Imu, tassa sospesa per 31 mila pescaresi
Non pagano la rata di giugno abitazioni principali, terreni agricoli e case Ater. I contribuenti risparmiano in media 90 euro
PESCARA. A Pescara sono 31.000 le famiglie (42.500 i contribuenti) che non dovranno versare la prima rata dell’Imu di giugno, grazie al decreto legge, approvato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri, che sospende il pagamento dell’imposta per le abitazioni principali sino a metà settembre.
Una boccata d’ossigeno per i cittadini, costretti a fare i conti con una durissima crisi economica, con aziende che chiudono continuamente e con centinaia di posti di lavoro cancellati. Secondo i calcoli del Comune, la sospensione dell’Imu si tradurrà in un risparmio medio di circa 90 euro a famiglia. Resta tuttavia l’incognita di quello che accadrà dopo. Il governo ha promesso entro il 31 agosto una riforma della tassazione locale, con un’imposta unica che ingloberà, oltre all’Imu, anche la Tares. Ieri l’assessore ai tributi Massimo Filippello e il dirigente Marco Scorrano hanno spiegato, nel dettaglio, gli effetti del decreto del governo sulle famiglie pescaresi.
Chi non deve pagare a giugno. La sospensione del pagamento riguarda tutti i proprietari di abitazioni principali delle categorie catastali da A2 ad A7, comprese le pertinenze, una per ciascuna categoria C1, C2 e C7 (garage, posti auto, cantine e soffitte). «L’abitazione principale», ha precisato Filippello, «è l’immobile in cui vive effettivamente il proprietario». Cosa ben diversa, quindi, dalla prima casa che può anche non essere dimora del proprietario.
Sono esentati dal pagamento della prima rata anche i terreni agricoli e i fabbricati rurali, di cui risultano proprietari solo 8 contribuenti a Pescara. Beneficia della sospensione persino l’Ater. L’azienda delle case popolari non dovrà versare la prima rata dell’Imu per tutte le case affittate come abitazioni principali agli assegnatari.
Quanto si risparmia. Secondo i dati forniti dal Comune, l’anno scorso ogni famiglia proprietaria di un’abitazione principale ha versato, in media, 180 euro per l’Imu. Questo significa che la sospensione del pagamento della prima rata dovrebbe comportare, in media, un risparmio di circa 90 euro a famiglia.
Gettito ridotto per il Comune. Lo stop al versamento della prima rata per le abitazioni principali comporterà una consistente riduzione delle entrate per il Comune. In base ai calcoli del dirigente ai tributi, l’ente dovrebbe perdere circa 4 milioni e mezzo di euro. «Ma l’amministrazione comunale», ha fatto presente Scorrano, «potrà compensare questa cifra facendo ricorso alle anticipazioni di cassa».
Chi deve pagare. Dovranno versare regolarmente la prima rata Imu, entro il 17 giugno prossimo, tutti i contribuenti proprietari di immobili diversi dalle abitazioni principali; le abitazioni principali accatastate come A1, A8 e A9, cioè ville, castelli e case signorili; gli appartamenti non locati, i negozi e gli uffici dell’Ater.
Stop alla quota per lo Stato. Un’altra novità riguarda gli immobili di categoria A1, A8 e A9, cioè ville, case signorili e castelli: da quest’anno i contribuenti non dovranno più versare la quota del 3,8 per mille allo Stato. L’intero importo dell’imposta andrà al Comune.
Una cosa da ricordare soprattutto quando si compilerà il modello F24 per il pagamento in banca o alle Poste.
Diverso il caso, invece, per gli immobili classificati al catasto come categoria D, ossia i capannoni industriali, i cinema, i teatri, le banche. Resta confermata per loro l’aliquota del 10,25 per mille: l’anno scorso una quota, pari al 3,8 per mille, andava allo Stato; quest’anno la percentuale da versare allo Stato raddoppierà e diventerà il 7,6 per mille, mentre la parte restante finirà al Comune. Ciò significa che per l’acconto di giugno, questi contribuenti dovranno pagare il 3,8 per mille allo Stato (la metà di 7,6) e l’1,325 per mille al Comune.
Tares, scadenza vicina. Confermate le scadenze per la Tares, la nuova tassa dei rifiuti che ha sostituito da quest’anno la Tarsu. Il Comune sta inviando i bollettini a casa con gli importi da versare. Il primo pagamento, pari al 50 per cento della Tarsu versata l’anno scorso, si dovrà fare entro il 31di questo mese. Il secondo, pari al 25 per cento della Tarsu, entro il 30 settembre; il terzo, pari al 25 più eventuale conguaglio, entro la fine dell’anno.
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