Droga e contanti sequestrati durante le indagini

PESCARA

Il delivery della droga: 5 arresti e minacce ai clienti / CHI SONO

Cocaina e hascisc consegnate a domicilio al posto di cibo e bevande anche durante il lockdown: da Rancitelli a Porta Nuova fino alle zone della movida attraverso i fattorini. Ordinazioni su social e sul sito di un'azienda di copertura

PESCARA. Droga consegnata a domicilio al posto di cibo e bevande prenotate su wapp e/o su un sito di una società. Il sistema è stato scoperto dalla polizia che, a seguito di quasi cinque mesi di indagini (da ottobre 2020 a marzo 2021), ha effettuato cinque arresti su ordinanza del giudice delle indagini preliminari Fabrizio Cingolani su richiesta del pm Luca Sciarretta.

In carcere sono finiti in quattro, un altro è ai domiciliari e sono tutti pescaresi. Sono: Luca Di Pietrantonio, 28 anni; Antonio Patanè (38); Paolo De Luca (50) e Osvaldo Mancini (70 anni). I domiciliari sono scattati invece per Federico Orfanelli di 20 anni.

In questura è stato sottolineato che si tratta di persone del quartiere Rancitelli già note dalle forze dell'ordine per altri fatti. In sostanza, secondo l'accusa, i cinque avevano creato un sistema itinerante per la consegna della droga, cocaina e hascisc.

L’attività investigativa è scaturita da alcuni arresti effettuati dalla squadra mobile tra agosto e novembre 2020  nella zona di Portanuova, su personaggi della criminalità del quartiere Rancitelli.

In particolare, sempre secondo quanto emerso, Luca Di Pietrantonio avrebbe organizzato un giro dello spaccio servendosi dei cosiddetti “cavalli”, ovvero fattorini debitamente istruiti. L'attività sarebbe cresciuta e  Di Pietrantonio avrebbe creato con  alcuni complici una ditta (di copertura) di delivery che a sua volta avrebbe continuato a servirsi dei  “cavalli” fra i quali  Antonio Patané, e Federico Orfanelli. "Gli ordinativi ", si legge su una nota, " venivano effettuati tramite social media o su un sito internet dedicato, attraverso un linguaggio codificato noto anche agli acquirenti".
Ai “cavalli” sarebbero stati così consegnati quasi quotidianamente circa 30/40 grammi di cocaina già suddivisa in singole dosi, disponendo tariffari precisi e quantitativi minimi per le consegne nelle ore notturne. In questo modo, tra il settembre 2020 e l’aprile 2021, la polizia è riuscita a documentare numerose cessioni quotidiane soprattutto nelle zone del centro cittadino, camuffate da consegne di alimenti.
Secondo la questura, l'attività di spaccio, è quantificabile nello smercio di oltre mezzo chilogrammo di cocaina al mese, destinato principalmente allo spaccio al dettaglio per la cosiddetta “Pescara bene”.  Alcuni clienti sono stati identificati nel corso delle indagini.
L’espediente del delivery, oltre a fungere da copertura ideale per lo spaccio a domicilio, avrebbe consentito agli indagati di aggirare anche le più severe restrizioni alla circolazione imposte dalle misure anti Covid-19 nei mesi di lockdown, potendo così espandere la loro clientela costretta a rimanere a casa.
Inoltre il gruppo, non avrebbe esitato a ricorrere a intimidazioni e rappresaglie, sia nei confronti dei clienti per recuperare i propri crediti, sia nei confronti di presunti concorrenti. Ad esempio in un caso sarebbe stata incendiata l’autovettura di un cliente che non aveva pagato la fornitura di droga.
Coacian e hascisc non sarebbero mancate grazie ai contatti di Paolo De Luca che, con la complicità di Osvaldo Mancini, risulterebbe anche un punto di riferimento per reperire armi da fuoco. In casa sua il 31 marzo è stata  trovata e sequestrata una pistola Berardinelli V 60 calibro 7,65.

In precedenza, nel corso dell’attività d’indagine, erano stati arrestati altri  quattro per spaccio di stupefacenti, e sequestrati oltre 120 grammi di cocaina (tutta  in singole dosi) e 700 grammi di hashish.
Infine, ad uno degli arrestati trovato in possesso delle dosi destinate alla consegna, era stata sequestrata la somma in contanti di 49mila euro, che si presume fosse provento dell’attività di spaccio.