I sindacati: 17 infermieri promossi senza titoli
Cobas contro la Asl: «D'Amario revochi gli incarichi oppure andremo in procura»
PESCARA. Diciassette promozioni irregolari all'ospedale di Pescara. A denunciare il rebus degli incarichi per gli infermieri è il sindacato Cobas che ha scritto una lettera-diffida al direttore generale della Asl Claudio D'Amario, al direttore sanitario Fernando Guarino e al direttore del dipartimento Affari legali e del Personale Vero Michitelli per chiedere di bloccare le promozioni fondate su «pezzetti di carta». Il documento è un ultimatum alla Asl: o D'Amario ferma le promozioni degli infermieri «che non hanno i titoli» annullando la delibera 103 del 2 febbraio scorso che ha dato il via all'iter o i Cobas denunceranno il caso alla procura di Pescara e alla Corte dei Conti dell'Aquila.
È un braccio di ferro che, per ora, resta senza risposta: alla lettera dei Cobas, datata 22 marzo scorso e protocollata sette giorni più tardi come dimostra il timbro dell'ufficio protocollo della Asl, «finora nessuno ha risposto», dice Marco Gabriele Di Matteo, rsu dei Cobas.
Secondo il sindacato, le promozioni riguardano gli infermieri di Chirugia, Medicina, Ematologia, Ortopedia e Oculistica.
TERZO ESPOSTO. La lettera-diffida dei Cobas è il terzo intervento del sindacato sugli infermieri: il 24 novembre scorso, è partito un esposto in procura per denunciare sette casi di presunti favoritismi con infermieri sistemati negli uffici; il 4 gennaio scorso, i Cobas hanno dato mandato a un avvocato, Luca De Felice, di segnalare a Guarino la carenza di personale in Chirurgia 3 con due infermieri per assistere 33 pazienti.
«Il turno di servizio di Chirurgia 3», ha denunciato il legale, «è stato elaborato in modo del tutto errato e fuorviante. Dipendenti dello stesso turno risultano in servizio sia in Chirurgia 1 che in Chirurgia 3. Ciò non solo provoca sconcerto e confusione tra i dipendenti ma, sicuramente, provocherà disservizi».
LETTERA-DIFFIDA. Adesso si apre un altro fronte che oppone i Cobas alla Asl: «Il sottoscritto segretario provinciale dei Cobas sanità Andrea Colantoni chiede l'annullamento della delibera 103», così comincia l'ultima lettera-diffida dei Cobas. Secondo il sindacato, le promozioni si basano su un «avviso di selezione interna per esame colloquio per la copertura di 17 posti di cps infermiere esperto».
Ma l'avviso di selezione interna, per i Cobas, non rispetta le leggi. Perché? Colantoni spiega: «L'avviso si riferisce a un bando del 3 marzo 2008 del tutto illegittimo. Quel bando prevede che gli aspiranti partecipanti siano in possesso di un incarico di coordinamento conferito in data successiva al 31 agosto 2011 e non posteriore al 20 aprile 2004 attestato dal dirigente della struttura di assegnazione. Ma l'incarico», ricordano i Cobas, «deve essere stato formalmente conferito dalla direzione generale o sanitaria della Asl e non tramite semplici attestazioni del dirigente della struttura».
GUARINO. Nella lettera-diffida, i Cobas fanno notare che Guarino, «lo stesso direttore sanitario di oggi», già otto anni fa aveva censurato la pratica dei primari di affidare promozioni agli infermieri: «Con nota di Guarino e del direttore amministrativo dell'epoca, Gerardo Galasso, del 24 febbraio 2004, protocollo 2783, quindi precedente all'avviso di selezione, si diffidavano i dirigenti medici "a voler affidare incarichi di coordinamento all'interno delle unità operative e/o dei servizi e/o dei distretti sanitari e/o dei dipartimenti in aggiunta a quelli già determinati e formalizzati dall'amministrazione. Eventuali inosservanze"», così recita la nota di Guarino e Galasso del 2004, «"comporterebbero l'addebito contabile e amministrativo ai primari di ogni successiva rivendicazione"».
SENZA TITOLI. Secondo i Cobas, i 17 infermieri sul punto di essere promossi non hanno i titoli: «Unico valore per partecipare all'avviso di selezione può essere dato solo ai partecipanti che sono in possesso di un formale incarico dato direttamente dalla Asl e non dei pezzetti di carta redatti dai primari con i quali si attestano incarichi di coordinamento forse, tra l'altro, mai nemmeno praticamente svolti».
«L'avviso», dicono Colantoni e Di Matteo, «è illegittimo anche per un'altra circostanza»: secondo i Cobas, la selezione bandita dalla Asl va contro il contratto collettivo nazionale di lavoro. «Ai sensi del contratto non possono partecipare alla selezione né essere incaricati del coordinamento i dipendenti che non sono in possesso del master di primo livello».
DENUNCE. Senza una risposta della Asl, i Cobas manderanno le carte alla procura e alla Corte dei Conti: è questa la minaccia che conclude la lettera-diffida. «Si invitano le signorie loro», avvertono i Cobas, «ciascuno per le proprie competenze ad attivarsi per l'annullamento della delibera 103 dovendo, in caso contrario, denunciare tale situazione alla magistratura penale e contabile».
È un braccio di ferro che, per ora, resta senza risposta: alla lettera dei Cobas, datata 22 marzo scorso e protocollata sette giorni più tardi come dimostra il timbro dell'ufficio protocollo della Asl, «finora nessuno ha risposto», dice Marco Gabriele Di Matteo, rsu dei Cobas.
Secondo il sindacato, le promozioni riguardano gli infermieri di Chirugia, Medicina, Ematologia, Ortopedia e Oculistica.
TERZO ESPOSTO. La lettera-diffida dei Cobas è il terzo intervento del sindacato sugli infermieri: il 24 novembre scorso, è partito un esposto in procura per denunciare sette casi di presunti favoritismi con infermieri sistemati negli uffici; il 4 gennaio scorso, i Cobas hanno dato mandato a un avvocato, Luca De Felice, di segnalare a Guarino la carenza di personale in Chirurgia 3 con due infermieri per assistere 33 pazienti.
«Il turno di servizio di Chirurgia 3», ha denunciato il legale, «è stato elaborato in modo del tutto errato e fuorviante. Dipendenti dello stesso turno risultano in servizio sia in Chirurgia 1 che in Chirurgia 3. Ciò non solo provoca sconcerto e confusione tra i dipendenti ma, sicuramente, provocherà disservizi».
LETTERA-DIFFIDA. Adesso si apre un altro fronte che oppone i Cobas alla Asl: «Il sottoscritto segretario provinciale dei Cobas sanità Andrea Colantoni chiede l'annullamento della delibera 103», così comincia l'ultima lettera-diffida dei Cobas. Secondo il sindacato, le promozioni si basano su un «avviso di selezione interna per esame colloquio per la copertura di 17 posti di cps infermiere esperto».
Ma l'avviso di selezione interna, per i Cobas, non rispetta le leggi. Perché? Colantoni spiega: «L'avviso si riferisce a un bando del 3 marzo 2008 del tutto illegittimo. Quel bando prevede che gli aspiranti partecipanti siano in possesso di un incarico di coordinamento conferito in data successiva al 31 agosto 2011 e non posteriore al 20 aprile 2004 attestato dal dirigente della struttura di assegnazione. Ma l'incarico», ricordano i Cobas, «deve essere stato formalmente conferito dalla direzione generale o sanitaria della Asl e non tramite semplici attestazioni del dirigente della struttura».
GUARINO. Nella lettera-diffida, i Cobas fanno notare che Guarino, «lo stesso direttore sanitario di oggi», già otto anni fa aveva censurato la pratica dei primari di affidare promozioni agli infermieri: «Con nota di Guarino e del direttore amministrativo dell'epoca, Gerardo Galasso, del 24 febbraio 2004, protocollo 2783, quindi precedente all'avviso di selezione, si diffidavano i dirigenti medici "a voler affidare incarichi di coordinamento all'interno delle unità operative e/o dei servizi e/o dei distretti sanitari e/o dei dipartimenti in aggiunta a quelli già determinati e formalizzati dall'amministrazione. Eventuali inosservanze"», così recita la nota di Guarino e Galasso del 2004, «"comporterebbero l'addebito contabile e amministrativo ai primari di ogni successiva rivendicazione"».
SENZA TITOLI. Secondo i Cobas, i 17 infermieri sul punto di essere promossi non hanno i titoli: «Unico valore per partecipare all'avviso di selezione può essere dato solo ai partecipanti che sono in possesso di un formale incarico dato direttamente dalla Asl e non dei pezzetti di carta redatti dai primari con i quali si attestano incarichi di coordinamento forse, tra l'altro, mai nemmeno praticamente svolti».
«L'avviso», dicono Colantoni e Di Matteo, «è illegittimo anche per un'altra circostanza»: secondo i Cobas, la selezione bandita dalla Asl va contro il contratto collettivo nazionale di lavoro. «Ai sensi del contratto non possono partecipare alla selezione né essere incaricati del coordinamento i dipendenti che non sono in possesso del master di primo livello».
DENUNCE. Senza una risposta della Asl, i Cobas manderanno le carte alla procura e alla Corte dei Conti: è questa la minaccia che conclude la lettera-diffida. «Si invitano le signorie loro», avvertono i Cobas, «ciascuno per le proprie competenze ad attivarsi per l'annullamento della delibera 103 dovendo, in caso contrario, denunciare tale situazione alla magistratura penale e contabile».
© RIPRODUZIONE RISERVATA