Il Comune fa causa all'Unicredit
Scontro con la banca per restituire 65 milioni di swap
PESCARA. Il Comune ha 65 milioni di euro di swap che rischiano di affondare il bilancio. L'ente sta cercando di uscire dal giro di questi strumenti finanziari ad altissimo rischio, ma finora non ci è riuscito. Ha fatto causa all'Unicredit banking.
E' l'istituto di credito con cui, nel 2003, la precedente giunta D'Alfonso ha stipulato una valanga di swap per cercare di coprire le spese per gli interessi dei mutui accesi dall'ente per fare le opere pubbliche. Ma i cosiddetti derivati si sono rivelati subito un pericolo per le casse del Comune, che può guadagnare o perdere ingenti somme in base all'oscillazione dei tassi di interesse sui mercati. Questi strumenti finanziari sono una sorta di scommessa al buio: se i tassi oscillano tra il 2,25 e il 4,25 per cento, il Comune guadagna e la banca perde, se si muovono tra il 4,25 e il 6,25, l'ente perde e l'istituto di credito guadagna. Finora è andata abbastanza bene, il Comune ha guadagnato in questi anni un milione. Ma il vento potrebbe improvvisamente cambiare.
Questo contenzioso si sta trascinando da anni, sin dalla passata amministrazione che ha tentato ogni strada, ma invano, per cercare di rescindere i contratti con le banche con cui sono state negoziate le operazioni di swap. Più precisamente Bnl, Unicredit corporate banking e Ubm (Unicredit banca mobiliare). Ora, la battaglia prosegue. Nei giorni scorsi la giunta Mascia ha approvato una delibera con cui autorizza l'avvocato esterno del Comune Duilio Manella a proporre azioni giudiziarie nei confronti di Unicredit banking per la nullità, l'annullamento o la risoluzione dei contratti di swap, nonché per l'eventuale risarcimento dei danni e di rimborso delle commissioni percepite dallo stesso istituto di credito. L'azione legale verrà proposta dinanzi al tribunale di Milano, perché quello di Pescara, che ha già esaminato il caso, si è dichiarato incompentente nel pronunciamento che risale all'anno scorso.
I giudici hanno rigettato nel merito la domanda del Comune, che mirava a far riconoscere «l'inadempimento colpevole» dell'istituto di credito e il conseguente risarcimento del danno, per ciò che riguarda la mancata consulenza e assistenza professionale, previste nel contratto di swap. In quella sede, l'ente è stato persino condannato al rimborso di circa 23mila euro per le spese processuali e per gli onorari degli avvocati. L'assessore al contenzioso Berardino Fiorilli sostiene che ci sono buone speranze che l'amministrazione possa vincere e rescindere il contratto sugli swap che la lega ancora all'istituto di credito. Per ogni evenienza, già la precedente amministrazione aveva stanziato in bilancio un milione di euro, cioè la somma guadagnata in passato dal Comune con i derivati.
L'attuale assessore al bilancio Eugenio Seccia ha incrementato la cifra di altri 400mila euro, portandola a 1,4 milioni. Questa somma potrebbe essere utilizzata per un duplice scopo: per coprire eventuali perdite che potrebbero derivare dai derivati, in caso di un'impennata dei tassi di interesse; oppure, per pagare eventuali rimborsi all'Unicredit, in caso di una transazione. I tentativi fatti finora per uscire dal giro degli swap si sono rivelati inutili. Camillo D'Angelo, vice sindaco e assessore al bilancio della passata giunta D'Alfonso, aveva proposto anche un accordo bonario all'Unicredit, ma l'istituto avrebbe rifiutato.
E' l'istituto di credito con cui, nel 2003, la precedente giunta D'Alfonso ha stipulato una valanga di swap per cercare di coprire le spese per gli interessi dei mutui accesi dall'ente per fare le opere pubbliche. Ma i cosiddetti derivati si sono rivelati subito un pericolo per le casse del Comune, che può guadagnare o perdere ingenti somme in base all'oscillazione dei tassi di interesse sui mercati. Questi strumenti finanziari sono una sorta di scommessa al buio: se i tassi oscillano tra il 2,25 e il 4,25 per cento, il Comune guadagna e la banca perde, se si muovono tra il 4,25 e il 6,25, l'ente perde e l'istituto di credito guadagna. Finora è andata abbastanza bene, il Comune ha guadagnato in questi anni un milione. Ma il vento potrebbe improvvisamente cambiare.
Questo contenzioso si sta trascinando da anni, sin dalla passata amministrazione che ha tentato ogni strada, ma invano, per cercare di rescindere i contratti con le banche con cui sono state negoziate le operazioni di swap. Più precisamente Bnl, Unicredit corporate banking e Ubm (Unicredit banca mobiliare). Ora, la battaglia prosegue. Nei giorni scorsi la giunta Mascia ha approvato una delibera con cui autorizza l'avvocato esterno del Comune Duilio Manella a proporre azioni giudiziarie nei confronti di Unicredit banking per la nullità, l'annullamento o la risoluzione dei contratti di swap, nonché per l'eventuale risarcimento dei danni e di rimborso delle commissioni percepite dallo stesso istituto di credito. L'azione legale verrà proposta dinanzi al tribunale di Milano, perché quello di Pescara, che ha già esaminato il caso, si è dichiarato incompentente nel pronunciamento che risale all'anno scorso.
I giudici hanno rigettato nel merito la domanda del Comune, che mirava a far riconoscere «l'inadempimento colpevole» dell'istituto di credito e il conseguente risarcimento del danno, per ciò che riguarda la mancata consulenza e assistenza professionale, previste nel contratto di swap. In quella sede, l'ente è stato persino condannato al rimborso di circa 23mila euro per le spese processuali e per gli onorari degli avvocati. L'assessore al contenzioso Berardino Fiorilli sostiene che ci sono buone speranze che l'amministrazione possa vincere e rescindere il contratto sugli swap che la lega ancora all'istituto di credito. Per ogni evenienza, già la precedente amministrazione aveva stanziato in bilancio un milione di euro, cioè la somma guadagnata in passato dal Comune con i derivati.
L'attuale assessore al bilancio Eugenio Seccia ha incrementato la cifra di altri 400mila euro, portandola a 1,4 milioni. Questa somma potrebbe essere utilizzata per un duplice scopo: per coprire eventuali perdite che potrebbero derivare dai derivati, in caso di un'impennata dei tassi di interesse; oppure, per pagare eventuali rimborsi all'Unicredit, in caso di una transazione. I tentativi fatti finora per uscire dal giro degli swap si sono rivelati inutili. Camillo D'Angelo, vice sindaco e assessore al bilancio della passata giunta D'Alfonso, aveva proposto anche un accordo bonario all'Unicredit, ma l'istituto avrebbe rifiutato.
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