rigopiano
I familiari vogliono il faccia a faccia con la Provincia
Un faccia a faccia con le istituzioni. I parenti delle vittime dell’hotel Rigopiano vogliono incontrare i vertici della Provincia di Pescara e della Regione. La richiesta di incontro per il 18 maggio
PESCARA. Un faccia a faccia con le istituzioni. I parenti delle vittime dell’hotel Rigopiano vogliono incontrare i vertici della Provincia di Pescara e della Regione. E chiederanno un incontro per il prossimo 18 maggio in occasione del quarto mese dalla tragedia.
Dopo la marcia a Farindola del 18 marzo scorso e il corteo nel centro di Pescara di ieri, i familiari non vogliono fermare la loro rincorsa alla giustizia. E stavolta, per ricordare i loro cari morti sotto le macerie dell’albergo travolto dalla valanga, vogliono parlare con gli amministratori provinciali e regionali. Ad annunciarlo è Gianluca Tanda, il presidente del comitato dei parenti delle vittime: «Chiederemo di parlare con i vertici delle istituzioni».
E non sono enti scelti a caso: la strada tra Farindola e Rigopiano, abbandonata per un giorno e sommersa dalla neve fino a intrappolare ospiti e dipendenti nell’hotel, è di competenza provinciale. E proprio sul mancato intervento della Provincia si concentra una parte fondamentale dell’inchiesta aperta per disastro colposo e omicidio plurimo colposo: l’ultima pulizia della neve dalla strada è avvenuta intorno all’ora di pranzo del 17 gennaio e poi niente più; inoltre, è della Provincia la turbina di stanza a Rigopiano che si è rotta il 6 gennaio scorso e non è mai stata sostituita nonostante che le previsioni meteo fossero allarmanti.
La Regione, invece, è l’ente competente per la Protezione civile: alla Regione, i familiari vorrebbero chiedere perché la carta del rischio valanghe, un obbligo di legge dal 1992, non è mai stata approvata in 25 anni. E poi un’altra domanda potrebbe riguardare il servizio di allerta valanghe Meteomont: nei giorni precedenti alla slavina di Rigopiano, il grado di pericolosità è sempre stato elevato, un rischio sempre crescente fino a toccare, nella giornata del mercoledì della tragedia con la slavina sull’Hotel Rigopiano, il grado di 4 su 5. Un allarme che, però, a Farindola non è mai arrivato. (p.l.)