Il Pdl: Di Mattia già in crisi dopo 5 mesi
Montesilvano, attacco dopo la lite nel centrosinistra riunito in conclave. Sospiri: Comune ostaggio dei veleni del passato
MONTESILVANO. «Ad appena 5 mesi dalle elezioni, la maggioranza di centrosinistra già vive alla giornata e il sindaco Idv Attilio Di Mattia non è più in grado di tenere unita la sua squadra. Ma noi l’avevamo detto che sarebbe successo: la coalizione era troppo eterogenea fin dalla partenza, pur di vincere hanno messo dentro di tutto». A parlare così è Lorenzo Sospiri, consigliere regionale del Pdl e capo provinciale del partito. L’attacco dell’opposizione arriva il giorno dopo il conclave del centrosinistra finito tra gli insulti: sabato scorso, il capogruppo Pd Massimiliano Pavone e il consigliere Udc Emidio Di Felice hanno abbandonato il ristorante di Moscufo dopo le accuse di troppe pressioni sul sindaco piovute dall’Idv. Neanche il tempo di mangiare i ravioli di ricotta al sugo che Pavone e Di Felice hanno sbattuto la porta innescando una mini crisi.
«Anche a Pescara, noi del centrodestra abbiamo problemi di governo ma si discute sui temi», afferma Sospiri, «a Montesilvano, invece, il centrosinistra è ancora avvitato nei veleni del passato e non pensa alla città. E poi le distanze tra maggioranza e opposizione si sono accorciate: c’è tensione nell’aria e Di Mattia non si aspetti aiuti dall’opposizione perché non arriveranno», avverte Sospiri riferendosi alla sentenza del Tar che ha deciso l’uscita di scena del consigliere di maggioranza Lorenzo Silli (Popolo di Montesilvano) e il rientro di Claudio Daventura del Pdl, ex vicesindaco degli ultimi 2 anni di Cordoma.
Di Mattia risponde sorridendo alle critiche: «Niente di grave, tra di noi ci sono soltanto troppa esuberanza e tanta voglia di fare per il bene comune. È normale che, adesso, la minoranza intervenga a gamba tesa. Che continuassero pure a parlare in politichese, noi siamo brave persone che vogliono amministrare la città e, se discutiamo, lo facciamo soltanto per la grande voglia di risolvere i problemi ma la verità è che non si può cambiare tutto e subito. Comunque», assicura il sindaco, «al ristorante non ci sono stati insulti: è stata una discussione tesa sì ma sana e la maggioranza ne è uscita rafforzata».
Ma il Pdl – che negli anni di Cordoma ha vissuto sulla sua pelle la maledizione del patto dei ravioli con una crisi dietro l’altra – non ci crede e coglie la palla al balzo per criticare la maggioranza: «C’è uno scontro tra la vecchia e la nuova politica», osserva Paolo Cilli, «il centrosinistra è in difficoltà e l’ultima dimostrazione è proprio la lite a Moscufo. Fino a oggi, non è stata adottata neanche una delibera importante visto che il bilancio è un semplice atto dovuto. Invece, in tempi di crisi per le famiglie, loro di che parlano? Di aumentare le tasse», continua Cilli, «per esempio, ci hanno consegnato una delibera per far partire, dal prossimo primo ottobre, la tassa di soggiorno ma finora non è stata né discussa né adottata. Faccio notare che sarebbe un’ulteriore mazzata per il turismo. Nelle commissioni, poi, la maggioranza ha ipotizzato anche di aumentare le tariffe, dalla mensa ai centri sportivi. In città si comincia a rimpiangere Cordoma ed è tutto dire», chiude Cilli. «La tassa di soggiorno? Non conosco nessuna delibera», replica Di Mattia, «è vero che ci abbiamo riflettuto nelle riunioni di maggioranza ma non so come abbia fatto Cilli ad avere dei documenti: non credo che sia in maggioranza con noi».
«La lite nel centrosinistra? Non è affatto una sorpresa per me», afferma Manola Musa, capogruppo Pdl ed ex candidato sindaco, «ci sono troppi colori diversi nella maggioranza per trovare un punto d’incontro. Mi auguro che si ritrovi il buon senso e che gli obiettividel rilancio della città siano condivisi ma dubito che sarà così: c’è troppa divergenza, spero di sbagliarmi perché non si può già tornare a votare».
Attacca senza sconti anche Ernesto De Vincentiis (Montesilvano futura), ex vicesindaco nei primi 3 anni di Cordoma: «La lite è lo specchio di un’amministrazione che in 100 giorni non ha fatto niente se non scelte discutibili e clientelari come nel caso delle nomine e dello staff. Le promesse della campagna elettorale sono state già smentite. La lite? Mica soltanto sabato scorso», rivela De Vincentiis, «succede tutti i giorni anche nelle commissioni. I dissidi nascono anche da una delibera di indirizzo della giunta che ha deciso che il centro Trisi deve essere gestito dall’Azienda speciale: Pd e Udc, su questo, hanno alzato già un muro. La verità», per il consigliere, «è che un tale atto non è di competenza della giunta. C’è dilettantismo e il problema è che mozioni e interrogazioni arrivano dalla maggioranza che ha il potere di decidere e intervenire: l’amministrazione non reggerà».
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