EDITORIA

Il presidente dell'OdG Bartoli a Pescara: "Più risorse per politiche virtuose"

Stati Generali dell'Informazione: "Bisogna sostenere chi assume e chi applica contratti regolari".

PESCARA. "Grave l'assenza, questa mattina, di interlocutori dell'esecutivo regionale. Capisco che il presidente preferisca dedicare il sabato a impegni familiari, ma avrebbe potuto delegare qualsiasi suo assessore, e invece stamani, qui all'Aurum, vedo solo, e lo ringrazio, il leader dell'opposizione, Luciano D'Amico. Questo la dice lunga su come questa Regione voglia affrontare il tema delicato di un'assenza totale di una legge sull'editoria". Sono le parole pronunciate da Stefano Pallotta, presidente dell'Ordine dei Giornalisti d'Abruzzo, in apertura di lavori degli Stati Generali dell'Informazione in corso oggi all'Aurum di Pescara.

"Stiamo vivendo a livello nazionale un momento critico, occorre una strategia coordinata e partecipata da tutte le componenti, quelle istituzionali, ma anche da tutti i portatori d'interesse per uscire da questa fase in cui l'Italia è fanalino di coda in Europa per quel che riguarda il sostegno all'editoria". Lo ha detto il presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, intervenendo agli Stati Generali dell'Informazione a Pescara.

"Servono risorse per dar vita a politiche virtuose, non è possibile che il 70% di queste vengano utilizzate per finanziare i prepensionamenti. Bisogna sostenere chi assume e chi applica contratti regolari rispetto a scenari che cambiano in modo repentino". "C'è anche un problema legato alla libertà d'informazione. Tutte le ricerche internazionali dimostrano che c'è un problema europeo e anche italiano. Ci sono leggi, che sono state approvate, totalmente sbagliate, vedi quella sulla presunzione d'innocenza, e leggi che potrebbero essere approvate e che vanno assolutamente contrastate, come quella sulla diffamazione. Occorre una svolta dal punto di vista normativo e soggettivo. L'Italia - ha aggiunto Bartoli - è un Paese che fa eccezione per quel che riguarda le querele fatte da esponenti del Governo e del Parlamento nei confronti della stampa". Sull'inchiesta di Fanpage Bartoli ha aggiunto infine: 

"Non capisco tutte queste critiche sull'inchiesta di Fanpage. Il giornalismo sotto copertura è uno dei fondamenti della nostra professione, ha sì delle regole, ma soprattutto a tutela dell'incolumità dei giornalisti". "Vorrei ricordare - ha aggiunto - che se non esistesse il giornalismo sotto copertura non ci sarebbe mai stato lo scandalo Watergate. A noi interessa solo ed esclusivamente rappresentare la realtà".