Il vescovo D’Ercole tra i nostalgici: io da Rauti per Alemanno / Foto

Il vescovo dopo i funerali ad alta tensione: me lo ha chiesto il sindaco di Roma e per amicizia sono andato, nell’omelia ho invitato tutti al perdono

L’AQUILA. Ha fatto il prete, insomma. Non è andato ai funerali di Pino Rauti perché è un nostalgico del ventennio fascista ma «per amicizia con il sindaco di Roma, genero del defunto».

Il giorno dopo la partecipazione ai movimentati funerali dell’anziano leader della destra italiana, il vescovo ausiliare dell’Aquila monsignor Giovanni D’Ercole spiega così il senso della sua presenza all’altare della basilica di San Marco in Piazza Venezia a Roma, dove le sue orazioni sono state sovrastate dalle urla indirizzate contro il presidente della Camera Gianfranco Fini, apostrofato come «traditore» da un folto gruppo di persone presenti al rito.

D’Ercole, che conosce alla perfezione e utilizza costantemente i mezzi di comunicazione anche più moderni, stavolta si affida a un sms. Eccone il contenuto: «Sono andato a Roma per celebrare i funerali di Pino Rauti in quanto me lo ha chiesto il sindaco della capitale Gianni Alemanno e per amicizia sono andato. Nell’omelia ho invitato tutti alla fraternità e al perdono, ricordando che in chiesa le ideologie vanno messe da parte e ci si deve sentire tutti fratelli. Infine, ho ricordato a tutti che la morte ci interroga sul senso della nostra vita. Vita di cui dobbiamo lasciare traccia con le opere buone e con l’amore con cui l’abbiamo vissuta». Chi era presente alla cerimonia che verrà ricordata nella storia per la pesante contestazione a Fini riferisce che, tra i passaggi dell’omelia, ce n’è stato uno dedicato alla «fede e all’amore per il nemico».

Ai funerali di Rauti erano presenti anche diversi militanti della destra aquilana.

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