la proposta per l’ex consorzio
Il Pd: quel progetto è irricevibile
«L’intervento non può avere premi di cubatura, lo dice la Consulta»
PESCARA. Per il Pd, il progetto per l’ex consorzio agrario è addirittura irricevibile. «La maggioranza», dicono i consiglieri Enzo Del Vecchio, Camillo D’Angelo e Florio Corneli, «sostiene che il progetto presentato dalla società Le tre gemme srl per il recupero dei volumi dei capannoni dell'ex consorzio agrario sia perfettamente rispondente al dettato del decreto legge 70/2011 e della legge regionale 49/2012, configurandosi l'intervento come ristrutturazione edilizia con la totale sostituzione degli organismi edilizi oggi esistenti. L’opposizione , invece continua a sostenere l’illegittimità della procedura, in quanto la stessa, configurandosi come nuova costruzione non può beneficiare delle finalità previste nei due provvedimenti». In pratica, non potrebbe beneficiare dei premi di cubatura previsti nel Decreto sviluppo per le ristrutturazioni di edifici esistenti.
I consiglieri del Pd citano, in proposito una sentenza della Consulta. «Un confronto tra sordi», fanno notare, «che oggi, ancora una volta, vede in una recentissima sentenza della Corte costituzionale far pendere l'ago della bilancio in favore delle tesi sostenute dall’opposizione. In un passaggio esemplare della sentenza, numero 309, del 21 novembre 2011, la Suprema Corte afferma che: “in base alla normativa statale di principio, quindi, un intervento di demolizione e ricostruzione che non rispetti la sagoma dell'edificio preesistente, intesa quest'ultima come la conformazione planivolumetrica della costruzione e il suo perimetro considerato in senso verticale e orizzontale, configura un intervento di nuova costruzione e non di ristrutturazione edilizia”».
«Di fronte a questo quadro desolante che conferma una classe politica di governo inadeguata e pasticciona», osservano gli esponenti del Pd, «rimane il rammarico di tanto tempo perso e delle vane aspettative ingenerate che nuocciono doppiamente al sistema economico e sociale del nostro territorio. Un altro sonoro schiaffo all’economia, che meritava e merita ben altre attenzioni, e alla credibilità di una politica che si connota sempre più come asservita che di servizio».
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