In arrivo lo stop ai vitalizi, ma è tensione tra Pd e M5S
Maggioranza trasversale per l’ok oggi alla Camera, poi toccherà al Senato. I dem: «La proposta è nostra». I grillini: «Se ci sarà la legge è solo grazie a noi». L'editoriale di Primo Di Nicola
ROMA. Dopo settimane di bagarre, dietrofront e scontro tra Pd e M5S, alla Camera il ddl sullo stop dei vitalizi arriva ad un passo dal traguardo. Oggi, infatti, sarà il giorno del voto finale di un provvedimento che vede, di fatto, l'ok di Pd, M5S, Lega e Fdi ma anche di Sinistra Italiana e di Mdp. Una maggioranza trasversale, quindi, che tuttavia non abbassa la tensione tra Dem e pentastellati, impegnati nella sfida sulla paternità della legge.
«Bene i voti del M5S, ma questa è una battaglia del Pd», sottolinea Matteo Richetti, primo firmatario del ddl. «Se la legge è in Aula è totalmente grazie a noi», attacca Danilo Toninelli mentre Beppe Grillo, come promesso, arriva in Aula nel pomeriggio ed assiste ad una parte del dibattito dalla tribuna. E il leader del M5S dà vita ad un piccolo show.
«L'abolizione dei vitalizi non è questione di politica ma morale. Che il Pd si prenda l'idea, non facciamo questione di copyright, bisogna dare un piccolo segnale a quelli fuori», spiega uscendo da un Parlamento che descrive come un mondo fuori dalla realtà. «Si scambiano i bigliettini, ci sono tonnellate di fogli... è qualcosa di psichiatrico perché se io parlassi in Aula dove non mi sente nessuno mi chiederei ’perché sto facendo questo?’», sottolinea l'ex comico. Grillo, sull'approvazione del ddl, si mostra ancora molto scettico. «Al Senato sono anziani, cercheranno di bloccare tutto», spiega il leader M5S sottolineando come oggi non tornerà in Aula: «Tanto sappiamo come va a finire...». Eppure, alla Camera, l'asse a favore del ddl Richetti sembra a prova di bomba. Il gruppo Pd, in mattinata, si riunisce in assemblea annunciando il «sì compatto di una legge che rivendichiamo con forza», spiega il capogruppo Ettore Rosato. Ma, nel corso della riunione, qualche malumore non manca con Michele Bordo e Maino Manchi, ad esempio, che criticano la «deriva grillina» presa dal Pd con il provvedimento. Una legge che, oltre all'ira degli ex parlamentari, vede la contrarietà dei centristi e di FI. «Il Pd si sta intestando un abominio», attacca il capogruppo Renato Brunetta anche se, sul voto finale, l'ordine di scuderia sarebbe quello dell'astensione per evitare di apparire una forza pro-casta.
L'ok finale, comunque, non sembra in discussione. E se al Senato il ddl passasse, dalla prossima legislatura l'assegno ai parlamentari sarà più light e arriverà più tardi, equiparando deputati e senatori ai dipendenti pubblici. Il sistema contributivo - con tanto di legge Fornero - varrà anche agli ex parlamentari mentre la legge si applicherà anche alle Regioni. Su quest'ultimo punto, tuttavia, resta l'ombra dell'incostituzionalità. Le norme, si legge nel ddl, rientrano nel «coordinamento di finanza pubblica» che è competenza dello Stato. Eppure, secondo Brunetta, il punto «è volutamente incostituzionale» per far si che, alla fine, la Consulta dica no.
Sull'articolo 13, quello che sancisce la Rideterminazione degli assegni vitalizi, c'è stata una lunga discussione in cui sono intervenuti diversi gruppi: una facondia oratoria che ha fatto scattare la reazione di M5S, accusato a sua volta di aver fatto ostruzionismo stamani con altri interventi da Ettore Rosato. In ogni caso, puntualizza la vicepresidente Sereni, «siamo nel contingentamento per cui gli interventi non possono essere vietati», e la presidenza «garantirà a tutti i gruppi la possibilità di manifestare la propria posizione nelle dichiarazioni di voto finali». Mancano ancora 25 votazioni sul merito e poi gli ordini del giorno, prima di poter tenere le dichiarazioni di voto finali.
Si terrà nel pomeriggio nell'Aula della Camera la votazione finale sulla ddl Richetti in materia di vitalizi dei parlamentari. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio che si è riunita alle 15,15. Le dichiarazioni finali sul provvedimento avranno inizio al termine del question time.