Giuliano Torlontano tra il sindaco Masci e il presidente del consiglio comunale Santilli

PESCARA

Il figlio di Torlontano: «Mio padre buttò sempre il cuore oltre l’ostacolo» 

A 100 anni dalla nascita medici e politici ricordano il fondatore del reparto di Ematologia. Il rettore Stuppia: «Anticipò il concetto della medicina umana»

PESCARA. Antonio era un bimbo dalla Marina di Pescara e fu uno dei primi trapiantati in Italia di midollo osseo. Il piccolo Umberto, vivace coi suoi capelli rossi, veniva curato con le flebo attaccate al triciclo, per non fargli perdere il sorriso. Sono due dei tantissimi pazienti di Glauco Torlontano, simbolo dell'Ematologia a livello internazionale, i cui esempi danno il senso della caratura professionale del professore.
Al fondatore del reparto di Ematologia di Pescara, ieri è stato dedicato un consiglio comunale straordinario, organizzato in occasione del centenario della sua nascita. L’omaggio nella seduta presieduta da Gianni Santilli è arrivato da luminari dell’ematologia, della genetica, professori universitari e rappresentanti delle istituzioni, tutti concordi nel definirlo un grande uomo, un grande medico, un grande scienziato che ha messo il suo tempo al servizio della società.

«Per ricordare Glauco Torlontano abbiamo pensato che la cosa migliore sarebbe stata un consiglio comunale straordinario, perché lui era una persona straordinaria», ha detto il sindaco Carlo Masci. «Si è messo a disposizione della comunità sia da un punto di vista professionale, ma anche politico. Lo ricordo in questa sala consiliare come un insegnamento per tutti noi. Aveva una cosa che spesso i grandi hanno: l’umiltà». Era il 23 novembre 1973 quando Torlontano aprì il reparto a Pescara, partendo da un solo letto. In pochi mesi quell’unica stanza crebbe e con essa i posti a disposizione e l’esperienza accumulata da lui e dai suoi giovani allievi che divennero a loro volta luminari apprezzatissimi. In quegli anni dell’Ematologia si sapeva poco e niente ma le intuizioni, una dietro l’altra, del professore, resero quel reparto un centro di eccellenza.
«Torlontano aveva creato un sistema che anticipava il concetto della medicina umana, per cui si tratta non la malattia, ma il malato», ha ricordato Liborio Stuppia, rettore dell’università d’Annunzio. «Ebbe una visione: fare eccellenza anche in una città come Pescara».
«Sono felice oggi perché insieme stiamo ricordando un esempio di rettitudine», ha sottolineato non privo di emozione l’ematologo Giuseppe Fioritoni, che Torlontano portò a Pescara, quando era un giovane medico. «Tutti conosciamo ciò che il professore ha scolpito nella storia di questa città e di questa regione con idee innovative».
Torlontano fu anche uomo delle istituzioni, come senatore, tra i banchi del consiglio comunale e poi ancora fondatore dell'associazione Sos Ambiente. «Glauco Torlontano merita questo consiglio perché ha preso il tempo e lo ha destinato per raggiungere risultati di valenza collettiva», ha ricordato il deputato Pd Luciano D’Alfonso. «Non era un politico, il suo mondo era la medicina e sulla sanità si è battuto tantissimo», ha aggiunto Gianni Melilla che con il professore ha condiviso l'esperienza politica. «Con lui si parlava di tutto, soprattutto di umanità». «È stato un uomo che ha saputo gestire perfettamente i tanti ruoli che ricopriva», ha evidenziato il deputato Fi Nazario Pagano, «marito, padre di famiglia, scienziato, medico, professore universitario e uomo politico».
«Mio padre buttò sempre il cuore oltre l'ostacolo», ha rimarcato in chiusura il figlio del professore, Giuliano Torlontano, giornalista del Tg5, «come medico, ricercatore, come politico. Fu capace di battaglie trasversali come quella sulla filovia che sosteneva o contro la chiusura dell’ospedale di Pescara. È stato un grande riformatore pragmatico e sono grato che la città lo ha ricordato proprio così».