oggi si riapre lo scontro
Il progetto Tre Gemme torna in consiglio
PESCARA. Dopo due mesi, torna in consiglio comunale il progetto della società Tre gemme per la riqualificazione dell’ex consorzio agrario di via del Circuito. In aula si riapre lo scontro. Il...
PESCARA. Dopo due mesi, torna in consiglio comunale il progetto della società Tre gemme per la riqualificazione dell’ex consorzio agrario di via del Circuito. In aula si riapre lo scontro. Il consigliere di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo ha ribadito ieri la sua contrarierà all’intervento. «Mi sembra doveroso dire no nell’interesse della città», ha detto.
«Mi sembra che in questi mesi di discussione in consiglio l'opposizione abbia in ogni possibile maniera rappresentato i motivi per cui tale proposta debba essere bocciata», ha affermato, «i consiglieri di maggioranza spero che prima di votare rispondano alla propria coscienza e non agli ordini di scuderia dell'assessore Antonelli».
«Credo che in casi come questi debba prevalere sull'appartenenza di schieramento l'interesse della città», ha continuato, «ricordo, per l'ennesima volta, che su quell’area era stata presentata una proposta di accordo di programma che fu bocciata da questa maggioranza di centrodestra. Sarebbe davvero paradossale che si concedano gratis delle deroghe al Prg che altrimenti, sulla base del regolamento vigente, l’impresa avrebbe dovuto pagare al Comune. Se il Comune dice sì a questo progetto altre decine di interventi si faranno avanti sulla base dello sciagurato Decreto sviluppo, ulteriormente peggiorato dalla legge regionale suggerita dai costruttori a Sospiri e Pagano».
Pronta la replica del capogruppo della coalizione di centrodestra Armando Foschi. «Torna domani (oggi, ndr) in aula la delibera su Tre Gemme dopo che lo scorso dicembre il Tar ha riaperto il caso, accogliendo, in parte il ricorso presentato dalla società titolare dell'intero comparto. A fronte del silenzio e dell'inerzia del consiglio comunale, inerzia causata dall'ostruzionismo del centrosinistra, in ordine alla richiesta di cambio di destinazione d'uso proposta dalla proprietà, il Tar ha decretato che spettava al dirigente concludere il procedimento».
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