Il fornitore della cocaina dei rom sorpreso con 15mila euro in tasca 

Tra gli indagati anche un 25enne, fermato con i soldi dopo una serie di tappe a Rancitelli e San Donato L’accusa: quel tesoro è la prova degli affari degli Spinelli, doveva essere reinvestito con altra droga

PESCARA. Più di 5mila euro nel marsupio alla moda; altri 10mila nascosti in un mobile del salotto. Tra gli indagati dell’inchiesta “Aternum”, che venerdì scorso ha portato all’arresto di 4 donne rom, c’è anche un 25enne di San Benedetto del Tronto: secondo l’ipotesi dei carabinieri del Nucleo investigativo di Pescara, era lui uno dei fornitori della famiglia Spinelli che spacciavano cocaina nella casa di via Aterno, a Rancitelli. Quei soldi sono stati trovati durante una perquisizione e, dice il gip Giovanni de Rensis, sono la conferma del «redditizio e importante giro di affari».
Secondo i carabinieri, quel giorno, il 25enne aveva «raccolto da svariati clienti del denaro, quale corrispettivo di cessioni di sostanze stupefacenti da reinvestire nell’acquisto di nuovi quantitativi di droga da immettere nel mercato illecito»: durante il suo giro in macchina, il giovane si era fermato «per brevissimi lassi di tempo», oltre all’abitazione di via Aterno, anche in case di «soggetti pregiudicati locali di etnia rom» in via Aldo Moro, via Lago di Borgiano e via Rio Sparto. Scendeva dall’auto e poi risaleva subito dopo: pedinato e fermato dai carabinieri, ecco che è spuntato il suo tesoro.
Secondo le carte dell’indagine, coordinata dal pm Giuliana Rana, «tutti i membri della famiglia Spinelli apparivano personalmente coinvolti nell’attività materiale di cessione della droga»: «Un ruolo predominante» è quello assegnato a Maria Spinelli, 56 anni, 17 condanne irrevocabili alle spalle, finita in carcere. Un gradino più in basso, Miriana Spinelli, 29enne, e Tiziana Spinelli (39), anche loro in carcere: secondo il gip, per le donne Spinelli «non appare neppure lontanamente ipotizzabile una qualsivoglia capacità di rispettare le leggi». Un altro gradino più in basso, Laura Bevilacqua, 21 anni, ai domiciliari. Nell’inchiesta, poi è indagato anche il marito di Maria, Guerino Spinelli (58). Nella loro casa, secondo i carabinieri del Nucleo investigativo, guidati dal tenente Giuseppe Sicuro e coordinati dal comandante provinciale Stefano Ranalletta, c’era «un considerevole movimento di persone conosciute dai carabinieri come consumatori abituali di sostanze stupefacenti». Un giro stimato fino a trecento cessioni di cocaina al giorno dal valore di 20mila euro a settimana: una fortuna costruita grammo su grammo, a partire da dosi di 10 euro.
Fermati dai carabinieri fuori casa dopo l’acquisto, diversi clienti hanno confermato l’ipotesi investigativa: «La sostanza è per uso personale, l’ho acquistata da una donna rom, di circa 55-60 anni di nome Maria, in via Aterno».
Tanti altri, però, hanno tenuto un «atteggiamento omertoso nei confronti degli Spinelli che si desume da dichiarazioni reticenti degli assuntori o dal fatto che gli acquirenti, sovente, avvisavano gli spacciatori dell’avvenuto sequestro della sostanza stupefacente appena acquistata da loro». E un cliente beccato racconta alla signora Maria: «Mi hanno visto con la macchina un po’ così». E lei: «E tu non l’hai buttato». Il cliente dice che non ha fatto nomi e precisa «che lui è una persona seria e non “qua qua”». Ma gli Spinelli non gli credono fino in fondo: «Vai a prendere la carta ai carabinieri».