In Abruzzo 34mila persone aiutate dal Banco Alimentare 

Intervista a Dionisio, il presidente della grande fabbrica regionale della solidarietà

Fabbrica della solidarietà e termometro dello stato sociale nella nostra regione. Questo è il Banco Alimentare che, in Abruzzo, assiste 34.477 bisognosi. Ma il numero è in crescita perché, accanto alla povertà assoluta, si fa strada la necessità dei nuclei monoreddito e delle famiglie numerose, che non arrivano a fine mese.
In un anno sono state raccolte 2.800 tonnellate di cibo distribuite attraverso una rete di 185 associazioni caritatevoli. Nella Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari, che si celebra oggi, il presidente, Antonio Dionisio, spiega il meccanismo di questa eccezionale macchina di aiuto alle famiglie in difficoltà.
Presidente Dionisio, quali sono i numeri del Banco alimentare in Abruzzo e qual è lo scopo della raccolta?
Quotidianamente recuperiamo cibo per chi ne ha più bisogno attraverso due filoni di intervento: la raccolta delle eccedenze alimentari e, dall'altro lato, la lotta alla povertà aiutando le organizzazioni che, a loro volta, aiutano. Nel 2023 abbiamo raccolto, in Abruzzo e Molise, circa 2.800 tonnellate di cibo distribuite 185 associazioni, dalla Caritas a San Vincenzo, Croce Rossa, Protezione civile e mense varie. Una grande famiglia della solidarietà che supporta 34.477 persone con la distribuzione di derrate alimentari. L'83% di quello che raccogliamo viene distribuite proprio tramite queste associazioni che lavorano, per lo più, tra Pescara e Chieti, come territorio di riferimento.
Chi vi supporta e dona al Banco alimentare, oltre alla vastissima platea di cittadini? Le donazioni spontanee sono molte, ma abbiamo diversi filoni di approvvigionamento. Più del 56% degli alimenti arriva dal Fondo europeo aiuti agli indigenti, di cui siamo distributori e garanti. L'Agea, l'Agenzia alimentare, distribuisce proprio attraverso il Fondo europeo i generi alimentari destinati ai bisognosi, a cui si aggiunge l'eccedenza dell'industria agro-alimentare, che rappresenta il 17% del totale raccolto, tra prodotti non assorbiti dal mercato o non adeguati alla vendita. Pensiamo, ad esempio, a confezioni parzialmente danneggiate.
Avete altri canali di approvvigionamento?
Sì. Il 10% degli alimenti viene dal progetto City cibo, in particolare i prodotti in eccedenza degli hotel, della ristorazione, bar, mense e grande distribuzione, che va consegnato entro 48 ore. Abbiamo individuato associazioni attrezzate con appositi furgoni di trasporto frigo, che consentono consegne rapide, nell'arco di tempo necessario perché il cibo non si deteriori. Prodotti che finiscono nelle mense comuni dei bisognosi e nelle case famiglia. Poi, c'è il comparto ortofrutta, che assorbe il 4% del cibo distribuito: eccedenze non assorbite dal mercato o non idonee. Scarti più per logiche di mercato che di bontà di prodotto. Infine, il 10% di raccolta che avviene nel corso della Giornata nazionale della Colletta alimentare.
Come avviene la distribuzione del cibo raccolto?
Le 180 realtà abruzzesi, in base alle loro esigenze organizzative, vengono a ritirare le derrate alimentari una volta al mese, nel nostro magazzino di Pescara. Abbiamo a disposizione anche furgoni e camion per le consegne che, come Banco alimentare, effettuiamo in altre province, all'Aquila, Teramo e Chieti. A catena, le associazioni poi si occupano della consegna. Per frutta e prodotti freschi siamo noi a chiamare, secondo la disponibilità del momento.
Com'è cambiata, negli ultimi anni, la platea dei beneficiari?
Le richieste sono in continua crescita a livello regionale. Accanto alla povertà in termini assoluti, le 185 realtà territoriali assistono un numero sempre più elevato di famiglie monoreddito o numerose che non riescono a coprire tutte le spese mensili: o fanno studiare i figlio o danno loro da mangiare. Negli ultimi anni è cambiata la tipologia di intervento, indirizzata non più solo verso le persone che non possiedono nulla, non hanno casa, hanno perso il lavoro e vivono in uno stato di totale indigenza. Aiutiamo anche monoreddito, famiglie numerose e tutta la fascia dell'accoglienza di extracomunitari e rifugiati di guerra.
Quando è prevista la prossima Giornata nazionale della colletta alimentare?
È già in moto la macchina organizzativa per sabato 16 novembre. La Giornata nazionale della Colletta alimentare si celebra da 30 anni, come momento di solidarietà e sensibilizzazione. Al nostro fianco abbiamo 430 punti vendita in tutto l'Abruzzo tra supermercati, ipermercati e grande distribuzione e più di 4mila volontari, che stazionano all'interno dei punti vendita per chiedere ai clienti una spesa aggiuntiva da destinare al banco alimentare. Una nota positiva riguarda la presenza, lo scorso anno, di oltre mille studenti che hanno preso parte a questa grande gara di solidarietà come volontari: segno che il tema dell'educazione alimentare e contro lo spreco sta producendo effetti.
Basta un gesto semplice per produrre un catena di solidarietà.
È proprio questo il messaggio. La Giornata della Colletta alimentare è il festival della carità: basta una piccola donazione di cibo, anche un pacco di pasta, una bottiglia di olio o una confezione di biscotti o farina, per contribuire ad una grande causa. Ogni anno distribuiamo migliaia di volantini che servono a sottolineare la necessità di particolari prodotti, che non vengono facilmente reperiti attraverso i canali di approvvigionamento di cui abbiamo parlato. Per completare il paniere, spesso, occorrono prodotti per l'infanzia, olio, cibi diversi rispetto a quelli distribuiti dalla rete alimentare a nostra disposizione. Ed è qui che entrano in gioco, con una donazione o un acquisto volontario, i clienti che fanno la spesa nella Giornata della Colletta alimentare dando il loro contributo.
Papa Francesco ha inviato un messaggio in occasione della VIII Giornata mondiale dei poveri per invitare alla carità.
Condividere i bisogni è condividere il senso della vita.
Il Pontefice ha ricordato come "i poveri hanno ancora molto da insegnare, perché in una cultura che ha messo al primo posto la ricchezza e spesso sacrifica la dignità delle persone sull’altare dei beni materiali, loro remano contro corrente evidenziando che l’essenziale per la vita è ben altro" ed ha invitato a "non dimenticare di custodire i piccoli particolari dell’amore: avvicinarsi, donare a chi ha bisogno, dare un po’ di attenzione, un sorriso, una carezza, una parola di conforto.