Imu, dirigenti delusi per i tagli ai premi «I soldi ci spettano»

Nuove aliquote, le famiglie risparmiano in media 50 euro gli studi professionali devono pagare 130 euro in più

PESCARA. Delusi, arrabbiati, rassegnati. Ai dirigenti del Comune non è piaciuta affatto la mossa dell’amministrazione comunale, che ha cancellato in un colpo solo le indennità di risultato in busta paga per poter procedere alla riduzione delle aliquote Imu per le prime e le seconde case. «Quei soldi ci spettano per contratto», hanno detto all’indomani del consiglio comunale che ha approvato gli sconti, procedendo a un taglio draconiano di alcune spese in bilancio. Sconti che porteranno un risparmio in media per le famiglie di 50 euro. Penalizzati, invece, commercialisti, architetti, ingegneri e avvocati, costretti a sborsare circa 130 euro in più per l’aumento dell’aliquota per gli studi professionali.

Dirigenti delusi. La prima reazione all’annuncio dei tagli è stata di sorpresa. I dirigenti del Comune non se l’aspettavano proprio di dover rinunciare ai premi di risultato quest’anno. «Le indennità cancellate sono quelle relative all’anno 2010 che non sono state ancora pagate», ha spiegato il super dirigente Cosimo Macchiarola, perché ricopre l’incarico di vice segretario generale e quello di direttore responsabile del dipartimento Attività amministrative e finanziarie del Comune, «l’ente è in ritardo di due anni con il pagamento dei premi di risultato. Ora, dovremo aspettare ancora».

«L’anno scorso hanno pagato le indennità del 2008 e 2009», ha proseguito Macchiarola, «vorrà dire che l’anno prossimo ci verseranno quelle del 2010 e del 2011». «I soldi, comunque, ce li devono dare se raggiungiamo gli obiettivi prefissati», ha avvertito, «perché sono previsti nel contratto di categoria».

«Certo», ha concluso, «non mi ha fatto piacere vedere questo taglio. In compenso, sono stato contento degli sconti per l’Imu: sono proprietario di una casa e quindi ne usufruisco anch’io».

Invece, secondo Stefano Ilari direttore generale del Comune, «è giusto che tutti facciano dei sacrifici in un periodo di crisi» e, quindi, anche i dirigenti. «Forse, per quest’anno i soldi per le indennità non verranno trovati», ha fatto presente, «ci sarà uno slittamento del pagamento. I politici, del resto, non possono cancellare questa voce dalla busta paga, perché è prevista nel contratto nazionale».

Risparmi per le famiglie. L’Imu costerà meno del previsto alle 49mila famiglie pescaresi proprietarie delle case in cui vivono. La riduzione dell’aliquota dal 4 al 3,5 per mille sulle abitazioni principali comporterà un risparmio, rispetto alle previsioni. Lo confermano i calcoli del presidente della commissione Finanze Renato Ranieri. Il primo esempio è quello di un proprietario, senza figli, che possiede un’abitazione principale di 100 metri quadrati in una zona semicentrale della città. La sua rendita catastale è di 667,52 euro. L’Imu complessiva dovuta al Comune con aliquota al 3,5 per mille ammonta a 192,20 euro. L’imposta già versata in acconto a giugno è di 124 euro. La differenza tra 192,20 e 124 dà come risultato il saldo da pagare entro il 17 dicembre che è pari a 68 euro. Se l’aliquota fosse rimasta al 4 per mille, il proprietario avrebbe pagato 56,02 euro in più. Inferiore il risparmio per un proprietario di una seconda casa, di 100 metri quadrati, con rendita catastale sempre di 667,52 euro. L’Imu complessiva calcolata con la nuova aliquota del 10,25 per mille è pari a 1.148,57 euro. L’importo già versato a giugno è di 426 euro. Mentre il saldo da pagare a dicembre ammonta a 723 euro. Con l’aliquota ridotta dal 10,6 al 10,25 per mille, il proprietario paga 39,22 euro in meno. Va ancora meglio a un commerciante proprietario di un negozio di 100 metri quadrati, con rendita catastale di 2.559 euro. Con l’Imu al 7,6 per mille paga in totale 1.123,15 euro. La rata già versata con l’aliquota standard fissata dal governo è di 562 euro, restano da versare altri 562. Ma se l’aliquota fosse rimasta all’8,6, come fissato in precedenza dall’amministrazione, l’imposta sarebbe costata 148,23 euro in più.

Professionisti penalizzati. L’unica categoria che si vede aumentare l’Imu è quella dei professionisti che utilizzano gli studi per la loro attività. Con l’aliquota aumentata dall’8,6 al 9,6 per mille, un ufficio con rendita di 1601 euro paga in totale 1.291,05 euro. Sottraendo l’imposta già versata di 512 euro, rimangono da versare 779. Al professionista l’Imu costa 134,49 euro in più.

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