I contribuenti costretti a pagare 2 volte
Uckmar e Di Prinzio: le tasse sono dovute, ma si possono evitare le sanzioni
PESCARA. «I contribuenti ingannati dal falso commercialista saranno costretti a pagare di nuovo le tasse. Potranno evitare le sanzioni». Lo sostengono due esperti: Victor Uckmar, considerato il tributarista più famoso d'Italia e Andrea Di Prinzio, commercialista pescarese. Professor Uckmar, qui a Pescara ci sono diversi contribuenti che si ritrovano debiti per migliaia di euro, perché un falso commercialista non avrebbe pagato le loro tasse.
«Non è un caso isolato, ne ho già sentiti altri del genere. Tempo fa si è registrato un fatto simile anche a Milano, in cui erano coinvolti diversi ragionieri. Purtroppo, questi contribuenti pescaresi si trovano ora nelle condizioni di doversi mettere in regola con il fisco».
Significa che devono pagare due volte?
«Devono essere pagate le imposte con i relativi interessi anche se i contribuenti, di fatto, hanno già versato i soldi al presunto falso commercialista».
Non c'è un modo per evitare di pagare ancora?
«Assolutamente no, i versamenti devono essere fatti perché al fisco evidentemente non risultano».
Saranno anche multati?
«Le sanzioni si possono evitare se i pagamenti dei tributi non sono stati eseguiti per un fatto denunciato all'autorità giudiziaria. Ma resta l'obbligo di versare le imposte dovute con gli interessi».
I contribuenti possono rivalersi sul falso commercialista per riavere i soldi?
«Possono intentare u un'azione giudiziaria collettiva nei confronti del falso commercialista con la speranza di tornare in possesso delle somme versate».
Gli stessi suggerimenti sono arrivati da Andrea Di Prinzio, noto commercialista pescarese.
Dottor Di Prinzio, i contribuenti ingannati hanno qualche possibilità di riavere i soldi spariti?
«Sicuramente un'azione collettiva è possibile e se i contribuenti ingannati si mettono tutti insieme possono anche risparmiare le spese legali. Ma temo che sia difficile riavere i soldi, perché di solito le persone che commettono questi abusi risultano nullatenenti. In pratica, non rischiano pignoramenti perché risulta che non posseggono nulla».
Insomma, si possono evitare solo le sanzioni.
«Molti anni fa accadde un episodio del genere, ma i contribuenti danneggiati non riuscirono ad evitare le multe perché la legge era diversa. Le cose sono cambiate da allora. Basta una denuncia per segnalare alla magistratura che c'è stata una truffa di un sedicente professionista che si è appropriato dei soldi».
Quanto si risparmia?
«Facciamo l'esempio dell'Irpef. Le sanzioni sono graduate in due momenti diversi. Il primo, è quando arriva il primo avviso di pagamento: se il contribuente si mette in regola entro trenta giorni dalla notifica, paga una sanzione del 10 per cento dell'imposta. Se l'avviso viene ignorato, dopo 12 mesi arriva la cartella esattoriale con una sanzione del 30 per cento».
Cosa si può fare per evitare truffe?
«Quando si affida un incarico a un professionista si devono sempre controllare le prestazioni effettuate. Ad esempio, si deve verificare se sul proprio conto corrente bancario viene addebitato il pagamento del modello F24. Ma è sempre buona regola evitare di far pagare direttamente il professionista».
«Non è un caso isolato, ne ho già sentiti altri del genere. Tempo fa si è registrato un fatto simile anche a Milano, in cui erano coinvolti diversi ragionieri. Purtroppo, questi contribuenti pescaresi si trovano ora nelle condizioni di doversi mettere in regola con il fisco».
Significa che devono pagare due volte?
«Devono essere pagate le imposte con i relativi interessi anche se i contribuenti, di fatto, hanno già versato i soldi al presunto falso commercialista».
Non c'è un modo per evitare di pagare ancora?
«Assolutamente no, i versamenti devono essere fatti perché al fisco evidentemente non risultano».
Saranno anche multati?
«Le sanzioni si possono evitare se i pagamenti dei tributi non sono stati eseguiti per un fatto denunciato all'autorità giudiziaria. Ma resta l'obbligo di versare le imposte dovute con gli interessi».
I contribuenti possono rivalersi sul falso commercialista per riavere i soldi?
«Possono intentare u un'azione giudiziaria collettiva nei confronti del falso commercialista con la speranza di tornare in possesso delle somme versate».
Gli stessi suggerimenti sono arrivati da Andrea Di Prinzio, noto commercialista pescarese.
Dottor Di Prinzio, i contribuenti ingannati hanno qualche possibilità di riavere i soldi spariti?
«Sicuramente un'azione collettiva è possibile e se i contribuenti ingannati si mettono tutti insieme possono anche risparmiare le spese legali. Ma temo che sia difficile riavere i soldi, perché di solito le persone che commettono questi abusi risultano nullatenenti. In pratica, non rischiano pignoramenti perché risulta che non posseggono nulla».
Insomma, si possono evitare solo le sanzioni.
«Molti anni fa accadde un episodio del genere, ma i contribuenti danneggiati non riuscirono ad evitare le multe perché la legge era diversa. Le cose sono cambiate da allora. Basta una denuncia per segnalare alla magistratura che c'è stata una truffa di un sedicente professionista che si è appropriato dei soldi».
Quanto si risparmia?
«Facciamo l'esempio dell'Irpef. Le sanzioni sono graduate in due momenti diversi. Il primo, è quando arriva il primo avviso di pagamento: se il contribuente si mette in regola entro trenta giorni dalla notifica, paga una sanzione del 10 per cento dell'imposta. Se l'avviso viene ignorato, dopo 12 mesi arriva la cartella esattoriale con una sanzione del 30 per cento».
Cosa si può fare per evitare truffe?
«Quando si affida un incarico a un professionista si devono sempre controllare le prestazioni effettuate. Ad esempio, si deve verificare se sul proprio conto corrente bancario viene addebitato il pagamento del modello F24. Ma è sempre buona regola evitare di far pagare direttamente il professionista».
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