In balìa del fiume per 400 metri aggrappato al tettuccio dell’auto
Il salvataggio dell’autista nel Nora in piena, la macchina travolta dall’acqua su una scorciatoia Telefonata disperata al 118, poi un anziano ha indicato ai vigili del fuoco il posto tra Pianella e Catignano
PESCARA. Quattrocento metri in balìa del fiume in piena. Spinto dalla corrente con l’acqua che s’infiltra nell’abitacolo della macchina fino a ricoprire prima i sedili e poi a raggiungere il volante. Sono quasi le 6,45 di venerdì scorso quando la Opel Corsa grigia guidata da Gianni Bonifazi, 40 anni di Moscufo, è travolta dalla corrente del fiume Nora in contrada Morrocino, tra Pianella e Catignano. Bonifazi, preso alla sprovvista su una scorciatoia che avrebbe dovuto portarlo fino a Villa Badessa di Rosciano per prendere servizio su un bus dell’Arpa, non può fare più niente per fermare la macchina. Però, riesce a prendere il cellulare e a telefonare al 118 per chiedere aiuto. I sanitari, dalla sala operativa, non lo mollano neanche un attimo: gli dicono cosa deve fare. E cioè uscire al più presto da quella macchina, salire sul tetto e aggrapparsi. Tenersi forte ai montanti e aspettare. Detta così sembra quasi facile, ma l’acqua sale fino a sommergere tutta la macchina come dimostra la foto dei vigili del fuoco a destra. Invece, se Bonifazi si è salvato è quasi un miracolo: dopo un giorno passato nel reparto di Medicina dell’ospedale di Pescara, ieri, l’autista è tornato a casa, insieme alla moglie e ai suoi due figli. Una storia a lieto fine grazie anche a un anziano di Pianella.
Bonifazi, che di mestiere fa l’autista di autobus, è uno che sa guidare. Ma la furia dell’acqua lo prende di sorpresa su una stradina percorsa quasi tutti i giorni: un attimo solo e la macchina è senza controllo. Impossibile frenare, inutile cercare di girare lo sterzo: l’auto è trascinata dal fiume marrone. Il Nora la spinge come se fosse la pallina di un flipper anche se, in realtà, la Corsa pesa più di mille chili. In un video girato dai residenti della zona e pubblicato sul nostro sito www.ilcentro.it, la potenza del fiume che sradica anche gli alberi si vede. Ed è proprio un albero la fortuna dell’autista: il tronco si mette di traverso sotto la scocca e ferma la macchina.
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Ma se Bonifazi è ancora vivo lo deve soprattutto al pensionato che, di fronte ai vigili del fuoco che non riescono a trovarlo, esce di casa sotto la pioggia e dà il suo consiglio: «Cercate di là», dice, «quando la corrente del fiume è forte, trasporta i tronchi tutti da quella parte e si fermano lì». Quella che ha indicato l’anziano è una specie di imbuto tra la vegetazione selvaggia: è qui che si è incagliata la macchina di Bonifazi. Dall’attraversamento, un ponticello a raso usato come scorciatoia dai residenti e accessibile da una strada comunale di Pianella, sono quasi 400 metri. Eccolo l’autista: è fradicio, in ginocchio sul tettuccio già ricoperto dall’acqua, rannicchiato per resistere alla corrente. Quando lo vedono, i 7 vigili del fuoco specializzati in soccorso fluviale, chiamati dal 118, cominciano l’operazione di salvataggio: Bonifazi è stremato e devono fare in fretta. In quei lunghi minuti, l’autista ha pensato di non farcela. Nonostante la corrente, i vigili del fuoco riescono a raggiungerlo con un gommone e a imbragarlo: l’autista, poi, viene tirato e consegnato al 118 che, su un’ambulanza, lo porta all’ospedale di Pescara. È la fine di un incubo. A spiegare, poi, cosa è successo alla moglie sono i carabinieri di Pianella: quando se li trova davanti, la donna resta quasi senza respiro e pensa a una tragedia, poi, capisce che se il marito è ancora vivo è quasi un miracolo.
Più di un anno fa, all’alba del 2 dicembre 2013, non è stato così: Anna Maria Mancini è morta, a 57 anni, non in un fiume in piena ma intrappolata nella sua macchina in un sottopasso allagato, nel quartiere Fontanelle di Pescara. Quel sottopasso, finito al centro di un’inchiesta con 4 indagati, è ancora chiuso: per gli inquirenti, le pompe di sollevamento non sono mai state sufficienti a garantire la sicurezza.
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