«In aumento le violenze over 60»
Roberta Pellegrino, del centro antiviolenza Ananke: non basta denunciare
PESCARA. «Quest’ennesimo episodio è la testimonianza che la violenza sulle donne non ha età e non distingue ceti sociali. La violenza sulle donne è una dinamica di potere di un genere sull’altro che non accetta la libertà dell’altra persona». Roberta Pellegrino, presidente del Centro antiviolenza Ananke - primo centro antiviolenza abruzzese nato nel 2005 a Pescara e a capo della rete cittadina antiviolenza - non si stupisce dell’età non più giovane dei protagonisti di questa storia disgraziata. «L’età non conta, anzi», dice, «più si va avanti e più i difetti emergono, esasperati anche dalla costrizione all’intimità, allo stare insieme imposto dalla vita da pensionati. Tant’è che da due anni a questa parte i dati sulle violenze over 60 di donne che si sono rivolte a noi sono aumentati. Nel 2012 c’è stata una lieve diminuzione, ma comunque il fenomeno resta».
Qualche numero. Tra gennaio e ottobre del 2012, su 85 donne prese in carico dal centro antiviolenza, 4 erano oltre i 60 anni e 31 di età compresa tra i 41 e i 60 anni
«A quest’età la violenza si scatena perché, quando le donne diventano più grandi arrivano alla consapevolezza di volere un rapporto diverso, non vogliono più accettare delle cose, non vogliono più aspettare. E a quel punto si scatena la dinamica della violenza che non ha niente a che fare con il dramma della gelosia, come vengono erroneamente definite queste tragedie: è la violenza dell’uomo che considera la donna proprietà privata». Ma come difendersi? «Il problema», dice Pellegrino, «è che senza un sostegno adeguato, senza qualcuno che ti spieghi quanto è rischioso denunciare, quale percorso seguire, diventa difficile troncare effettivamente una relazione. Non conosco il caso specifico, forse la signora ci stava provando da sola, bisogna vedere cosa ha dichiarato nelle sue denunce. Perché comunque non basta denunciare, perché il colpo di testa di un pazzo non lo puoi prevedere. Puoi prevenire l’escalation della violenza, ma non prevederla. Bisogna vedere se quest’uomo l’aveva minacciata e come, che cosa effettivamente gli ha detto: perché una cosa è certa, prima di arrivare a un gesto simile, devono aver avuto una lite molto forte. Se la donna fosse stata seguita, se avesse avuto un confronto con qualcuno, se si fosse aperta, avrebbe potuto valutare quest’escalation, e prevenire, non prevedere, la violenza». Di qui l’invito di Roberta Pellegrino «a non sottovlautare l’importanza della libertà di scegliere. È vero che a volte questi delitti, erroneamente definiti passionali, fanno riflettere sul fatto se valga la pena di riappropriarsi della propria vita. Io dico che vale sempre la pena, ma è importantissimo chiedere aiuto a chi può ascoltarti. Non basta fare la denuncia ai carabinieri». 1522 è il numero verde della rete nazionale antiviolenza. (s.d.l.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA