Il Wwf: trovata anche la diossina nella Mega discarica di Bussi

Gli ambientalisti diffondono le nuove analisi della Solvay. De Sanctis: "Le sostanze tossiche sono arrivate nelle falde acquifere"

BUSSI SUL TIRINO. Le analisi condotte sui terreni del sito industriale di Bussi rilevano la presenza di diossina. Lo dice il Wwf, che poco tempo fa ha ottenuto l’esito delle analisi che la Solvay ha commissionato alla società privata Environ. Non solo, i rilievi hanno confermato la presenza di sostanze tossiche anche nelle falde acquifere.

«Un disastro ambientale di enorme entità», dice il Wwf. A parlarne è stato, ieri mattina, Augusto De Sanctis, referente delle acque per l’associazione.

Le analisi sono state condotte tra il 2011 e il 2012, e si riferiscono ad una parte consistente del Sito Nazionale per le Bonifiche di Bussi, una delle 37 aree più inquinate d'Italia secondo il ministero dell'Ambiente. La Solvay ha commissionato le analisi in conformità a quanto previsto dal Testo Unico dell'Ambiente, che prevede che anche il proprietario non responsabile della contaminazione di un sito è obbligato a realizzare un piano di caratterizzazione e a mettere in sicurezza di emergenza affinché i contaminanti non fuoriescano dal sito, con un adeguato piano di monitoraggio.

La Solvay, infatti, è stata riconosciuta come parte civile nel procedimento penale in corso, che lo scorso 18 aprile ha visto il rinvio a giudizio in Corte di Assise di 19 persone riconducibili alla precedente proprietaria del sito, per reati come l’avvelenamento o il disastro ambientale. Dal canto suo, inoltre, la Solvay si è attivata, realizzando due sistemi di messa in sicurezza d'emergenza, uno per la falda superficiale e uno per la falda profonda. Un sistema denominato “pump and treat” in cui si crea una cosiddetta barriera idraulica al limite dello stabilimento.

Ebbene, i risultati delle analisi sui terreni confermerebbero la presenza di diossine e furani. Su 29 campioni 9 hanno riportato valori superiori ai limiti di legge per le aree industriali, ed il campione più contaminato presentava un valore di 23,7 volte il limite di legge per le aree industriali.

«La situazione di compromissione dell'ambiente a Bussi è veramente drammatica», dice De Sanctis, «Servono immediati provvedimenti, per rendere completamente efficaci gli interventi di messa in sicurezza di emergenza in tutte le aree, sia quelle industriali che quelle circostanti, per evitare la diffusione verso valle degli inquinanti. La situazione di Bussi deve essere considerata prioritaria da tutte le pubbliche amministrazioni coinvolte».

Non va meglio nelle falde, che risultano contaminate di sostanze tossiche come l’arsenico, che supera di 32 volte la soglia di contaminazione, il mercurio, che oltrepassa la stessa soglia di 2mila 100 volte, o il tetracloruro di carbonio, che va olitre il limite 666mila6677 volte il consentito.

«Chiedemmo un’indagine epidemiologica già nel 2007, il tavolo tecnico si attivò, poi più nulla. Riteniamo», conclude De Sanctis, «che dove c’è un Sito di interesse nazionale vi sia un impatto anche sulla salute; occorre intervenire in fretta».

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