Iervese, l’ingegnere che ha rifiutato di firmare il documento
PESCARA. Non ha condiviso l’iter su Pescaraporto e ha rifiutato di firmare un documento importante ma non vincolante inviato al Comune di Pescara. Ha protestato così l’ingegnere Silvio Iervese,...
PESCARA. Non ha condiviso l’iter su Pescaraporto e ha rifiutato di firmare un documento importante ma non vincolante inviato al Comune di Pescara. Ha protestato così l’ingegnere Silvio Iervese, responsabile dell’ufficio Tecnico del Genio civile: sull’atto del 15 marzo 2016 che dà un via libera all’insediamento di Pescaraporto lungo la riviera sud di Pescara manca proprio la sua firma. Con quel documento, il dirigente di Iervese, Vittorio Di Biase, capo del Genio civile, dichiara di «prendere atto degli specifici accertamenti condotti dalle autorità competenti in materia, finalizzati a verificare la regolarità delle attività edilizie segnalate e delle relative procedure autorizzative, soprattutto in ordine alle effettive condizioni di rischio idraulico e ai requisiti di tutela della pubblica e privata incolumità». Ascoltato come testimone, Iervese ha spiegato perché non ha voluto mettere la sua firma in calce all’atto: oltre al percorso seguito, Iervese avrebbe avanzato dubbi anche sugli «accertamenti specifici». Ma sono stati fatti davvero questi «accertamenti specifici»? Secondo squadra mobile e procura, sembrerebbe di no. Ma se la firma di Iervese non c’è, allora, potrebbe essere vero che non c’è traccia di questi accertamenti? «La risposta se l’è data da solo», è l’unico commento di Iervese sentito dal Centro. Da tecnico, Iervese però spiega che la nota del Genio civile del 15 marzo 2016, dopo il parere non favorevole del precedente 18 febbraio, non è vincolante: si tratta di una corrispondenza tra enti pubblici in un dialogo istituzionale. (p.l.)