I sindacati in piazza per protestare contro il Comune
Domani, alle 10, la manifestazione davanti al municipio Contestata la manovra con tasse alle stelle e tagli al sociale
PESCARA. La protesta dei sindacati contro la manovra lacrime e sangue del Comune non si ferma. Cgil, Cisl, Uil, Ugl e le confederazioni dei pensionati hanno organizzato per domani mattina, alle 10, davanti al municipio, una grande manifestazione per contestare gli aumenti delle tasse e i tagli ai servizi sociali varati di recente dall’amministrazione comunale per risanare i conti in rosso. «La protesta è contro la manovra», conferma il segretario generale della Cgil di Pescara Emilia Di Nicola.
Una mobilitazione era stata preannunciata il 26 maggio scorso, dopo un incontro dei sindacati con il sindaco Marco Alessandrini e alcuni consiglieri. I segretari delle quattro sigle sindacali, compresi quelli delle organizzazioni dei pensionati, si erano presentati con alcuni loro iscritti in Comune, durante la seduta del consiglio riunito in sessione di bilancio. Al termine di un sit-in davanti al municipio e poi nella sala consiliare, i sindacati erano stati ricevuti dal sindaco e da alcuni consiglieri nella sala commissioni. I segretari avevano contestato, in quell’occasione, gli aumenti delle tasse e i tagli al sociale, praticati dall’amministrazione Alessandrini, che vanno a colpire, a loro dire, le classi più deboli. Alessandrini aveva spiegato la necessità di quelle misure dolorose per evitare che il Comune finisca in dissesto finanziario.
Ma le spiegazioni del primo cittadino non avevano affatto convinto i sindacati. Tanto è vero che, subito dopo l’incontro, il segretario della Cgil Emilia Di Nicola aveva preannunciato nuove azioni di lotta.
Azioni che sono state organizzate nel giro di pochissimo tempo, così velocemente che la notizia della manifestazione in piazza Italia non è stata ancora annunciata ufficialmente dalla quattro sigle sindacali e dalle confederazioni dei pensionati. Tra l’altro, la situazione è anche peggiorata dopo l’incontro tra i sindacati e gli amministratori comunali. Lunedì scorso il consiglio comunale, nonostante la dura opposizione del centrodestra e del Movimento 5 Stelle, ha varato l’ennesima misura lacrime e sangue, ossia ha ridotto l’esenzione dell’addizionale comunale sull’Irpef, facendo scendere la soglia di reddito da 16.040 a 10.000 euro. Questo significa che saranno costretti a pagare l’addizionale anche quei cittadini che percepiscono tra gli 833 e i 1.366 euro al mese. In pratica, le classi medio-basse della popolazione. Un altro giro di vite sull’Imu è stato varato la settimana scorsa dal consiglio comunale. Sono state cancellate tutte le agevolazioni dell’imposta comunale sugli immobili. Così, da quest’anno, pagheranno la tassa con l’aliquota al massimo, aumentata dal 9 al 10,6 per mille, anche i proprietari che affittano la loro casa a canone concordato e i genitori che affidano i loro immobili in uso gratuito ai propri figli.
©RIPRODUZIONE RISERVATA