Il pm varone: "Processate il primario per abuso"
L'inchiesta sulla nomina del cognato di Venturoni, chiesto il giudizio per Scoccianti. D’Amario in aula per testimoniare nella causa civile: "Io non c’entro con l’affidamento dell’incarico"
PESCARA. Il pm Gennaro Varone ha chiesto il rinvio a giudizio per il primario di Chirurgia vascolare dell'ospedale di Pescara Marco Scoccianti nell'inchiesta sulla nomina a vice primario di Walter Di Nardo, cognato dell'ex assessore regionale alla Sanità e capogruppo Pdl Lanfranco Venturoni.
L'udienza preliminare inizierà il prossimo 14 giugno davanti al giudice Maria Michela Di Fine.
Al centro dell'inchiesta, coordinata dal pm Gennaro Varone ed eseguita dai carabinieri del Nas guidati dal capitano Marcello Sciarappa, c'è la nomina di Walter Di Nardo, medico di origine lancianese con vent'anni di esperienza alle spalle compreso un incarico da assistente medico in Cardiochirurgia a Teramo, a vice primario di Chirurgia vascolare. Con l'inchiesta arrivata alla conclusione, Di Nardo ha rifiutato la proroga del contratto fino al 30 aprile prossimo già firmata dal direttore generale della Asl Claudio D'Amario e ha ottenuto il ritorno all'ospedale di Teramo con quattro mesi di anticipo.
SOTTO ACCUSA. Per l'accusa, la nomina di Di Nardo, giunto a Pescara in comando da Teramo nel 2009 - stesso anno dell'arrivo di D'Amario alla guida della Asl - è viziata perché decisa da Scoccianti senza prima comparare i curriculum dei concorrenti: un incarico, così sostengono carabinieri del Nas e procura, affidato senza aver letto il curriculum Di Nardo. È per questo che Scoccianti è accusato di abuso d'ufficio.
D'AMARIO IN AULA. La richiesta di processo a carico di Scoccianti, da ieri, fa parte anche degli atti di un processo civile che oppone Romeo Angelini, medico che si considera leso dall'incarico affidato a Di Nardo «vantando un curriculum clinico di primario livello tale da collocarlo in chiara e netta posizione preferenziale», così ha denunciato in una diffida, e la Asl. Per rendere un interrogagorio formale, ieri in tribunale, è arrivato anche D'Amario: il manager avrebbe dovuto presentarsi in tribunale già il 4 dicembre scorso ma, a causa della visita a Pescara del ministro della Sanità Renato Balduzzi, non l'ha fatto. Così, ieri, D'Amario si è seduto al banco dei testimoni e, in una deposizione finita in un lampo, ha escluso pressioni per la nomina di Di Nardo affermando che la scelta non è stata sua ma soltanto di Scoccianti. In aula, per ascoltare le parole di D'Amario, anche Angelini, assistito dall'avvocato e docente di Diritto privato alla facoltà di Giurisprudenza dell'università di Teramo Domenico Russo, e Di Nardo, difeso dal legale teramano Franco Di Teodoro. L'avvocato della Asl è Fabio Nieddu.
DECISIONE. Il giudice Carmine Maffei ha aggiornato la seduta al prossimo 25 settembre: sarà il giorno della decisione e Maffei rivelerà se la nomina del parente di Venturoni è regolare oppure no. Una sentenza che, poi, si ripercuoterà inevitabilmente anche nel processo penale.
L'udienza preliminare inizierà il prossimo 14 giugno davanti al giudice Maria Michela Di Fine.
Al centro dell'inchiesta, coordinata dal pm Gennaro Varone ed eseguita dai carabinieri del Nas guidati dal capitano Marcello Sciarappa, c'è la nomina di Walter Di Nardo, medico di origine lancianese con vent'anni di esperienza alle spalle compreso un incarico da assistente medico in Cardiochirurgia a Teramo, a vice primario di Chirurgia vascolare. Con l'inchiesta arrivata alla conclusione, Di Nardo ha rifiutato la proroga del contratto fino al 30 aprile prossimo già firmata dal direttore generale della Asl Claudio D'Amario e ha ottenuto il ritorno all'ospedale di Teramo con quattro mesi di anticipo.
SOTTO ACCUSA. Per l'accusa, la nomina di Di Nardo, giunto a Pescara in comando da Teramo nel 2009 - stesso anno dell'arrivo di D'Amario alla guida della Asl - è viziata perché decisa da Scoccianti senza prima comparare i curriculum dei concorrenti: un incarico, così sostengono carabinieri del Nas e procura, affidato senza aver letto il curriculum Di Nardo. È per questo che Scoccianti è accusato di abuso d'ufficio.
D'AMARIO IN AULA. La richiesta di processo a carico di Scoccianti, da ieri, fa parte anche degli atti di un processo civile che oppone Romeo Angelini, medico che si considera leso dall'incarico affidato a Di Nardo «vantando un curriculum clinico di primario livello tale da collocarlo in chiara e netta posizione preferenziale», così ha denunciato in una diffida, e la Asl. Per rendere un interrogagorio formale, ieri in tribunale, è arrivato anche D'Amario: il manager avrebbe dovuto presentarsi in tribunale già il 4 dicembre scorso ma, a causa della visita a Pescara del ministro della Sanità Renato Balduzzi, non l'ha fatto. Così, ieri, D'Amario si è seduto al banco dei testimoni e, in una deposizione finita in un lampo, ha escluso pressioni per la nomina di Di Nardo affermando che la scelta non è stata sua ma soltanto di Scoccianti. In aula, per ascoltare le parole di D'Amario, anche Angelini, assistito dall'avvocato e docente di Diritto privato alla facoltà di Giurisprudenza dell'università di Teramo Domenico Russo, e Di Nardo, difeso dal legale teramano Franco Di Teodoro. L'avvocato della Asl è Fabio Nieddu.
DECISIONE. Il giudice Carmine Maffei ha aggiornato la seduta al prossimo 25 settembre: sarà il giorno della decisione e Maffei rivelerà se la nomina del parente di Venturoni è regolare oppure no. Una sentenza che, poi, si ripercuoterà inevitabilmente anche nel processo penale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA