Il Calice in frantumi dimenticato in piazza Salotto
Il Comune voleva sostituire l’opera di Ito con una fontana ma a distanza di un anno dall’annuncio nulla è cambiato
PESCARA. I turisti che visitano il centro di Pescara la prima cosa che si chiedono è: «Ma che rappresenta quell’enorme parallelepipedo polimerizzato trasparente, rotto a metà e ingabbiato, nella piazza più importante della città?». Quel parallelepipedo è lo Huge wine glass di Toyo Ito, più conosciuto come Calice. L’opera di piazza Salotto, costata un milione 100mila euro, è circondata da una gabbia. Serve per sostenere la struttura che si è spaccata appena 64 giorni dopo la sua inaugurazione; fino a poco tempo fa ne aveva un’altra, fatta installare dal sindaco Luigi Albore Mascia per affiggere i manifesti con l’immagine delle opere che vorrebbe realizzare la sua amministrazione e quelle che ha già messo in cantiere.
Ora, i manifesti, oggetto di atti vandalici, sono stati tolti. In nessuna città italiana c’è una cosa del genere. Ma il Calice non dovrebbe stare più lì da tempo. Mascia, del resto, non ha mai apprezzato quell’opera, voluta fortemente dal suo predecessore Luciano D’Alfonso.
Per la verità, il tentativo di sostituirla con un’altra opera è stato anche fatto, ma è fallito. L’anno scorso, l’amministrazione comunale ha tentato di far approvare in consiglio il progetto di riqualificazione di piazza Salotto che prevedeva, tra i vari interventi, la sostituzione del Calice con una fontana progettata dal dirigente del Comune e architetto Fabrizio Trisi. L’opera di Ito sarebbe dovuta finire all’Aurum nascosta, probabilmente, in qualche sala deserta. Ma la sovrintendenza ha dato un giudizio negativo. Il piano di riqualificazione del Comune non è stato ritenuto idoneo e si è fermato tutto. Ad un anno e mezzo da quel tentativo, nulla è più accaduto. Si sa soltanto che è ancora in atto un contenzioso tra il Comune e la Clax Italia, la ditta che ha realizzato l’opera. L’amministrazione ha richiesto un risarcimento del danno che l’azienda di Pomezia non vuole riconoscere. Così come è rimasta in sospeso la querelle sul mancato pagamento di alcune fatture. La Clax ha rigettato ogni responsabilità in merito al crollo dello Huge wine glass.
Eppure, la perizia del ctu nominato dal tribunale, Domenico Lucarelli, è stata chiara. Nel documento, trasmesso nel dicembre 2010 dopo un anno e mezzo di controlli, il perito ha dato ragione al Comune e torto alla ditta.
La rottura del Calice è avvenuta perché l’opera sarebbe stata costruita male. Il materiale utilizzato non sarebbe stato in grado di reggere i cambiamenti climatici. Secondo Lucarelli, sarebbe impossibile procedere a una riparazione. Insomma, quell’opera è da buttare. L’amministrazione comunale non ha potuto toccare il Calice fino alla conclusione delle perizie tecniche per individuare le cause del danneggiamento.
Ma il lavoro del perito è terminato da un pezzo e il Calice non è stato ancora spostato. Nessuno parla più di toglierlo da piazza Salotto. Forse perché la rimozione costa troppo alle casse dell’ente. Basti pensare che il trasloco dell’opera richiede una serie di misure per evitare che il Calice si sbricioli in mille pezzi. Secondo i calcoli dell’amministrazione, lo spostamento potrebbe costare fino a 40mila euro.
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