Il generale Giorgio Toschei, comandante della Guardia di Finanza

Il generale Toschi: «Mafie sempre in agguato. Dove c’è da ricostruire» 

Dal legame stretto con Chieti, dove è nato 62 anni fa, al ruolo svolto dai finanzieri nella nostra regione. Fino all’emergenza immigrazione

«Dove arrivano i soldi per la ricostruzione ovviamente arrivano anche i criminali che vogliono appropriarsene. L’Abruzzo non è particolarmente a rischio criminalità ma sarà ancora oggetto di prevedibili tentativi, da parte delle mafie, di infiltrarsi nell’economia legale». Stai attento Abruzzo, dice in sintesi Giorgio Toschi, comandante generale della Guardia di Finanza, che però in questa lunga intervista al Centro, alla vigilia della festa nazionale della Fiamme Gialle, ci rassicura. E lo fa con lo spirito di chi ama la sua terra.
Generale Toschi, l'Abruzzo oggi è protagonista in Italia con la Guardia di Finanza. La rende orgoglioso?
«Mi rende molto orgoglioso. Siamo qui per dare un ulteriore e tangibile segno di vicinanza alle popolazioni colpite dal terremoto del 6 aprile 2009 e dai terribili eventi che l’anno scorso, a fine agosto e a fine ottobre, hanno martoriato il Centro-Italia. Le Fiamme Gialle vogliono esprimere tutta la loro solidarietà: come nel 2009 le porte della nostra caserma di Coppito si sono spalancate per ospitare i “senza tetto” e le Istituzioni, nel 2016 e nel 2017 gli stessi cancelli si sono aperti per raggiungere e prestare soccorso ai cittadini vessati dai sismi e dal maltempo».
Perché L'Abruzzo e l'Aquila?
«Perché all’Aquila ha sede il Reparto d’Istruzione che ha il compito di formare i nostri Ispettori e Sovrintendenti, ossia, le assi portanti della struttura organizzativa del Corpo. A loro vengono infatti demandati i più importanti compiti operativi in termini di esecuzione di indagini, ispezioni e interventi di controllo economico del territorio. Poi, perché l’Abruzzo e il suo capoluogo rappresentano il simbolo della capacità di reagire a eventi tragici e imprevedibili come i terremoti. Inoltre, a L’Aquila sono operativi i coraggiosi militari del nostro Soccorso Alpino che, proprio in occasione delle recenti calamità che hanno così profondamente toccato le regioni centrali, si sono prodigati, insieme ai colleghi dello stesso contingente specializzato giunti da tutta Italia, nel portare aiuto e conforto ai cittadini».
Quale ruolo ha la Guardia di Finanza nella nostra regione?
«Un ruolo rilevante. Abbiamo il Comando Regionale Abruzzo con, alle dipendenze, i comandi provinciali dell’Aquila, di Chieti, Pescara e Teramo, che dispongono dei nuclei di polizia tributaria e di molti reparti territoriali, da Avezzano a Sulmona, da Ortona a Lanciano, da Vasto a Popoli, da Nereto a Giulianova, fino a Roseto degli Abruzzi. Poi abbiamo le ormai famose stazioni Sagf dell’Aquila e Roccaraso. A Pescara abbiamo il Reparto Operativo Aeronavale. Ovviamente non dimentico la Scuola Ispettori e Sovrintendenti di Coppito, che forma ogni anno migliaia di marescialli, la spina dorsale del Corpo, visto che rappresentano più del 60 per cento degli oltre 58.000 militari effettivi della Guardia di Finanza».
L'Abruzzo è una regione a rischio in materia di criminalità economica?
«Dove arrivano i soldi per la ricostruzione ovviamente arrivano anche i criminali che vogliono appropriarsene. Quindi, l’Abruzzo non è particolarmente a rischio criminalità rispetto alle altre regioni anche se è stata e sarà ancora oggetto di prevedibili tentativi, da parte delle “mafie”, di infiltrarsi nell’economia legale.
Ma la Guardia di Finanza abruzzese so che sta lavorando molto bene per la difesa dei diritti degli aprutini e delle imprese sane di questo territorio a cui sono molto legato per le mie origini».
E quale ruolo ha invece la Finanza in Italia in un momento così delicato?
«Ha un ruolo fondamentale e strategico per contribuire alla crescita del Paese. Innanzitutto, abbiamo una nuova visione dei controlli fiscali, meno indiscriminati sulla generalità degli imprenditori, operando nei confronti di chi compie frodi fiscali, anche di tipo organizzato e a livello internazionale. Con l’approfondimento di decine di migliaia di segnalazioni per operazioni sospette contrastiamo, tra l’altro, il riciclaggio di denaro sporco da parte della criminalità e il finanziamento al terrorismo. Con il comparto aeronavale contrastiamo i traffici illeciti nel Mediterraneo, di stupefacenti, di armi e di esseri umani e, dal 2017, siamo la forza di polizia del mare. Non dimentichiamo la lotta al contrabbando e alla contraffazione».
Diseguaglianze e tensioni sociali, immigrazione e crisi. Come si è evoluto e specializzato il modo di indagare della Finanza alla luce dei cambiamenti della società?
«Stiamo valorizzando sempre più le informazioni derivanti dalle indagini di polizia giudiziaria e la collaborazione con le Magistrature, con tutte le forze di Polizia e con gli altri Enti e Istituzioni, anche a livello internazionale. Molto l’impegno sul fronte dell’anticorruzione e della ricerca degli sprechi e sperperi nel settore degli appalti e dei subappalti pubblici. Sul mare interveniamo a contrasto dello sfruttamento dell’immigrazione clandestina. Nei primi 5 mesi del 2017 abbiamo infatti arrestato 35 scafisti e sequestrate 19 imbarcazioni. Le nostre attività poi sono sempre più tecnologiche e sfruttano l’interconnessione di oltre 40 banche dati».
Tornare in Abruzzo per lei significa tornare a casa. Chieti, la sua città, è una famiglia, oltre che un insieme di ricordi. Quali sono i più belli?
«Chieti, da sempre, suscita in me un sentimento profondo, una sorta di cordone ombelicale che mi riconduce costantemente alle mie origini. Sin dai primi anni della mia esistenza ho desiderato divenire una “fiamma gialla”, come mio nonno (arruolatosi nel 1911), mio padre (arruolatosi nel 1946) e mio zio (arruolatosi nel 1954). Loro, diversamente da me, non erano teatini di nascita ma di adozione, essendo nati in altre città ove prestava servizio mio nonno, prima fiamma gialla della famiglia. Ho vissuto nelle caserme della Guardia di Finanza; sono genitore di un ufficiale del Corpo nonché fratello di ufficiale delle Fiamme Gialle. Certo non potevo immaginare che, partendo da qui, da questi luoghi, il destino mi avrebbe portato un giorno in cima a una vetta così importante, quella di Comandante Generale della Guardia di Finanza. E allora, più che rievocare i ricordi più belli, mi piace evidenziare che non dimenticherò mai quello che Chieti e i suoi abitanti hanno fatto e rappresentato per me. L’antico e mai interrotto rapporto d’affetto che ho con il con il mio paese non lo interromperò mai. Anzi devo dirle che, giorno dopo giorno, mi sento sempre più vicino a questa terra nei confronti della quale sarò sempre grato e riconoscente».
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