«Il Ponte del cielo non potrà impedire la vista del mare»
Il Comune invia le controdeduzioni alla Soprintendenza che ha bocciato il progetto: «Le critiche non sono fondate»
PESCARA. «Il Ponte del cielo non costituisce una barriera visiva al mare». Ecco uno dei passaggi del documento che l’amministrazione comunale ha inviato ieri alla Soprintendenza alle belle arti e al paesaggio d’Abruzzo, per rispondere al preavviso di diniego al progetto spedito nei giorni scorsi dall’organo del ministero dei Beni culturali con sede all’Aquila. Nelle otto pagine, il Comune replica punto per punto alle critiche che, secondo l’ente, non sarebbero affatto fondate. Spera così di poter ribaltare il giudizio negativo e di ottenere il via libera all’autorizzazione paesaggistica necessaria per poter realizzare il pontile circolare di 84 metri di diametro nello specchio d’acqua antistante largo Mediterraneo.
È stata proprio la Soprintendenza a sollecitare l’invio delle controdeduzioni e il Comune non ha perso tempo. Ed ecco cosa è stato scritto nel documento firmato dal dirigente del settore Lavori pubblici Giuliano Rossi.
Il dirigente comincia subito affermando che non appaiono fondate le critiche espresse dalla Soprintendenza in merito alla scelta del luogo. «L’opera in questione», si legge, «è sostanzialmente una passerella proiettata nel mare e, quindi, difficilmente può determinare interferenze con gli aspetti visuali e paesistici che caratterizzano il litorale pescarese». «Questo nuovo percorso pedonale», prosegue il dirigente, «completa proprio la passeggiata che da corso Umberto conduce a largo Mediterraneo, consentendo un’inedita vista di questa parte della città dal mare».
Il Comune, poi, respinge al mittente anche il fatto che il pontile possa diventare un ostacolo alla Nave di Cascella. «Una vera e propria nave», ha scritto la Soprintendenza, «in grado di salpare nel porto liberamente senza alcun filtro od ostacolo verso il mare». «Ne emerge una ricostruzione», ribatte il dirigente, «in base alla quale il valore paesaggistico protetto dal vincolo del 1975 risulta dalla presunta intenzione di un artista che sarebbe maturata alcuni anni dopo, senza alcun supporto documentale». «Colpisce per esempio il fatto», va avanti il documento, «che il parere si soffermi sulla rimozione della storica balaustra (che sarebbe stata richiesta da Pietro Cascella), presente al momento dell’apposizione del vincolo e da questa circostanza faccia praticamente discendere l’intero argomento su cui si fonda il parere negativo e cioè che tra la Nave e l’orizzonte sarebbe ormai intervenuto il divieto di inserimento di qualsivoglia elemento».
La difesa del Comune prosegue: «La struttura è praticamente al livello della superficie dell’acqua e non costituisce reale impedimento al panorama percepibile dal monumento che si trova ad una quota di almeno 75 centimetri inferiore al pavimento di largo Mediterraneo. Esso non costituisce neppure una barriera visiva». Nello stesso sito del Ponte del cielo», conclude, «esisteva negli anni Trenta un pontile tradizionale per passeggiare sull’acqua. Appare quindi ancora una volta non supportata da sufficienti elementi fattuali l’affermazione contenuta nel parere secondo cui il Ponte del cielo è un elemento alieno».
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