I contadini: «Aspettiamo le analisi» 

Un imprenditore della zona: «Penso ai tanti che potrebbero restare senza lavoro»

PIneto. In via del Commercio, dove si trova lo stabilimento della Kemipol, il giorno dopo l’incendio l’ambiente è spettrale. Poche le auto in circolazione, poche le persone in giro alcune delle quali con la mascherina. I bar sono vuoti, molti stabilimenti produttivi hanno i cancelli serrati. Oltre alle ditte che non hanno potuto fermare il ciclo produttivo, molte hanno deciso una chiusura quotidiana. Qualche piccolo imprenditore rimane coraggiosamente aperto. È Guerino Piovesani della ditta “Soluzioni Srl” che dista 50 metri dalla Kemipol: « Sono un piccolo commerciante, ho deciso di restare aperto, non indosso la mascherina perché penso che oramai l’aria inquinata se ne sia andata altrove, sono solo nella mia attività e posso gestirmi, penso ai diversi dipendenti della ditta bruciata che adesso hanno perso lavoro».
Un presidio della polizia urbana di Pineto blocca chiunque volesse andare oltre l’ingresso dell’azienda. A fianco alla strada provinciale principale ci sono distese di coltivazioni. In un campo coltivato, a circa un chilometro dal rogo, Renato Ferretti è intento a sistemare piante di pomodori. «Ho due mascherine in auto ma non le ho messe», dice, «penso che le nostre coltivazioni sono salve poiché il fumo è andato oramai via. Oggi non ho raccolto nulla, le ho solo innaffiate e sto pulendo l’orto. Non temo danni, aspettiamo i responsi delle analisi».
In via dell’Agricoltura una donna anziana scende le scale dalla sua abitazione indossando la mascherina e raccoglie i panni. Poco distante c’è il residente Enzo Centorame che racconta gli attimi di paura di lunedì pomeriggio: «Nella mia abitazione lunedì ho ospitato i ragazzi che stavano giocando nel vicino campo di calcio. Ho offerto loro dell’acqua, erano terrorizzati da quello che stava accadendo. Poi dei bus del Comune di Pineto li hanno presi e riportati alle loro famiglie. Per tutta la mattina i vigili del fuoco hanno presidiato l’area. La paura c’è». Un camionista di passaggio dice: «Qui tanti contadini coltivano le terre, adesso bisogna capire cosa succederà alle coltivazioni di ortaggi e frutta e se nei prossimi giorni potranno essere raccolte».
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