Il Delfino d'oro divide la politica
Riconoscimento a un investigatore, Del Vecchio attacca Mascia
PESCARA. La consegna dei Ciattè e dei Delfini d'oro, domani in Comune, infiamma lo scontro politico. Enzo Del Vecchio, voce del Pd che però resta isolata, fa riferimento a inchieste vecchie e nuove, attacca il Pdl e tira in mezzo un investigatore della squadra mobile, destinatario di un premio, che si ritrova suo malgrado al centro di una polemica della quale avrebbe fatto a meno.
La questione riguarda la consegna del Delfino d'oro - riconoscimento a personalità che si sono distinte pur non essendo pescaresi - a Nicola Zupo, il poliziotto che ha indagato sulla corruzione in entrambi gli schieramenti. E' stato il consigliere comunale del Pd Enzo Del Vecchio ad attaccare: «Appare sconveniente che l'amministrazione comunale, insediatasi per effetto di una vicenda giudiziaria ancora nella fase dibattimentale e quindi lungi dall'accertamento della verità, rivolga la propria benevola attenzione nei riguardi di quell'investigatore che ha animato quell'inchiesta».
Il riferimento è alla vicenda che ha portato due anni fa all'arresto dell'ex sindaco Luciano D'Alfonso. «Sia ben inteso», aggiunge Del Vecchio, «profondo rispetto merita quell'investigatore per il considerevole contributo alla battaglia per la legalità, ma appare oggettivamente inopportuno, oggi, da parte dell'amministrazione, rivolgere attenzioni così significative nei suoi confronti senza che queste non vengano interpretate come una captatio benevolentiae».
Ed ecco l'affondo al Pdl: «Ancor più inopportuna appare la scelta, laddove si consideri che ha svolto attività investigativa nei confronti di pubblici amministratori dello stesso orientamento politico dell'amministrazione pescarese». Come le inchieste sul sindaco di Montesilvano. Ancora Del Vecchio: «Non posso non vedere una sorta di palese ringraziamento per l'attività investigativa svolta sulla precedente amministrazione e una blandizia per l'attività in corso. Se poi questa scelta viene posta in relazione alle affermazioni del senatore Pastore, riguardo all'inchiesta sui rifiuti, anche questa seguita dal predetto investigatore, che vede coinvolti esponenti del Pdl, la cosa lascia ancor più sbigottiti. Pastore ha accusato la Procura e di converso l'apparato investigativo giudiziario, di aver montato un'"inchiesta che si sta sgonfiando come un soufflè". O Pastore è nel giusto e allora è incomprensibile, oggi, una benemerenza a un investigatore in attività o ha ragione il sindaco Mascia e allora sarebbe bene che i suoi compagni di partito abbandonino le cariche ricoperte».
La questione riguarda la consegna del Delfino d'oro - riconoscimento a personalità che si sono distinte pur non essendo pescaresi - a Nicola Zupo, il poliziotto che ha indagato sulla corruzione in entrambi gli schieramenti. E' stato il consigliere comunale del Pd Enzo Del Vecchio ad attaccare: «Appare sconveniente che l'amministrazione comunale, insediatasi per effetto di una vicenda giudiziaria ancora nella fase dibattimentale e quindi lungi dall'accertamento della verità, rivolga la propria benevola attenzione nei riguardi di quell'investigatore che ha animato quell'inchiesta».
Il riferimento è alla vicenda che ha portato due anni fa all'arresto dell'ex sindaco Luciano D'Alfonso. «Sia ben inteso», aggiunge Del Vecchio, «profondo rispetto merita quell'investigatore per il considerevole contributo alla battaglia per la legalità, ma appare oggettivamente inopportuno, oggi, da parte dell'amministrazione, rivolgere attenzioni così significative nei suoi confronti senza che queste non vengano interpretate come una captatio benevolentiae».
Ed ecco l'affondo al Pdl: «Ancor più inopportuna appare la scelta, laddove si consideri che ha svolto attività investigativa nei confronti di pubblici amministratori dello stesso orientamento politico dell'amministrazione pescarese». Come le inchieste sul sindaco di Montesilvano. Ancora Del Vecchio: «Non posso non vedere una sorta di palese ringraziamento per l'attività investigativa svolta sulla precedente amministrazione e una blandizia per l'attività in corso. Se poi questa scelta viene posta in relazione alle affermazioni del senatore Pastore, riguardo all'inchiesta sui rifiuti, anche questa seguita dal predetto investigatore, che vede coinvolti esponenti del Pdl, la cosa lascia ancor più sbigottiti. Pastore ha accusato la Procura e di converso l'apparato investigativo giudiziario, di aver montato un'"inchiesta che si sta sgonfiando come un soufflè". O Pastore è nel giusto e allora è incomprensibile, oggi, una benemerenza a un investigatore in attività o ha ragione il sindaco Mascia e allora sarebbe bene che i suoi compagni di partito abbandonino le cariche ricoperte».
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