«Imprese penalizzate dalla Tari troppo cara»
Confcommercio svela uno studio e chiede sconti al Comune
PESCARA. Un invito rivolto ai Comuni, affinché puntino ancora con maggiore forza sulla raccolta differenziata dei rifiuti, perché questo porterebbe benefici per tutti, e una rimodulazione delle tariffe della Tari (la tassa sui rifiuti) relativamente alla divisione percentuale tra utenze domestiche e quelle delle attività produttive. Queste le due richieste che lancia alle amministrazioni comunali la Confcommercio guidata da Franco Danelli, che ieri mattina ha presentato un dossier con il quale è stato messo in luce il peso della tassa sui rifiuti sulle attività produttive, gravate, secondo l'associazione di categoria, in modo eccessivo da una fiscalità locale che rappresenta un peso crescente per le imprese.
Dall'analisi della Confcommercio, presentata da Carlo Nicoletti, che ha preso in esame tra le altre Pescara, Montesilvano, Spoltore e Francavilla, emerge come ci siano divari di costo sia tra i territori per la gestione complessiva dei rifiuti, a parità di servizio, che fra le medesime categorie economiche. Emblematico il fatto che a Pescara un ristorante abbia una tariffa al metro quadrato tripla rispetto a Spoltore. Fattori che determinano le divergenze sono la complessità del territorio, le percentuali di raccolta differenziata raggiunte e le scelte fatte in sede di regolamento dai Comuni. Parlando di percentuali di raccolta differenziata, nel 2014, il miglior risultato è stato quello di Spoltore (67,20% e 2,3 milioni di euro il costo del servizio), seguita da Pescara (32,26% e 24,5 milioni di euro) e Montesilvano (17,77% e 11,2 milioni di euro). Per la Confcommercio vanno riviste ulteriormente le tariffe Tari delle cosiddette utenze non domestiche, ovvero quelle delle attività produttive che sono ancora alte e pesano sulle imprese, con la ridefinizione delle superfici tassabili escludendo o tassando al minimo le aree non produttive di rifiuti come bagni, spogliatoi, cantine e magazzini. Per l'associazione di categoria è da rivedere il peso percentuale attribuito alle utenze domestiche (le famiglie) e non domestiche, aumentando la percentuale a carico delle prime che producono la maggior parte dei rifiuti e l'aumento inoltre sarebbe spalmato su un gran numero di utenze. A Pescara sarebbe stata scelta la divisione più iniqua, secondo Confcommercio, tra utenze domestiche e non, con il 60-40 per cento, mentre a Spoltore è 69,90-30,10% e a Montesilvano 78-22%. Inoltre viene chiesto di applicare i coefficienti minimi alle categorie più penalizzate come ristoranti, bar, ortofrutta, pescherie, fiori e pizza al taglio. La Confcommercio invita anche il Comune a porsi l’obiettivo di diventare «Comune riciclone» attraverso campagne di sensibilizzazione che incentivi i cittadini a differenziare i rifiuti con la conseguente riduzione dei costi e quindi delle tariffe.
Riccardo Padovano della Sib-Confcommercio lancia due idee all'Attiva: di prevedere per gli stabilimenti balneari gli eco-compattatori per la raccolta delle bottiglie di plastica con buoni da spendere per coloro che li utilizzeranno e di occuparsi della raccolta degli oli usati. «Fin dall’inizio del nostro insediamento», sottolinea il sindaco di Spoltore Luciano Di Lorito, «abbiamo sempre operato nell’ottica di una riduzione delle tasse, considerando le inevitabili conseguenze derivanti da un eccessivo carico di tributi, e nel pieno rispetto dell’ambiente circostante. Questo divario è uno degli esempi che mi vede contrario alla nascita di un’unica realtà territoriale, meglio nota come Grande Pescara. Cosa succederebbe se Spoltore, con una tassazione bassa e una percentuale di raccolta differenziata superiore agli altri due Comuni coinvolti nella fusione, venisse inglobata in questa nuova grande realtà amministrativa? C’è il rischio che i problemi aumenterebbero, cancellando in un attimo ciò che di buono è stato fatto finora».
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