Il centrodestra non trova pace Niente tagli alla legge mancia 

I fondi a pioggia (21 milioni da ridurre a 15) da far quadrare, forse la soluzione c’è

L’AQUILA. «Mi raccomando, non scrivere che stiamo litigando sulla legge mancia», si affretta a dire un esponente meloniano a fine Consiglio. Sta di fatto che ieri all’Aquila la sforbiciata da 21 a 15 milioni, a discapito del centrosinistra, alla norma di Bilancio che distribuisce fondi a pioggia è saltata e che, subito dopo, la maggioranza di centrodestra si è riunita per trovare la pace. Ovvero per inserire nuove “mance” al posto delle vecchie volute dai consiglieri non rieletti. Chissà se c’è riuscita, magari approfittando del fatto che l’assessore al Bilancio, Mario Quaglieri, è a Città del Capo. In sintesi è questa la cifra del Consiglio regionale di ieri che si è aperto tardi con un minuto di raccoglimento richiesto dal presidente, Lorenzo Sospiri, in occasione della "Giornata del Ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace". Ventuno anni fa, il 12 novembre 2003, il contingente italiano a Nassiriya, nel sud dell'Iraq, fu vittima di un sanguinario attacco kamikaze. Un camion imbottito di tritolo lanciato a folle velocità contro la base Maestrale, uccise 28 persone. Tre anni dopo, il 27 aprile del 2026, in un secondo attentato perse la vita Franco Lattanzio, maresciallo dei carabinieri di Pacentro.
Tra le risoluzioni discusse in aula vale poi la pena segnalare quella presentata dal consigliere teramano Giovanni Cavallari su “Misure per il potenziamento dello screening di popolazione sul tumore mammario”, condivisa dalla maggioranza, con Marco Marsilio in testa. Passiamo alle leggi, tutte passate con i soli voti del centrodestra. La prima, “Modifiche al sistema turistico regionale”, si compone di tre articoli. Con le modifiche introdotte, le strutture ricettive extra–alberghiere come B&B, resort, case vacanze, ostelli e altro ancora, non saranno più qualificate come “strutture ricettive extra alberghiere con le caratteristiche della civile abitazione” ma semplicemente come “strutture ricettive extra–alberghiere” i cui locali «devono possedere i requisiti strutturali e igienico-sanitari previsti per la destinazione residenziale (anziché per la civile abitazione)». Inoltre l'utilizzo di unità immobiliari a destinazione residenziale «non necessita di cambio di destinazione d'uso ed è sempre compatibile con le previsioni del vigente strumento urbanistico comunale», si legge ancora nel progetto di legge. Infine, è specificato «che resta ferma la possibilità di richiedere il cambio di destinazione d’uso nei limiti e con le modalità previste dalla disposizioni vigenti».
Per ciò che riguarda la disciplina degli affittacamere si prevede che, «nelle ipotesi in cui non sia prevista l’erogazione di servizi di ristorazione, di preparazione e somministrazione di alimenti, anche limitatamente alla prima colazione, ai fini dell’esercizio della relativa attività non è richiesta la disponibilità di soggiorno, cucina e locali comuni». La Regione, inoltre, si impegna disciplinare le regole per le strutture residenziali universitarie che potranno provvisoriamente operare, per 12 mesi, qualora siano state finanziate con fondi del Pnrr. Con la raccomandazione espressa in aula dalla consigliera pentastellata, Erika Alessandrini, di farlo davvero. Approvati, sempre con i voti favorevoli della maggioranza e l’astensione dell’opposizione, anche i progetti di legge per il riconoscimento della legittimità di due debiti fuori bilancio: il primo riguarda la messa in sicurezza del fiume Saline a Montesilvano in corrispondenza dell’attraversamento autostradale A14 - lavori in somma urgenza (46.845,26 euro); il secondo la fornitura hardware idoneo a supportare software per programmazione e pianificazione dei servizi di Trasporto pubblico locale (2.991,44 euro). Robetta. Ma tra gli emendamenti legati a queste nome figura l’intervento in favore dell’Ater di Teramo «a parziale compensazione del mancato introito dei canoni di locazione dovuto all’inagibilità degli alloggi causata dal sisma 2016», pari a 400mila euro il 2024. E l’acquisizione immobiliare, «da cespiti di proprietà del mercato ortofrutticolo la Valle Pescara Scarl, non più funzionali all’esercizio delle attività economiche della società», per 1.077.330 euro da fronteggiare con 649.700 euro, «derivanti dall’alienazione dell’immobile sito in San Vito Chietino, denominato ex Cova, e per l’ammontare residuo con le maggiori entrate derivanti dal contrasto all’evasione per tributi regionali vari». Tutto per sanare in parte un vecchio debito di 5 milioni dell’ortofrutticolo. Ed è un salvataggio anche quello attuato verso la Fira: uno stanziamento di 500mila euro da trasferire alla Finanziaria regionale per tamponare una sentenza della Cassazione legata a debiti maturati dalla Asl di Pescara per le famigerate cartolarizzazioni di svariati anni fa. Il resto è mancia.