Il processo Rigopiano alla svolta Nove udienze e poi la sentenza
Dal 18 gennaio, giorno del sesto anniversario della valanga, la parola alla difesa dei 30 imputati Proiezioni video per smontare il castello di accuse costruito dalla Procura. Decisione il 17 febbraio
PESCARA. Le sei udienze riservate alle arringhe difensive e programmate per questo mese di gennaio nel processo ai 30 imputati per il disastro di Rigopiano (29 vittime rimaste sotto le macerie dell’hotel di Farindola spazzato via da una valanga il 18 gennaio del 2017), diventano sicuramente il passaggio più delicato del processo con rito abbreviato che si tiene davanti al gup Gianluca Sarandrea.
Finora il corposo collegio difensivo non ha interferito minimamente in tutte le udienze che si sono tenute, ma adesso i difensori sono pronti a scendere in campo per smontare un castello di accuse piuttosto pesante che la procura ha confezionato, arrivando a presentare al giudice un conto a tre cifre: 26 condanne e quattro assoluzioni, per un totale di 151 anni di reclusione. Numeri importanti soprattutto per alcuni degli imputati, quali ad esempio l’ex prefetto Francesco Provolo (12 anni chiesti per lui, nonostante la riduzione di un terzo della pena per la scelta del rito) o come il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, per il quale il procuratore Giuseppe Bellelli e i sostituti Andrea Papalia e Anna Benigni, che sostengono l’accusa in dibattimento, hanno chiesto 11 anni e 4 mesi di reclusione.
Nelle due giornate di requisitoria, i magistrati hanno ricostruito i ruoli di ogni singolo imputato in base alle rispettive accuse contestate che vanno dal disastro colposo, omicidio e lesioni plurime colpose, abusi edilizi, falso, oltre naturalmente al depistaggio che pesa in capo ai prefettizi, due dei quali (Provolo e Ida De Cesaris) hanno un duplice ruolo nel processo, posizione che ha fatto lievitare le rispettive richieste di condanna. Accuse pesanti, come si diceva, alle quali il collegio difensivo dovrà naturalmente rispondere con una serie di argomentazioni giuridiche e tecniche in relazione soprattutto al risultato della superperizia disposta dal giudice e affidata ai docenti del Politecnico di Milano che lascia ai legali ampio margine di manovra visto che è aperta a diverse interpretazioni e che segna la via del ragionevole dubbio sulle responsabilità collegate all’imprevedibilità dell'evento che, nel penale, diventa determinante ai fini della condanna. Alla requisitoria hanno poi fatto seguito le difese delle 120 parti civili costituite, molte delle quali si sono riportate alle conclusioni della procura.
Per le arringhe, invece, il gup ha fissato tre udienze consecutive che inizieranno peraltro in una data significativa, il 18 gennaio, anniversario della tragedia, che i familiari delle vittime non hanno voluto far spostare per evitare di allungare ulteriormente i tempi: dopo l’avvio dell’udienza, tutti i familiari lasceranno l’aula per recarsi a Rigopiano e ricordare sul posto quelle vite spezzate dal disastro. I difensori hanno raggiunto un accordo di massima, naturalmente suscettibile di cambiamenti, sull’ordine degli interventi, dividendosi le giornate di discussione. Il 18 dovrebbero discutere gli avvocati Massimo Galasso e Sergio Della Rocca, rispettivamente per la Gran Sasso Resort (unico imputato coinvolto quale persona giuridica) e per Bruno Di Tommaso. A seguire Vincenzo Di Censo per Giuseppe Gatto; Ugo Di Silvestre e Federico Bianco per Andrea Marrone; Pietro Cesaroni per Luciano Sbaraglia; Liborio Romito per Paolo Del Rosso e Arturo Messere per Leonardo Bianco. Il 19 gennaio si entra nel vivo: tutta la giornata sarà riservata agli avvocati Cristiana Valentini, Goffredo Tatozzi e Massimo Manieri che difendono Lacchetta ed Enrico Colangeli: si prevede una vera maratona con effetti speciali e proiezioni in aula. Il 20 dovrebbero parlare gli avvocati che assistono gli imputati della Regione Abruzzo. È previsto l’intervento dei legali Mauro Catenacci e Leonardo Casciere per Sabatino Belmaggio; Francesco Carli per Pierluigi Caputi; Diego De Carolis per Carlo Visca; Augusto La Morgia e Ludovico De Benedictis per Emidio Primavera; Guglielmo Marconi per Antonio Sorgi; Franco Colucci e Mario Petrella per Vincenzo Antenucci. Si passerà poi agli ulteriori tre giorni consecutivi che partiranno dal 25 gennaio con i difensori degli imputati della Provincia. Si dovrebbe partire con gli avvocati Gianfranco Iadecola e Marco Spagnuolo che discuteranno per Paolo D’Incecco e Antonio Di Marco; Placido Pelliccia e Fiorenzo Cieri per Mauro Di Blasio; Vincenzo Di Girolamo e Marco Pellegrini per Giulio Honorati; Paolo Cacciagrano per Tino Chiappino. Il 26 gennaio dovrebbero discutere Vincenzo Di Girolamo e Paolo Grugnale per Massimiliano Giancaterino e Raffaella De Vico per l’altro ex sindaco Antonio De Vico. Si chiude il 27 gennaio con Gian Domenico Caiazza che difende Provolo; Daniele Ripamonti per De Cesaris; Gianluigi Tucci per Giulia Pontrandolfo; Vincenzo Di Girolamo per Salvatore Angieri e Giancarlo Verzella.
Il giudice ha poi programmato altri tre giorni a febbraio (dal 15 al 17) per eventuali strascichi di arringhe e per le scontate repliche. Per il 17 è attesa la sentenza.
Finora il corposo collegio difensivo non ha interferito minimamente in tutte le udienze che si sono tenute, ma adesso i difensori sono pronti a scendere in campo per smontare un castello di accuse piuttosto pesante che la procura ha confezionato, arrivando a presentare al giudice un conto a tre cifre: 26 condanne e quattro assoluzioni, per un totale di 151 anni di reclusione. Numeri importanti soprattutto per alcuni degli imputati, quali ad esempio l’ex prefetto Francesco Provolo (12 anni chiesti per lui, nonostante la riduzione di un terzo della pena per la scelta del rito) o come il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, per il quale il procuratore Giuseppe Bellelli e i sostituti Andrea Papalia e Anna Benigni, che sostengono l’accusa in dibattimento, hanno chiesto 11 anni e 4 mesi di reclusione.
Nelle due giornate di requisitoria, i magistrati hanno ricostruito i ruoli di ogni singolo imputato in base alle rispettive accuse contestate che vanno dal disastro colposo, omicidio e lesioni plurime colpose, abusi edilizi, falso, oltre naturalmente al depistaggio che pesa in capo ai prefettizi, due dei quali (Provolo e Ida De Cesaris) hanno un duplice ruolo nel processo, posizione che ha fatto lievitare le rispettive richieste di condanna. Accuse pesanti, come si diceva, alle quali il collegio difensivo dovrà naturalmente rispondere con una serie di argomentazioni giuridiche e tecniche in relazione soprattutto al risultato della superperizia disposta dal giudice e affidata ai docenti del Politecnico di Milano che lascia ai legali ampio margine di manovra visto che è aperta a diverse interpretazioni e che segna la via del ragionevole dubbio sulle responsabilità collegate all’imprevedibilità dell'evento che, nel penale, diventa determinante ai fini della condanna. Alla requisitoria hanno poi fatto seguito le difese delle 120 parti civili costituite, molte delle quali si sono riportate alle conclusioni della procura.
Per le arringhe, invece, il gup ha fissato tre udienze consecutive che inizieranno peraltro in una data significativa, il 18 gennaio, anniversario della tragedia, che i familiari delle vittime non hanno voluto far spostare per evitare di allungare ulteriormente i tempi: dopo l’avvio dell’udienza, tutti i familiari lasceranno l’aula per recarsi a Rigopiano e ricordare sul posto quelle vite spezzate dal disastro. I difensori hanno raggiunto un accordo di massima, naturalmente suscettibile di cambiamenti, sull’ordine degli interventi, dividendosi le giornate di discussione. Il 18 dovrebbero discutere gli avvocati Massimo Galasso e Sergio Della Rocca, rispettivamente per la Gran Sasso Resort (unico imputato coinvolto quale persona giuridica) e per Bruno Di Tommaso. A seguire Vincenzo Di Censo per Giuseppe Gatto; Ugo Di Silvestre e Federico Bianco per Andrea Marrone; Pietro Cesaroni per Luciano Sbaraglia; Liborio Romito per Paolo Del Rosso e Arturo Messere per Leonardo Bianco. Il 19 gennaio si entra nel vivo: tutta la giornata sarà riservata agli avvocati Cristiana Valentini, Goffredo Tatozzi e Massimo Manieri che difendono Lacchetta ed Enrico Colangeli: si prevede una vera maratona con effetti speciali e proiezioni in aula. Il 20 dovrebbero parlare gli avvocati che assistono gli imputati della Regione Abruzzo. È previsto l’intervento dei legali Mauro Catenacci e Leonardo Casciere per Sabatino Belmaggio; Francesco Carli per Pierluigi Caputi; Diego De Carolis per Carlo Visca; Augusto La Morgia e Ludovico De Benedictis per Emidio Primavera; Guglielmo Marconi per Antonio Sorgi; Franco Colucci e Mario Petrella per Vincenzo Antenucci. Si passerà poi agli ulteriori tre giorni consecutivi che partiranno dal 25 gennaio con i difensori degli imputati della Provincia. Si dovrebbe partire con gli avvocati Gianfranco Iadecola e Marco Spagnuolo che discuteranno per Paolo D’Incecco e Antonio Di Marco; Placido Pelliccia e Fiorenzo Cieri per Mauro Di Blasio; Vincenzo Di Girolamo e Marco Pellegrini per Giulio Honorati; Paolo Cacciagrano per Tino Chiappino. Il 26 gennaio dovrebbero discutere Vincenzo Di Girolamo e Paolo Grugnale per Massimiliano Giancaterino e Raffaella De Vico per l’altro ex sindaco Antonio De Vico. Si chiude il 27 gennaio con Gian Domenico Caiazza che difende Provolo; Daniele Ripamonti per De Cesaris; Gianluigi Tucci per Giulia Pontrandolfo; Vincenzo Di Girolamo per Salvatore Angieri e Giancarlo Verzella.
Il giudice ha poi programmato altri tre giorni a febbraio (dal 15 al 17) per eventuali strascichi di arringhe e per le scontate repliche. Per il 17 è attesa la sentenza.