I rifiuti abruzzesi in viaggio verso l'Est Europa

La Deco: non ci sarà emergenza spazzatura, ma i prezzi andranno adeguati

PESCARA. È partita ieri dal porto di Ortona la prima nave che porta fuori dall'Italia i rifiuti abruzzesi già trattati e trasformati in combustibile solido secondario (css). Un carico di 2mila tonnellate di questo combustibile, imballato, è partito alla volta dei cementifici Lafarge nel nord-est dell'Europa.

«È facile comprendere quali costi debba sostenere la Deco, e quindi i cittadini, per movimentare questi prodotti in giro per il mondo»», spiega Roberto Pasqualini, direttore esecutivo della Deco spa, la società di proprietà della famiglia Di Zio che gestisce l'impianto di Casoni, a Chieti, dove viene conferita la spazzatura indifferenziata proveniente da buona parte dell'Abruzzo. Resta fuori infatti, solo parte della provincia dell'Aquila.

Dopo il trattamento meccanico biologico, parte dei rifiuti, circa il 35 per centro, viene trasformato in combustibile solido secondario, un'altra parte (il 30 per cento) viene persa durante il processo, e il rimanente 35 per cento viene conferito in discarica.

«Finora», continua il direttore della Deco, «gran parte del css veniva bruciato nei termovalorizzatori di Isernia e di Colle Ferro, nel Lazio. Adesso abbiamo iniziato ad imbarcarlo e a portarlo all'estero. Ma è un costo, perché questo tipo di combustibile non viene pagato, siamo noi a dover pagare per smaltirlo». Tra poco però, il problema non riguarderà più solo quella parte di rifiuti che dopo il trattamento è divenuta combustibile, ma anche quella parte detta «di scarto», che finisce nelle discariche. I vertici della Deco escludono però qualsiasi forma di emergenza rifiuti. «Non ci sarà mai la spazzatura per strada», assicura Pasqualini, «abbiamo trovato sia i recapiti finali per gli scarti della lavorazione, che per il materiale combustibile. Con la chiusura della discarica di Colle Cese, ormai agli sgoccioli», continua Pasqualini, «saremo costretti a portare in discariche fuori dall'Abruzzo anche gli scarti, e a quel punto scatterà un adeguamento tariffario nei confronti dei Comuni. Adeguamento che potrà essere contenuto solo nel caso in cui dovesse aprire la discarica Irgine di Notaresco».

La situazione difficile si è venuta a creare in netto anticipo, perché la discarica in questione, che si trova a Spoltore, ormai da diversi anni accoglie oltre ai rifiuti del Pescarese anche tutti quelli della provincia di Teramo. Era il 2006 infatti, quando la discarica La Torre, nel Teramano, crollò. Da allora e fino ad oggi non c'è più una discarica in funzione su tutto il territorio di Teramo. L'intera provincia manda i propri rifiuti a Colle Cese e ultimamente anche nella discarica di contrada Casoni, nei pressi dell'impianto di trattamento dell'indifferenziato. «Se la discarica di Colle Cese è giunta in anticipo alla data di chiusura», conferma Pasqualini, «è perché per tanti anni ha dovuto sopportare il peso di tutti i rifiuti del Teramano».

Una beffa per Pescara, che attendeva la messa in opera della discarica di Notaresco, la Irgine della De Patre Ferrometalli, che dovrebbe essere gestita dalla stessa Deco. Dopo aver ospitato per tanti anni i rifiuti altrui, Pescara ora avrebbe dovuto conferire a sua volta nel Teramano. La discarica Irgine è pronta da tempo ad entrare in funzione (l'autorizzazione è arrivata lo scorso luglio), ma un ricorso al Tar ha rimandato tutto e ha riavviato il conto alla rovescia verso l'emergenza. A ricorrere è stato Walter Catarra, sindaco di Notaresco e presidente della Provincia di Teramo. Il Tar ha concesso la sospensiva e ha rinviato la discussione nel merito al 4 aprile prossimo.

«Abbiamo dato ospitalità ai rifiuti del Teramano con l'intesa che ci avrebbero restituito il favore, ma così non è stato». A parlare è Isabella Del Trecco, assessore comunale all'Ambiente, che commenta così l'esaurimento anticipato della discarica di Colle Cese, «a suo tempo fu un discorso di sussidiarietà e collaborazione, ma eravamo d'accordo che in caso di nostra necessità, la provincia di Teramo ci avrebbe soccorso, e così non è stato».

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