato i codici, ma solo per «ottimizzare gli investimenti e le operazioni esclusivamente inerenti i capitali affidatigli per l’acquisto dei prodotti della Mediolanum».

I codici, invece, sarebbero stati utilizzati per finalità diverse. Lo scopre a sue spese una cliente che, nell’agosto 2008, decide di richiedere un estratto conto: «Da questo» racconta, «ho avuto modo di verificare con mia grande sorpresa che erano state eseguite nei mesi di maggio e giugno 2008 delle operazioni da me autorizzate e che residuava un saldo disponibile di soli 165,14 euro». Fatti i conti, la donna scopre che l’ammanco ammonta a 22.600 euro. Scopre inoltre che nello stesso periodo sono state fatte due ricariche telefoniche: la prima sul numero di Florindi, la seconda su un numero sconosciuto, che chiama. Le risponde un uomo, Sergio Caruso (anche lui indagato), il quale - racconta la cliente - dice di non conoscere Florindi e chiede chi sia il suo promotore finanziario. «Pochi minuti dopo mi contattava Florindi, invitandomi a stare attenta perché Caruso avrebbe potuto denunciarmi per diffamazione e a richiamare immediatamente Caruso per tranquillizzarlo.

Di fronte al mio diniego, Florindi si recava presso la mia abitazione, invitandomi a chiamare Caruso. Davanti al mio nuovo rifiuto, lo chiamava davanti a me e lo tranquillizzava dicendogli che sia io che mio padre avevamo detto che non ci sarebbero stati problemi».
È solo una delle numerose testimonianze che descrivono il modo di operare dell’ex promoter. Per impossessarsi dei codici, Florindi avrebbe utilizzato vari sistemi. Uno lo descrive un’altra cliente, raccontando che Florindi, dopo le sue ripetute richieste, si presenta un giorno a casa sua portandosi dietro un computer portatile: «Mi fece vedere che era tutto in regola, che i fondi rendevano bene e che erano stimati una somma pari a circa 59 mila euro».

Florindi, secondo la testimonianza, la invita a controllare tutta la documentazione in suo possesso, sollecitandola «a buttare via le carte inutili perché servivano solo a fare confusione: fu in quella occasione che mi cestinò tutta la documentazione di Banca Mediolanum, compresi i codici Pin per eventuale accesso e controllo su internet del mio conto corrente». Poco dopo, la cliente chiede alla banca i nuovi codici e scopre che sul suo conto sono stati effettuati accessi notturni. I codici segreti verranno poi ritrovati durante le perquisizioni nell’abitazione di Florindi, in via Nazionale Adriatica nord, il 4 settembre 2008. Ricorda un altro cliente che scopre che sul suo conto sono stati eseguiti due bonifici per 8.600 euro e una ricarica telefonica: «Quando ho chiesto spiegazioni, Florindi mi rispose che stava spostando somme dal mio conto Mediolanum verso altri conti non meglio definiti e che non mi dovevo preoccupare.

Non chiesi però come aveva avuto la possibilità di entrare nei miei conti personali». Alcuni, del resto, i codici li consegnarono spontaneamente: per esempio una cliente che «subirà» bonifici per oltre 50 mila euro: «Glieli diedi su sua espressa richiesta». O due coniugi «digiuni di telematica» che, non sapendo come eseguire la procedura d’accesso, si recano nell’ufficio di viale Bovio e mostrano a Florindi i codici: «Dopo averli letti, si è recato in un’altra stanza portandosi dietro i codici». La coppia scoprirà bonifici e ricariche per un totale di quasi 13 mila euro.