PESCARA

Il vescovo al G7: anacronistico pensare che i Paesi più potenti decidano in nome di tutti i popoli

La riflessione di monsignor Tommaso Valentinetti in vista dell'evento: "Occasione per riaffermare l’opportunità di una governance internazionale democratica, purché sia legata a un quadro multilaterale"

PESCARA. “La circostanza del G7 che si riunirà a Pescara dal 22 al 24 per la Riunione Ministeriale Sviluppo mi invita a riflettere ad alta voce e a richiamare l’attenzione su alcune questioni che, con lo sguardo della Chiesa attenta agli ultimi, ritengo siano nevralgiche. In un anno di fortissime contrapposizioni e conflitti che coinvolgono tutto il Mondo, è fondamentale cogliere ogni spazio di dialogo per costruire la pace e il futuro. E questo G7 è, senza dubbio, un’occasione utile per riaffermare l’opportunità di una governance internazionale democratica, purché sia legata a un quadro multilaterale: è anacronistico e limitato pensare che i paesi più ricchi e potenti si arroghino ancora il diritto di decidere in nome e per conto di tutti i popoli della Terra”. 

Inizia così la riflessione di monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo della diocesi di Pescara-Penne, in merito alla Riunione Ministeriale Sviluppo che è ormai ai nastri di partenza in città. “Tra i vari temi in discussione - aggiunge Valentinetti - è necessario confermare l’impegno di tutti i cosiddetti paesi ricchi – un impegno assunto da decenni in sede di Nazioni Unite - nel mettere a disposizione lo 0,70% del PIL in Aiuto Pubblico allo Sviluppo. È l’oggetto della campagna 070, promossa dalla società civile italiana per riportare all’attenzione di tutti la dimensione di corresponsabilità, per promuovere lo sviluppo e la dignità di tutti i popoli del Pianeta”.

Pertanto, secondo l'arcivescovo, “nei mesi che precedono l’apertura del Giubileo della speranza, i paesi del G7 sono, inoltre, chiamati a dare una risposta ad una nuova crisi del debito: dopo gli impegni assunti in occasione del Grande Giubileo del 2000, l’assenza di un meccanismo efficace di prevenzione e gestione delle crisi debitorie internazionali ha portato ad una nuova fase difficile, aggravata, tra l’altro, dal periodo di pandemia. È indispensabile, allora, identificare gli spazi per una nuova stagione di cancellazione del debito”, conclude Valentinetti.

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