In pensione a 62 o 64 anni, nuovo piano del governo
Dopo quota 100: sono due le principali ipotesi al vaglio. Proviamo a fare i calcoli Ma per quella d’anzianità s’allungano i tempi con possibile slittamento in avanti
In pensione anticipata a 62 o a 64 anni. Sono le ipotesi al vaglio del Governo che intende archiviare il sistema di calcolo Quota 100, in scadenza il prossimo 31 dicembre, e passare a Quota 92 o Quota 102.
Nel primo caso, basterebbero 30 anni di contributi, che nel secondo salgono a 38. Diversa anche la soglia anagrafica, con una differenza di due anni. Anche la pensione di anzianità, fissata a 67 anni, potrebbe subìre, dal prossimo anno, uno slittamento in avanti, secondo i nuovi calcoli delle aspettative di vita media.
SISTEMA ATTUALE. Il sistema pensionistico attualmente in vigore prevede due modalità per accedere alla pensione e uscire definitivamente dal mondo lavorativo: la classica pensione di vecchiaia, ferma alla soglia dei 67 anni con un’età contributiva di 20 anni, e le varie formule di pensionamento anticipato che permettono ai lavoratori in possesso di specifici requisiti anagrafici e contributivi, di andare prima in pensione senza penalizzazioni.
L’attuale requisito anagrafico dei 67 anni è esclusivamente valido per il periodo che va 2019 al 2022, secondo le rilevazioni Istat, ma potrebbe subire variazioni nel corso degli anni, aumentando con l’incremento della media relativa alla speranza di vita.
PENSIONE ANTICIPATA. Sono diverse le formule ancora in essere che prevedono il pensionamento anticipato, legate all’applicazione della legge Fornero: Quota 100, Ape sociale e Opzione donna offrono la possibilità di accedere alla pensione anticipata ai lavoratori che rientrano nelle cosiddette mansioni usuranti o ai lavoratori precoci, che hanno iniziato a lavorare molto presto, e alle donne.
La maggior parte di queste modalità, adottate in via sperimentale, scadranno il 31 dicembre 2021 e potrebbero non essere riconfermate, con un cambio totale delle categorie di lavoratori e dei requisiti per l’accesso alla pensione anticipata.
QUOTA 100 E APE SOCIALE. Con Quota 100, secondo quanto previsto dalla normativa attuale, possono beneficiare del pensionamento anticipato i lavoratori che vantano almeno 62 anni di età anagrafica e un’età contributiva pari ad almeno 38 anni. Grazie all’Ape sociale, invece, possono uscire prima dal mondo del lavoro ed usufruire dell’assegno pensionistico tutti i lavoratori caregiver, i disoccupati da almeno tre mesi, i lavoratori disabili che presentano una riduzione almeno del 74%, in relazione alla propria capacità lavorativa, o che svolgono mansioni usuranti con contratto da lavoro dipendente.
Per poter beneficiare dell’Ape sociale è necessario anche che queste categorie di lavoratori abbiano compiuto almeno 63 anni con un’età contributiva minima di 30 anni.
COSA CAMBIA. Quota 100, che scade a fine anno, potrebbe andare definitivamente in pensione. Si fa strada, infatti, l’ipotesi di un possibile addio alle formule di pensionamento anticipato attualmente vigenti, per lasciare spazio alle nuove proposte del Governo Draghi, che non ha intenzione di confermare la proroga di Quota 100, la cui base di calcolo è finita più volte nel mirino della Commissione dell’Unione Europea. Per questo motivo il nuovo Governo ha deciso di cambiare le carte in tavola, quando la proroga di Quota 100 sembrava scontata, e di mettersi al lavoro per la realizzazione di un sistema pensionistico più adatto alle idee europee, per non rischiare di perdere i finanziamenti del Recovery plan.
E sono previste modifiche e cambiamenti anche sulle soglie di pensionamento, così come dei coefficienti di trasformazione, che andranno a rivoluzionare, di fatto, i requisiti minimi relativi all’anzianità contributiva per andare in pensione in anticipo.
QUOTA 92 E QUOTA 102. Queste le due possibilità al vaglio del Governo che, se confermate, potrebbero portare una vera e propria rivoluzione del sistema pensionistico italiano, con l’introduzione di una formula di pensionamento anticipato diversa da quella di Quota 100 e nuovi criteri di valutazione. La proposta di applicare Quota 92 è sicuramente più vantaggiosa e andrebbe ad aiutare i giovani disoccupati che sono alla ricerca di un lavoro, incrementando anche gli aiuti in favore delle donne e degli uomini che svolgono delle attività considerate usuranti.
Con Quota 92, infatti, potrebbero uscire prima dal mondo del lavoro ed usufruire dell’assegno pensionistico in anticipo tutti i lavoratori che hanno compiuto almeno 62 anni di età e che hanno conseguito un’età contributiva pari ad almeno 30 anni. Rispetto a Quota 100, l'età contributiva si abbasserebbe di ben otto anni. Non è chiaro, ancora, se in questa categoria rientreranno solo i lavoratori che svolgono mansioni usuranti o particolari categorie fragili o se la misura sarà estesa indifferentemente a tutti. Una seconda opzione, che andrebbe a sostituire Quota 100, è Quota 102. Il cambio numerico già indica un aumento dell’età anagrafica, che salirebbe di due anni. In questo caso, i requisiti per poter accedere alla formula di pensionamento anticipato saranno 64 anni di età e almeno 38 anni di contributi effettivi. (m.p.)