Imu, prime case al minimo ma stangata sulle seconde
Francavilla, la giunta ha deciso di applicare l’aliquota massima prevista Protestano le opposizioni: nessuna agevolazione per le fasce deboli
FRANCAVILLA. L’amministrazione del sindaco Antonio Luciani si prepara ad approvare le aliquote dell’Imu mantenendo quella più bassa, il 4 per mille, sulle abitazioni principali, ma prevedendo una stangata sulle seconde case, sulle quali verrà applicata l’aliquota massima, pari al 10,6 per mille. L’aliquota per le imprese commerciali e turistiche è prevista all’8,6. Aliquota del 2 per mille per i fabbricati rurali ad uso strumentale e del 7,6 per i terreni agricoli.
Le aliquote Imu, già approvate dalla giunta, dovranno andare prossimamente in consiglio comunale per l’ok definitivo, ma l’opposizione è già pronta dare battaglia. Stefano Di Renzo, capogruppo dei Democratici per Francavilla, annuncia la presentazione di un emendamento. «L’Imu sulla seconda casa al 10,6, il massimo consentito dalla legge; addizionale Irpef confermata allo 0,8 , ossia il massimo previsto; nessuna agevolazione alle imprese commerciali e turistiche che si vedono aumentare l’aliquota all’ 8,6 per mille; nessuna agevolazione alle classi svantaggiate», rileva Di Renzo. «Luciani), sostiene l’ex consigliere di maggranza, «continua a sabotare il turismo e l’economia francavillese, e a impoverire i cittadini. Mi riservo di presentare un emendamento in consiglio che tenga conto, per l’aliquota sulla prima casa , dei redditi delle famiglie più svantaggiate, come pensionati e famiglie monoreddito. Se questa è la politica di risanamento che la maggioranza vuole applicare, tanto vale chiamare il commissario governativo il quale attuerebbe lo stesso tipo di politica, aumentando le tasse al massimo così come sta facendo il sindaco Luciani. Se la situazione è così grave da rendere necessari tali scelte, forse è il caso di prendere in considerazione la strada della dichiarazione del dissesto, così eviteremo di violentare il territorio e di distruggere la vocazione turistica della città, come già sta accadendo per i cambi di destinazione d’uso».
«Mi sembra eccessivo l’8,6 per mille a carico delle aziende, che per stare in regola devono già sopportare un peso pesantissimo», osserva dall’opposizione di centrodestra Roberto Angelucci. «Non esiste rischio di dissesto, ma si deve solo stare attenti alle spese inutili. Vanno trovate altre forme di incasso come i parcheggi a pagamento. A causa dei ritardi nell’attivazione, però, l’amministrazione si è già giocata 30-40 mila euro di incassi, che nei week end di maggio e giugno sono più consistenti che in luglio e agosto».
Giuseppina Gherardi
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