Imu, è partita la corsa per il pagamento del saldo
I versamenti si effettuano con il modello F24 entro il 17 dicembre Calcoli da rifare a Pescara per l’introduzione delle nuove aliquote
PESCARA. Parte la corsa per il pagamento dell’ultima rata dell’Imu. A Pescara sono circa 49mila i contribuenti che entro il 17 dicembre si dovranno recare in banca o alle Poste per effettuare i versamenti con il modello F24. Oltre alla stangata, i proprietari saranno costretti a sopportare una Via Crucis per arrivare a determinare la somma da versare. Il calcolo, infatti, non è affatto semplice, soprattutto per le seconde e terze case, per le quali la cifra del saldo andrà suddivisa tra Stato e Comune. A Pescara, inoltre, sono cambiate anche alcune aliquote. Il consiglio comunale ha provveduto ad abbassare innanzitutto quella per l’abitazione principale, prevedendo un ulteriore sconto per le famiglie meno abbienti con un componente disabile. È stata ridotta anche l’aliquota per gli immobili di cooperative a proprietà indivisa. Mentre ha subìto un aumento quella per gli studi professionali utilizzati dai titolari per le loro attività.
Ma, a 18 giorni dalla scadenza dei termini per il pagamento, continuano ad essere tanti i contribuenti che esprimono dubbi sui calcoli da effettuare. L’Ufficio tributi del Comune ha già ricevuto decine di richieste di chiarimenti da parte di cittadini che non sanno quali aliquote applicare e se possono beneficiare di eventuali sconti e detrazioni.
Un caso emblematico è quello di un’eredità. Un contribuente si è rivolto al Comune per chiedere se deve pagare l’Imu per intero, o solo per un terzo, per una casa ereditata insieme alla madre e alla sorella. Gli uffici dell’ente hanno risposto che l’immobile, essendo casa coniugale con diritto di abitazione a favore della madre, il pagamento spetta per intero a quest’ultima. Potrà beneficiare, in compenso, dell’aliquota ridotta prevista per l’abitazione principale.
Altri casi dubbi riguardano la presenza di box pertinenti all’abitazione principale. Il garage acquistato successivamente in un fabbricato diverso da quello della prima casa, viene comunque considerato pertinenza dell’abitazione principale. Diverse le richieste di chiarimento per gli immobili in co-proprietà. Nel caso in cui tutti i contitolari abbiano i requisiti per il riconoscimento delle agevolazioni per l’abitazione principale, la detrazione di 200 euro andrà divisa in parti uguali a prescindere dalla quota di possesso. In presenza di figli minori di 26 anni, invece, la detrazione di 50 euro per figlio spetterà solo al genitore.
L’Ufficio tributi mette poi in guardia i contribuenti coniugi che posseggono immobili in comunione di beni. I versamenti dovranno essere due, cioè uno per ogni coniuge. Diversa la situazione se entrambi hanno la residenza in due abitazioni differenti all’interno dello stesso Comune. Le agevolazioni previste per l’abitazione principale andranno applicate ad un solo immobile. Niente sconti, invece, per i proprietari di case vecchie, anche se non hanno gli impianti a norma. La riduzione del 50 per cento della base imponibile spetta, infatti, solo agli immobili dichiarati inagibili. Per il riconoscimento dell’inagibilità, dicono gli uffici, si deve presentare domanda al Comune. «L’inabitabilità o l’inagibilità», spiegano, «devono comunque essere accertate da un tecnico, con le spese della perizia a carico del proprietario. L’inagibilità viene riconosciuta se la fatiscenza dell’immobile non sia superabile con interventi di manutenzione».
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